venerdì 25 novembre 2011

TAVOLA ROTONDA "DONNE E MEDIA" - INTERVENTO ILARIA CAPITANI COORDINATRICE CPO USIGRAI

L'appello "Donne e Media" lanciato attraverso la rete nel 2009, ha avviato un una serie di riforme, per migliorare la rappresentanza femminile nei mezzi di comunicazione, coinvolge appieno le giornaliste del servizio pubblico radio televisivo.
L'evoluzione della rappresentanza di genere e' un processo che non puo' e non deve lasciare indifferente la nostra azienda. Il principio delle pari opportunita', sancito nell'ordinamento ialiano, e' uno degli elementi qualificanti della democrazia. E nella democrazia un ruolo fondamentale viene svolto dai mezzi di comunicazione. In primis, per sua natura, dal servizio pubblico che deve svolgere un impegno ulteriore. Il rispetto della parita' di genere, nei programmi di informazione e di intrattenimento, nel linguaggio che viene utilizzato nella realizzazione dei servizi, nelle inchieste, deve diventare una condizione imprescindibile. Che non puo' piu' essere demandata alle sensibilita' individuali. Ma prevista, questa la nostra proposta, da propositi di intenti in accordo con le parti coinvolte. Se necessario con regolamenti nuovi, con linee guida aziendali ed editoriali, con un codice di autoregolametazione che metta al centro la pari rappresentanza di genere.
Negli emendamenti che l'appello "Donne e media" ha formulato, e che la Rai dovrebbe applicare, si parla, tra l'altro, di promuovere un nuovo corso nell'impiego della figura femminile nel pieno rispetto della dignita' culturale e professionale delle donne, anche al fine, attravero programmi specifici, di contrasto e prevenzione della violenza sulle donne. E' un punto questo che coinvolge anche il tipo di linguaggio che noi giornalisti, uomini e donne, utilizziamo. Coinvolge il soffermarsi, o meno, su particolari che , specie nei fatti di cronaca, possono alimentare un informazione distorta, a volte macraba,che talvolta puo' addirittura intralciare le indagini. Su questo e' utile anche un'autocrticia. Ed e' per qesto che chiediamo se e' possibile attivare dei corsi di formazione per noi giornalisti.
Per quanto riguarda l'emendamento su "programmi specifici" lo accogliamo in pieno. Ma non e' solo nella specificita' dell'offerta che si deve realizzare la pari rappresentanza di genere. Piuttosto vorremmo puntare ad una presnza delle donne nella quotidianeta' dell'offerta. Nell'insieme dei palinsesti televisivi. Per noi e' importante che le donne siano presenti, a pari degli uomini, in tutti i programmi e in tutti i tg. In particolare nei nei programmi di politica, dove gli ospiti sono sempre maschi, nei programmi di sport, dove le donne sono rappresentate con vecchi stereotipi, nei programmi di intrattenimento, dove le donne spesso hanno una presenza marginale e ornamentale. Insomma le donne presenti nella societa' e nelle diverse professioni, non sono rappresentate in modo adeguato, ne' hanno le stesse oppotunita' di accesso nei servizi di informazione e di intrattenimento. Perche' gli ospiti qualificati a parlare sono sempre uomini? Su questo proponiamo una sorta di codice di autoregolamentazione della rai. Cosi come la carta di Treviso tutela i minori si potrenne realizzare una carta dei diritti delle donne per valorizzare la loro presenza, la professionalita' e la competenza:
Altro tema e' il monitoraggio costante sulla rappresentazione delle donne. Questo per noi e' un punto fondamentale. Verificare la qualita' dell'offerta, i suoi contenuti, verificare come e in che modo il mondo femminile e le relative tematiche vengono affrontate e' un primo passo che chiediamo venga fatto, se pur in ritardo, in modo deciso e definitivo.
Infine il tema delle carriere. Su un totale di1600 giornalisti solo due direttori di testata. A fronte di una presenza femminile che aumenta nella nostra azienda le donne sono relegate ad essere redattore ordinario. Poche, pochissime, quelle che riescono a scalare i gradini. Pochi i capiservizio, pochissimi i capiredattori. Anche su questo chiediamo un cambio di passo deciso. Non e' solo una questione di quote rosa, di percentuali, di numeri per definire una "quantita" di donne. Per noi la condizione imprescindibile e' valutare il merito effettivo,anche in relazione all'anzianeita'aziendale e alle competenze svolte. Per valorizzare appieno le professionalita' interne.

la cpo Usigrai

lunedì 21 novembre 2011

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO-COMITATO PARI OPPORTUNITA APPELLO DONNE E MEDIA

DALLA RAI UN NUOVO CORSO PER LA RAPPRESENTAZIONE DELLE DONNE
Come dar seguito ai nuovi impegni proposti dall’Appello Donne e Media,
sigillati nel contratto di servizio pubblico, ora in vigore?
Roma, 24 novembre 2011 - ore 9.30
Parlamentino Ministero Sviluppo Economico
SEMINARIO
L’Appello Donne e Media, lanciato attraverso la Rete a novembre 2009, ha avviato una serie di riforme per migliorare la rappresentazione delle donne nelle tivù e negli altri mezzi di comunicazione. Dal web all’agenda politica, gli obiettivi dell’Appello si stanno concretizzando grazie all’ampia mobilitazione di migliaia di persone, tra singoli e associazioni, e delle istituzioni, in primis del Presidente della Repubblica che ne ha sostenuto le finalità.
Il primo obiettivo è oggi una realtà, con i 13 emendamenti che l’Appello ha proposto al contratto di servizio pubblico per migliorare la rappresentazione mediatica delle donne, approvati e pubblicati in Gazzetta Ufficiale lo scorso 27 giugno.
Il gruppo dirigente Rai ha così dimostrato di volersi impegnare sulla dilagante richiesta dell’opinione pubblica di avviare “un nuovo corso nell’impiego della figura femminile”, per una rappresentazione realistica e non stereotipata dei diversi ruoli che le donne svolgono nella società.
Ma quali azioni mettere in campo ora per dar seguito ad esempio all’articolo 2, commi 3, 3b e 3p, in cui Rai si impegna appunto a “valorizzare la rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità di ruoli del mondo femminile, anche nelle fasce di maggior ascolto, (…) al fine di evitare una distorta rappresentazione? O per promuovere “un nuovo corso nell’impiego della figura femminile, nel pieno rispetto della dignità culturale e professionale delle donne, anche al fine di contribuire alla rimozione degli ostacoli che di fatto limitano le pari opportunità”? Oppure per adempiere all'articolo 9, comma 2b, in cui Rai si impegna a programmare nella propria offerta "trasmissioni idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale, economica del Paese, nelle istituzioni e nella famiglia..."?
Accrediti ore 9.30
Inizio lavori ore 10.00
Coordina Gabriella Cims, Promotrice Appello Donne e Media
Interventi Mirella Ferlazzo, Presidente CPO/CUG Ministero dello Sviluppo Economico
On. Roberto Rao, Commissione Parlamentare di Vigilanza
Mariella Zezza, Assessora Lavoro e Formazione Regione Lazio
Maria Pia Ammirati, Presidente CPO RAI
Modera Raffaele Barberio, Direttore Key4biz.it
Tavola Rotonda ore 11.00
Intervengono esponenti del Consiglio di Amministrazione Rai, del Comitato Pari Opportunità Rai, delle Direzioni di Rete e delle Testate Rai, della Commissione Parlamentare di Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, del Comitato Pari Opportunità del Consiglio Nazionale Forense, del Dipartimento Cultura CENSIS, del Comitato Unico di Garanzia ENEA, del Comitato Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, del Dipartimento Pari Opportunità dell’Associazione Stampa Romana, dell’Osservatorio Interuniversitario Studi di Genere.
Modera Silvia Calandrelli, Direttora Rai Educazione

giovedì 17 novembre 2011

STAMPA ROMANA-USIGRAI: LAVORO WELFARE E INNALZAMENTO ETA' PENSIONABILE

LUNEDI 21 NOVEMBRE 2011 ORE 14 - SALETTA USIGRAI DI SAXA RUBRA
"LA RIFORMA DELL'INPGI E GLI EFFETTI SULLE GIORNALISTE"
Lavoro, welfare e innalzamento età pensionabile
Care colleghe,
la riforma dell’Inpgi, che permetterà di mantenere, con la solidità dei conti, l’autonomia del nostro Istituto di previdenza, chiede alle donne giornaliste il maggior contributo, con l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni nell’arco di dieci anni. Siamo l’unica categoria nel privato a cui viene chiesto questo sacrificio in un arco di tempo così rapido.
Le giornaliste andranno quindi in pensione a 61 anni dal primo luglio del 2012, a 62 dal primo gennaio del 2015, a 63 dal primo gennaio 2017, a 64 dall’inizio del 2019 e infine a 65 allo scoccare del 2021, quando la riforma andrà a regime. L’Inpgi ha comunque confermato alcune misure per evitare di penalizzare troppo chi, nell’arco di questi dieci anni, vorrà ancora andare in pensione a 60 anni: potrà farlo subendo una penalizzazione ridotta, pari cioè al 50% dell’abbattimento applicato ai colleghi uomini; un 2,3% in meno se il pensionamento avverrà con un anno d’anticipo, ad esempio.
Si rende comunque necessario un bilanciamento tra il contributo richiesto alle giornaliste per “salvare” il nostro Istituto di Previdenza, che andrà dunque a beneficio dell’intera categoria (uomini e donne), e adeguate politiche di welfare a sostegno dell’occupazione femminile, della maternità, delle carriere.
Per illustrare la manovra pensionistica dell’Inpgi e aprire una grande consultazione sul “welfare delle giornaliste” (quali misure, quali incentivi, quali sgravi proporre a compensare il prolungamento della permanenza al lavoro), la Commissione Diritti e Pari Opportunità dell'Associazione Stampa Romana, in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità dell’Usigrai, indice una assemblea delle giornaliste Rai di Roma e Lazio il giorno 21 alle ore 14,00 presso la saletta Usigrai di Saxa Rubra.
Si chiede massima collaborazione ai Cdr per favorire la più ampia partecipazione all’incontro informativo e al successivo dibattito.
Le Presidenti della Cpo Asr
Nella Condorelli - Arianna Voto

La Coordinatrice Cpo Usigrai
Ilaria Capitani

La delegata Usigrai
Alessandra Mancuso

giovedì 10 novembre 2011

9° RAPPORTO CENSIS-UCSI SU COMUNICAZIONE: MEDIA PERSONALI NELL'ERA DIGITALE

Palinsesti e fonti d’informazione «fai da te»: è l’era dei consumi multimediali personali e autogestiti
Utenti Internet oltre quota 50%. Giornali in crisi: -7% di lettori in due anni. Press divide: i mezzi a stampa fuori dalla «dieta mediatica» del 53,3% dei giovani. Che fanno volare gli smartphone, per informarsi usano i tg (69,2%) tanto quanto Google (65,7%) e Facebook (61,5%), e guardano la tv su YouTube (47,6%)
Roma, 13 luglio 2011 – L’evoluzione dei consumi mediatici. L’utenza complessiva della televisione rimane stabile al 97,4% della popolazione italiana. Ma è avvenuto un ampio rimescolamento al suo interno. Gli spettatori della tv digitale terrestre sono aumentati di oltre 48 punti percentuali tra il 2009 e il 2011 arrivando al 76,4% della popolazione, ovviamente a scapito della tv analogica (-27,1%). La tv satellitare mantiene costante la sua quota di telespettatori (il 35,2% degli italiani). La web tv aumenta di ulteriori 2,6 punti percentuali nell’ultimo biennio, con un’utenza complessiva al 17,8%. Mentre la mobile tv rimane a livelli bassi, relegata a un pubblico saltuario e di nicchia (0,9%). Soprattutto i giovani (14-29 anni) diversificano ampiamente le possibilità attraverso le quali seguire le trasmissioni televisive. Il 95% utilizza la tv tradizionale (analogica o digitale terrestre), il 40,7% la web tv, il 39,6% la tv satellitare, il 2,8% l’iptv, l’1,7% la mobile tv. Anche l’ascolto della radio in generale rimane stabile, sempre a livelli molto alti di utenza (otto italiani su dieci). Si rafforza l’autoradio, con il 65,2% di utenza, incrementando nell’ultimo biennio di 1,4 punti percentuali i suoi ascoltatori. Stabile l’ascolto della radio via Internet (8,4%) o tramite il cellulare (7,8%), in lieve flessione l’uso del lettore mp3 come radio (14,8%), in molti casi soppiantato dagli smartphone.

Volano gli smartphone, ma solo tra i giovani. L’uso del telefono cellulare in generale fa registrare una flessione (-5,5% tra il 2009 e il 2011), complici gli effetti della crisi. E c’è una migrazione dell’utenza dagli apparecchi basic (-8%), con funzioni limitate alle sole telefonate e all’invio e ricezione degli sms, agli smartphone (+3,3%, con un’utenza che sale complessivamente al 17,6% e al 39,5% tra i giovani). Va ricordato che questi dati non rilevano il possesso dell’apparecchio, bensì ne misurano l’utilizzo effettivo.

Prosegue la crisi della carta stampata. Si conferma il periodo di grave crisi attraversato dalla carta stampata. I quotidiani a pagamento (47,8% di utenza) perdono il 7% di lettori tra il 2009 e il 2011 (-19,2% rispetto al 2007). La free press cresce di poco (+1,8%, salendo al 37,5%). I periodici resistono, specie i settimanali (28,5% di utenza). Si tratta di media soprattutto per donne: più di una su tre legge i settimanali (il 36,4% del totale), mentre solo un uomo su cinque fa altrettanto (il 20,4%). Tengono anche i libri, con il 56,2% di utenza, ma il dato si spacca tra il 69,5% dei soggetti più istruiti che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno, contro il 45,4% delle persone meno scolarizzate. Gli e-book non decollano (1,7% di utenza). Stabile la lettura delle testate giornalistiche on line (+0,5%, con un’utenza del 18,2%), che però non si possono più considerare le versioni esclusive del giornalismo sul web, perché i diversi portali Internet di informazione contano oggi un’utenza pari al 36,6% degli italiani.

Superata la soglia del 50% di utenti di Internet. Cresce l’utenza di Internet, che nel 2011 sfonda finalmente la soglia del 50% della popolazione italiana, attestandosi per l’esattezza al 53,1% (+6,1% rispetto al 2009). Il dato complessivo si spacca tra l’87,4% dei giovani (14-29 anni) e il 15,1% degli anziani (65-80 anni), tra il 72,2% dei soggetti più istruiti e il 37,7% di quelli meno scolarizzati.

Si attenua il digital divide, si amplia il press divide. Se una metà del Paese ha compiuto il salto oltre la soglia del digital divide, che va attenuandosi, il press divide invece aumenta. È il nuovo divario tra quanti contemplano nelle proprie diete i media a stampa e quanti non li hanno ancora o non li hanno più. Ancora una volta è la fotografia di una società divisa in due. Da una parte, il 54,4% di italiani che si accostano ai mezzi a stampa, accompagnati o meno da altri media, diminuiti rispetto al 60,7% del 2009. Dall’altra, il 45,6% estraneo a questi media, percentuale aumentata rispetto al 39,3% di due anni fa. Che si tratti di persone che guardano solo la televisione oppure di raffinati acrobati del surfing su Internet, se leggono qualcosa lo fanno solo attraverso lo schermo. I giovani vivono abitualmente in rete (l’84,6%) e sono proprio loro, con una quota del 53,3%, ad abbandonare maggiormente la lettura di testi a stampa (nel 2009 quest’ultima percentuale si fermava al 35,8% della popolazione giovanile).

Palinsesti multimediali personali e autogestiti. Oggi è sempre più l’utente a spostarsi all’interno dell’ampio e variegato sistema dei mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi, per scegliere il contenuto che più gli interessa secondo le modalità e i tempi che più gli sono consoni: ognuno si costruisce una nicchia di consumi mediatici e palinsesti «fatti su misura». Indipendentemente dall’uso del televisore, il 12,3% della popolazione attinge ai siti Internet delle emittenti tv per seguire i programmi prescelti, il 22,7% utilizza YouTube, il 17,5% segue programmi tv scaricati tramite il web da altre persone. Il dato relativo ai giovani che guardano i programmi su YouTube sale al 47,6% (il 20,1% lo fa abitualmente). Il 36,2% dei giovani, inoltre, segue programmi scaricati da altri (si tratta di ragazzi che si scambiano file tra di loro) e il 24,7% ricorre ai siti web delle emittenti tv. Nei programmi seguiti via Internet, musica (18,3%), sport (11,7%) e film (9,9%) sono ai vertici dell’interesse.

Il mix delle fonti d’informazione. Nel mondo dell’informazione, la centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l’80,9% degli italiani li utilizza come fonte. Tra i giovani, però, il dato scende al 69,2%, avvicinandosi molto al 65,7% raggiunto dai motori di ricerca su Internet e al 61,5% di Facebook. A livello generale, al secondo posto si collocano i giornali radio (56,4%), poi i quotidiani (47,7%) e i periodici (46,5%). Dopo il televideo (45%), ci sono i motori di ricerca come Google (41,4%), i siti web di informazione (29,5%), Facebook (26,8%), i quotidiani on line (21,8%). Nel caso delle tv all news (16,3% complessivamente) risultano discriminanti l’età (il dato sale al 20,1% tra gli adulti) e il titolo di studio (il 21,7% tra i diplomati e laureati). Le «app» per gli smartphone sono al 7,3% di utenza e Twitter al 2,5%.

Informati e competenti, ma faziosi: il ritratto dei giornalisti italiani. Dei giornalisti è diffusa una rappresentazione di scarsa indipendenza ed eccessivo legame con il potere, politico o finanziario. Nonostante l’80,9% li consideri molto o abbastanza informati, il 76,8% competenti e il 71,7% chiari nell’esposizione dei fatti, per il 67,2% sono poco indipendenti e per il 67,8% molto o abbastanza spregiudicati. Questo li rende poco affidabili agli occhi della metà della popolazione (il 49,8%). Tra i giudizi negativi spicca il dato sulle smanie di protagonismo dei professionisti dell’informazione, giudicate eccessive dal 76,3% degli italiani. In una scala che va da 1 (minimo) a 10 (massimo), televisione e carta stampata non raggiungono il punteggio della sufficienza in termini di reputazione, secondo l’opinione degli italiani: 5,74 è il voto medio di credibilità della televisione e 5,95 è il voto dato ai giornali. Maggiormente credibili radio (6,28) e Internet (6,55), percepita come un mezzo più libero e «disinteressato».

IL CORPO E LA POLIS - LA RAPPRESENTAZIONE FEMMINILE NEI MEDIA

L’Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano
propone un nuovo ciclo di seminari sul tema
IL CORPO E LA POLIS
4° ANNO
Il ciclo riprende da ottobre, il sabato pomeriggio con scansione mensile nella sede dell’Associazione
Corso di Porta Nuova 32 – Milano - (MM2 Moscova, MM3 Turati).

2° seminario
sabato 12 novembre 2011 - ore 14.30-18

La rappresentazione femminile nei media

Conduce

Elisa Giomi
Ricercatrice Scienze della comunicazione - Università di Siena

Angeli biondi, single esuberanti e ragazze normali
La rappresentazione (e la strumentalizzazione politica) della violenza contro le donne nei telegiornali italiani
In questo intervento commento i dati prodotti nel corso di una ricerca, tutt’ora in svolgimento, dedicata alla rappresentazione degli omicidi di donne nelle edizioni serali dei principali telegiornali italiani (i tre Rai e i tre Mediaset). L’analisi si è per adesso concentrata sul 2006, quando si è registrato l’inizio di un crescente allarme sociale per l’integrità fisica e sessuale delle donne. Sostengo che la violenza contro le donne sia stata narrata, nella cronaca dei TG, in forme quantitative e qualitative tali da alimentare la retorica anti-immigrazione, contribuire alla tematizzazione e rilevanza della sicurezza nell’agenda della politica e dell’opinione pubblica, favorire risposte di tipo emergenziale e repressivo. Illustro come la costruzione di autori e vittime “ideali”, parte integrante nella fabbricazione di questo fenomeno di ‘panico morale’, produca l’ulteriore effetto collaterale di rafforzare, attraverso processi di stigmatizzazione o legittimazione sociale, l’immaginario sessuale dominante e le costruzioni normative del femminile.

Interviene

Luisa Pronzato
Redattrice del Blog 27esimaora Corriere.it



Per approfondimenti il dossier Seminari nel sito http://www.universitadelledonne.it/

Libera Università delle Donne
Corso di Porta Nuova, 32 - 20121 Milano
tel/fax. 02.6597727
www.universitadelledonne.it
universitadonne@tiscali.it
(M2 Moscova - M3 Turati, Bus 43,94)
c/c postale n° 30682207
Codice IBAN: IT 20B 0558401610 000000013482
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martedì 11 ottobre 2011

WOMEN IN THE CITY - NOBEL PER LA PACE 2011

Il Nobel per la Pace 2011 assegnato a Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia, a Leymah Roberta Gbowee, pacifista e femminista liberiana, e a Tawakkol Karmanm, attivista yemenita per la democrazia.

La redazione e il consiglio direttivo di women in the city esprimono profonda gioia e soddisfazione per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2011 a tre donne, le liberiane Ellen Johnson Sirleaf e Leymah Roberta Gbowee, e la yemenita Tawakkol Karmanm.
Witc sottolinea il significato che questo Premio riveste come riconoscimento del ruolo di tutte le donne nella lotta per i diritti, la pace e la democrazia, e si associa alle felicitazioni che da ogni parte del mondo stanno giungendo alle tre laureate, concretamente impegnate su questo terreno da anni.

Chi sono le Premio Nobel per la Pace 2011

Ellen Johnson Sirleaf, attuale presidente della Liberia, 73 anni, prima donna a rivestire questo incarico nel continente africano, è arrivata alla presidenza nel 2005, ed è impegnata nella ricostruzione del suo Paese, devastato da 14 anni di una guerra civile che ha fatto 250.000 morti.
Di formazione economista, Master of Public Administration presso l'Università Harvard nel 1971, Johnson-Sirleaf parte in esilio a Nairobi, in Kenya, nel 1980, dopo il rovesciamento dell'allora presidente William Tolbert. Torna in patria solo nel 1985, per partecipare alle elezioni del Senato della Liberia, ma quando accusa pubblicamente il regime militare, viene condannata a dieci anni di prigione. Rilasciata dopo poco tempo, si trasferisce a Washington e torna in Liberia solo nel 1997 nel ruolo di economista, lavorando per la Banca Mondiale e per la Citibank in Africa. Johnson-Sirleaf è madre di quattro figli (due vivono negli Usa e due in Liberia) e ha sei nipoti, alcuni dei quali vivono ad Atlanta.

Leymah Gbowee, lavoratrice sociale e militante della pace in Liberia, conosciuta per aver promosso la mobilitazione delle donne che ha spinto i dirigenti a concludere il trattato di pace del 2003. Fondatrice della Rete delle donne per la pace e la sicurezza in Africa, di cui è presidente, e con cui “ condivide il Premio Nobel”.

Tawakkol Karmanm, giornalista, è animatrice delle rivolte per la democrazia a Sana’a, e militante non violenta.
www.womeninthecity.it

mercoledì 28 settembre 2011

NASCE GIULIA, LA RETE DELLE GIORNALISTE LIBERE, UNITE, AUTONOME

Care colleghe, con vivo piacere annunciamo la nascita di GIULIA, una Rete di giornaliste di ogni provenienza regionale, impegnate negli istituti di categoria (ma non solo) ed elette nelle liste di Autonomia o ad esse prossime. La prima uscita avverrà domani, 29 settembre, entro la manifestazione romana per la libertà di informazione e di espressione contro ogni tentativo di bavaglio. L'obiettivo è alto ma altrettanto lo è la posta in gioco: sia introdurre una reale parità e rappresentanza nei nostri istituti di categoria, anche e e soprattutto riformando welfare e organizzazione del lavoro, sia intervenire nel merito del fare cronaca e della rappresentazione dell'immagine della donna e dei modelli di rapporto fra i generi.
Siamo anche su facebook e spero saremo numerose domani al Pantheon (per le romane!)
Un abbraccio
alessandra

GIULIA dice no ai bavagli
No al Le donne hanno una lunga consuetudine con i bavagli, hanno dovuto lottare per conquistare il diritto a parlare e ad essere rispettate come persone, a non essere trattate come oggetti: e oggi tutto ciò viene messo in discussione. Anche per questo nasce GIULIA, la Rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome. E anche per questo GIULIA aderisce e sostiene la protesta del Comitato per la libertà e al diritto all’informazione contro la Legge sulle intercettazioni che vuole imbavagliare l’informazione. Giovedì saremo in piazza del Pantheon, a Roma, dalle 15 alle 18, con la Fnsi, per difendere la democrazia che ha nell’articolo 21 della Costituzione uno dei suoi capisaldi.E invitiamo tutte le giornaliste a mobilitarsi con noi.
Si vuole impedire ai cittadini di essere informati sulle inchieste e sugli indecorosi comportamenti dei politici che non hanno rispetto per le istituzioni che rappresentano. Si vorrebbe silenziare chi, facendo informazione, illumina un sistema di potere maschile che ha ridotto la donna a merce e tangente. Siamo indignate come donne e come giornaliste e siamo sin d’ora pronte alla disubbidienza civile.
Per il coordinamento di GIULIA
Alessandra Mancuso

Italia 28 settermbre 2011

lunedì 26 settembre 2011

RAI NEWS MEDIA PARTNER DI "OMOSESSUALITA' E MEDIA"

Rai News media partner della giornata di studio “Omosessualità e media”

Rai News sarà media partner della giornata di studio “Omosessualità e media. Le parole e le immagini contano” che si terrà mercoledì 5 ottobre presso l’Università di Roma Tor Vergata.

Dopo il riconoscimento del Ministero per le Pari Opportunità “come attività di rilievo nell’ambito della prevenzione e del contrasto dei fenomeni di discriminazione” e l’inserimento della stessa nella banca dati dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), la giornata di studio sarà raccontata dal canale televisivo edito dalla Rai e diretto dal 2006 da Corradino Mineo.

Interverranno, tra gli altri, esponenti del mondo del giornalismo, dell’editoria, del mondo accademico e attivisti per i diritti umani che si confronteranno sul tema della rappresentazione del vissuto delle persone omosessuali nei media in Italia.

La giornata conclude il progetto “Corso di educazione alle differenze affettive e sessuali” (finanziato dalla Provincia di Roma con determina RU 8067 del 30/11/2010) e gestito dal Cirps Consortium (consorzio universitario della Sapienza, Università di Roma) e dal dipartimento di ricerche filosofiche dell’Università di Roma Tor Vergata.

La partecipazione è gratuita e dà diritto a crediti formativi universitari.

Per visualizzare il programma, clicca sul link che segue: http://www.cirpsconsortium.net/Documenti/DifferenzeAffettive/Programma_5_ottobre_2011.pdf

Per scaricare il file in pdf della locandina, clicca sul link che segue: http://www.cirpsconsortium.net/Documenti/DifferenzeAffettive/locandina_convegno.pdf

Per iscriverti alla giornata di studio, clicca sul link che segue: http://www.cirpsconsortium.net/Iscrizione.aspx

Per ulteriori informazioni:
Manuela Cappiello
manuela.cappiello@cirpsconsortium.org

Rosilde Di Pirchio
rosilde.dipirchio@cirpsconsortium.org

Cirps Consortium
Piazza della Costituente
Palazzo Doria Pamphilj
00038 Valmontone (RM)
Tel. 06 95 99 38 216
Fax 06 95 99 38 206

mercoledì 14 settembre 2011

MANOVRA: PROTESTA DELLE DONNE IN TRANSATLANTICO, E' MISOGINA

MANOVRA: PROTESTA DELLE DONNE IN TRANSATLANTICO, E' MISOGINA
VOLANTINAGGIO 'SE NON ORA QUANDO', GOVERNATE CONTRO IL FUTURO
(ANSA) - ROMA, 14 SET - Le donne contestano la manovra con il
volantinaggio del comitato ''Se non ora quando'' (Snoq). ''Le
scelte del governo sono dannose per le donne e inutili per tutti
perche' recessive'', scrivono le promotrici e promettono: ''non
consentiremo che si continui a governare contro le donne e
contro il futuro dell'Italia''.
Sono diversi i punti del provvedimento che vengono
contestati: dalle misure sui dipendenti pubblici (soprattutto
donne) all'innalzamento dell'eta' pensionabile per il settore
privato, dal cambiamento delle norme per la pensione di
reversibilita' all'articolo 8, che ''cancella diritti non
negoziabili delle lavoratrici''. Inoltre, i tagli agli enti
locali porteranno, secondo il comitato, a una riduzione dei
servizi sociali. ''Lo Stato abbandona a se stessi bambini,
vecchi, malati, disabili, tanto saranno le donne a prendersene
cura. Ovviamente gratis'', sottolinea il volantino.
Il comitato ribadisce la necessita' di un patto per fare
dell'Italia ''un luogo vivibile anche per le donne'', convinto
che ''senza questo patto non si esce dalla crisi''. (ANSA).

Y19
14-SET-11 18:52 NNNN

domenica 21 agosto 2011

CORRIERE DELLA SERA 21.08.2011: "Se uno spot usa il corpo delle bambine"

Se uno spot usa il corpo delle bambine
di Daniela Monti

Guardando le foto della bambina pettinata come Amy Winehouse, semidistesa su una poltrona bianca, modellina per una nuova linea di biancheria intima per bimbe da 4 a 12 anni, che cosa urta di più? Perché un pugno nello stomaco quella foto lo è, lo sappiamo tutti.
Urta il fatto che non sia un gioco: non è la solita bimba che mette per scherzo le scarpe della mamma – la mia nipotina, dieci anni, ha il mio stesso numero di piede e si diverte a pavoneggiarsi per casa con i miei tacchi dodici.
Urta il fatto che la bambina non sappia minimamente ciò che sta facendo: è senza difese, senza scelta. Guarda di sottecchi, una gamba leggermente accavallata: è lei il giocattolo.
Ma il corpo di un bambino non è mai un giocattolo.
Eppure se immagini come questa tornano in modo ricorrente vuol dire che c’è qualcosa di violento che spinge, che forza la mano, che, a furia di mostrarceli, vorrebbe convincerci che, in fondo, non c’è niente di male in certi scatti, «oggi si diventa grandi prima».
Quello dell’infanzia e dei tweens — non più bambini, non ancora adolescenti — è del resto un mercato tutto da arare e che promette bene: perché rinunciarci? Così se bambine di sei anni ora si metteranno a fare i capricci per avere il loro completino intimo con pizzi e laccetti significherà che l’operazione ha fatto centro.
Ma in gioco, qui, c’è molto più di un qualche ritorno economico.
C’è quello che l’economista londinese Catherine Hakim ha chiamato il «capitale erotico», quel potenziale di bellezza ed attrazione che ciascuno possiede e che è in grado, se alto, di assicurare i posti di lavoro e gli stipendi migliori, uniti ad un’intensa vita sociale. Il libro della Hakim, «Honey Money: The Power of Erotic Capital», sta già facendo molto discutere. Ma a chi giova che le donne investano sul loro «capitale erotico» fin da bambine? Non certo alle donne stesse.
Non certo a donne che vogliono crescere libere, pensando alla parità e alla dignità come valori. La bimba che, in intimo firmato, ci guarda dalla pubblicità racconta, una volta di più, del nostro male di vivere.

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lunedì 11 luglio 2011

LETTERA APERTA AL DG RAI LORENZA LEI

LETTERA APERTA AL DIRETTORE GENERALE DELLA RAI LORENZA LEI

EGREGIO DIRETTORE,
CI RIVOLGIAMO A LEI CHE ABBIAMO SALUTATO CON ENTUSIASMO AL SUO INSEDIAMENTO, IN QUANTO PRIMO DIRETTORE GENERALE DONNA.
SIAMO ALCUNE GIORNALISTE DEL TGI, PROFESSIONISTE CHE – CON VARI RUOLI E STORIE DIVERSE TRA LORO - DA ANNI LAVORANO PER INFORMARE I CITTADINI – TUTTI - NELLO SPIRITO DEL SERVIZIO PUBBLICO, NEL RISPETTO DEL PLURALISMO E DELLA COMPLETEZZA DELL’INFORMAZIONE . SIAMO ANCHE CITTADINE E UTENTI E DOBBIAMO ESPRIMERE IL NOSTRO DISAGIO NELL’AVERE ASSISTITO AL SILENZIO DELLA PRIMA TESTATA DI FRONTE AL MOVIMENTO DELLE DONNE RADUNATE A SIENA – OLTRE 2000 - , UN EVENTO TRASVERSALE , CON 200 COMITATI , REGISTE, ATTRICI, SCRITTRICI, OPERAIE, RAPPRESENTANTI SINDACALI , DEPUTATE DI VARIO COLORE POLITICO, CHE TUTTE INSIEME HANNO RIVENDICATO IL PROPRIO DIRITTO A COSTRUIRE UN PAESE PIU’ EQUO, ANCHE PER DONNE . DIGNITA’ DEL LAVORO, MATERNITA’, PROGRESSIONI DI CARRIERA, PRECARIATO, IMMAGINE PUBBLICA: QUESTI I TEMI CHE ABBIAMO VISTO RAPPRESENTATI NELLE MAGGIORI TESTATE , TRANNE LA PRINCIPALE, IL TG1 . NELLA DUE GIORNI DEL MOVIMENTO DI SIENA , NON ABBIAMO VISTO ANDARE IN ONDA NEANCHE UN SERVIZIO CHE INFORMASSE SULL’EVENTO, IN COMPENSO PERO’ NELL’EDIZIONE DI DOMENICA 10 LUGLIO DELLE 13,30 , ABBIAMO ASSISTITO ALLA CORSA DELLE DONNE SUI TACCHI A SPILLO.
LA SCELTA DEL SILENZIO DELLA PRIMA TESTATA PENALIZZA IL DIRITTO DI TUTTE LE DONNE CHE PAGANO IL CANONE A ESSERE INFORMATE SUGLI EVENTI CHE LE COINVOLGONO E CI CONFERMA NEL CONVINCIMENTO CHE URGE UN RINNOVAMENTO DI MENTALITA’ PER UN’INFORMAZIONE PIU’ VICINA ALLA GENTE, AI PROBLEMI DELLE DONNE, DEI GIOVANI E DEI SOGGETTI PIU’ DEBOLI E PENALIZZATI, AUSPICANDO CHE AVVENGA PRESTO,
CORDIALMENTE

MARIA LUISA BUSI
ALESSANDRA MANCUSO
TIZIANA FERRARIO
MARIA GRAZIE MAZZOLA
ELISA ANZALDO
SIMONA SALA
GIOVANNA ROSSIELLO
DONATELLA SCARNATI
CINZIA FIORATO
EMANUELA TALANI
LUCIA DURACCIO
KARINA LATERZA
FELICITA PISTILLI

mercoledì 6 luglio 2011

SE NON ORA QUANDO: ANCHE LA CPO USIGRAI A SIENA

'SE NON ORA QUANDO', A SIENA COMITATI DA 120 CITTA' ITALIANE
CON PERINA, LIVIA TURCO E CAMUSSO, CHIUDE CRISTINA COMENCINI
(ANSA) - SIENA, 6 LUG - Oltre mille presenze gia' registrate,
altre adesioni previste in arrivo per le prossime ore:
un'affluenza da record che ha costretto le organizzatrici a
spostare l'evento dal complesso di Santa Maria della Scala alla
piazza del Duomo di Siena. Sono i numeri dell'incontro
nazionale, sabato e domenica a Siena, al quale prenderanno parte
comitati di oltre 120 citta' italiane che hanno aderito
all'appello 'Se non ora quando' per il quale il 13
febbraio scorso scese in piazza un milione di persone.
I temi intorno a cui si sviluppera' l'appuntamento sono
corpo, maternita', lavoro e rappresentazione. I lavori si
apriranno sabato 9 con la proiezione di un video sulla
manifestazione di febbraio e l'intervento di rappresentanti del
comitato nazionale ''Se Non Ora Quando'', seguite poi
dall'economista Tindara Addabbo, da Linda Sabbadini dell'Istat e
da Sabina Castelfranco della Stampa estera.
Proseguiranno nel pomeriggio con uno spazio dedicato ai
comitati locali e brevi interventi - fra gli altri - di Lorella
Zanardo (il corpo delle donne) e di alcune politiche come Flavia
Perina e Pina Buongiorno, Livia Turco e Susanna Camusso.
Previsto un flashmob in Piazza del campo alle 19. Domenica si
discutera' di come strutturare la rete delle donne in Italia: la
chiusura (prevista per le 13.30) e' affidata a Cristina
Comencini. Per chi non sara' a Siena, sara' possibile seguire
l'evento sul web con una diretta streaming su Radio Articolo 1,
su www.esemplaretv.com, tramite il blog di Se non ora quando (60
mila accessi a giugno), la pagina Facebook Se Non Ora Quando (5
mila amici e 45.829 contatti a giugno) e l'account
twitter@comitato13febbraio2011. (ANSA).

GRO
06-LUG-11 17:29 NNNN

domenica 12 giugno 2011

I DATI SULLE PRESENZE GIORNALISTICHE IN RAI: AL 31 DICEMBRE 2010 LE DONNE DIRIGENTI SONO IL 4%

DATI RELATIVI ALLE PRESENZE GIORNALISTICHE IN RAI
FORNITI DA RISORSE UMANE E AGGIORNATI AL 31 DICEMBRE 2010

Per dirigenti si intendono direttori, vicedirettori, capiredattori, capiredattori centrale e inviati con qualifica

In totale il personale giornalistico in Rai e’ di 1656 unita’: 1097 uomini e 559 donne (33,7%)
Dirigenti 280 uomini (17%) 67 donne (4%)

Tra i direttori 2 sole donne
Tra i vicedirettori 32 uomini e 3 donne
Tra i capiredattori 236 uomini e 63 donne
Tra i vicecapiredattori 118 uomini e 69 donne
Tra i capiservizio 168 uomini e 111 donne

Nel dettaglio:

TG 1 organico totale 141. Dirigenti 33 uomini, 6 donne
Vicecapiredattori 12 uomini 6 donne
Capiservizio 7 uomini 17 donne
Inviati 6 uomini 6 donne
Redattori ordinari 12 uomini 20 donne

TG 2 organico totale 123. Dirigenti 19 uomini 6 donne
Vicecapiredattori 11 uomini 9 donne
Capiservizio 6 uomini 7 donne
Inviati 4 uomini 3 donne
Redattori Ordinari 18 uomini 24 donne


TG 3 organico totale 98. Dirigenti 24 uomini 5 donne
Vicecapiredattori 4 uomini 7 donne
Capiservizio 2 uomini 7 donne
Inviati 2 donne
Redattori Ordinari 17 uomini 15 donne

RAI NEWS 24 organico totale 95. Dirigenti 12 uomini 6 donne
Vice capiredattori 6 uomini 6 donne
Capiservizio 10 uomini 7 donne
Inviati 1 uomo 1 donne
Redattori ordinari 24 uomini 22 donne

TGR organico totale 657. Dirigenti 44 uomini 11 donne
Vice capiredattori 50 uomini 11 donne
Inviati 17 uomini 4 donne
Capiservizio 100 uomini 45 donne
Redattori ordinari 144 uomini 108 donne

RAI PARLAMENTO organico totale 27. Dirigenti 5 uomini 3 donne
Vicecapiredattori 2 uomini 2 donne
Capiservizio 1 uomo 1 donne
Redattori ordinari 6 uomini 7 donne

RAI SPORT organico totale 94. Dirigenti 23 uomini 1 donna
Vicecapiredattori 6 uomini 3 donne
Inviati 15 uomini 3 donne
Capiservizio 11 uomini 2 donne
Redattori Ordianri 20 uomini 6 donne

TELEVIDEO organico totale 50 Dirigenti 8 uomini 4 donne
Vicecapiredattori 2 uomini 3 donne
Inviati 1 uomo 1 donna
Capiservizio 7 uomini 6 donne
Redattori ordinari 8 uomini 11 donne


RAI TECHE 1 dirigente donna

UFFICI DI CORRISPONDENZA ALL’ESTERO organico totale 27.
Dirigenti 13 uomini 1 donna
Vicecapiredattori 1 uomo
Inviati 5 uomini 2 donne
Capiservizio 4 uomini

GR RADIO1 organico totale 161. Dirigenti 27 uomini 9 donne
Vicecapiredattori 16 uomini 17 donne
Capiservizio 14 uomini 11 donne
Inviati 7 uomini 3 donne
Redattori ordinari 26 uomini 30 donne

GR PARLAMENTO organico totale 17
Dirigenti 4 uomini
Vicecapiredattori 2 uomini 1 donna
Capiservizio 1 uomo 2 donne
Redattori ordianri 4 uomini 3 donne

COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE
Organico totale 17 Dirigenti 3 uomini 3 donne
Vicecapiredattori 1 uomo
Capiservizio 2 uomini 1 donna
Redattori Ordinari 2 uomini 4 donne

RETI (RETE 1, 2 e 3) organico totale 56 Dirigenti 28 uomini 5 donne
Vicecapiredattori 1 uomo 1 donna
Inviati 2 uomini
Capiservizio 2 donne
Redattori ordinari 4 uomini 13 donne

RAI INTERNATIONAL organico totale 41 Dirigenti 12 uomini 2 donne
Vicecaporedattori 3 uomini 1 donna
Capiservizio 2 uomini 1 donna
Redattori ordinari 7 uomini 12 donne

FRANCESCA CAPOVANI: SUBITO MONITORAGGIO SU RAPPRESENTAZIONE FIGURA FEMMINILE NELL'INFORMAZIONE

Riceviamo e pubblichiamo

"BUON GIORNO. BENVENGA UN LUOGO DI DISCUSSIONE ON LINE. CREDO CHE QUESTO BLOG POSSA ESSERE UN PUNTO DI PARTENZA PER IL FAMOSO MONITORAGGIO SULLA RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURA FEMMINILE NEL MONDO DELL'INFORMAZIONE. POSTO CHE, IO CREDO, SI DEBBANO COMPRENDERE IN QUESTA ANALISI ANCHE I PROGRAMMI DI RETE CHE FANNO INFORMAZIONE (DA PORTA A PORTA A LA VITA IN DIRETTA, PERCHE' DA CASA PER GLI SPETTATORI QUESTI PROGRAMMI FANNO COMUNQUE PARTE DEL COMPLESSO INFORMATIVO)E' COMPITO NOSTRO INIZIARE DALL'ANALISI DEI TELEGIORNALI. E' TOLLERABILE SECONDO VOI CHE UN TG NAZIONALE DEDICHI SPAZIO, SOTTRAENDOLO ALLE NOTIZIE VERE, AL PREMIO PER IL MIGLIOR LATO B CHE, STUPORE NELLO STUPORE, UNA DONNA 50 ENNE AVREBBE SOFFIATO A PIPPA MIDDLETON? SAREBBE PENSABILE UN SERVIZIO DEL GENERE IN UN TG STRANIERO? IO CREDO DI NO. SAREBBE PENSABILE UN SERVIZIO DEL GENERE SE LA CONTESA FOSSE TRA IL LATO B DI GEORGE CLOONEY O BRAD PITT? CREDO DI NO. OLTRE AL FATTO DI ESSERE LA RAPPRESENTAZIONE DELLA MENTALITA' MASCHILISTA DI CHI CI COMANDA ( NON E' DETTO CHE IL SERVIZIO SIA STATO PROPOSTO DA UN UOMO. TRA L'ALTRO LA NOTIZIA, IN SE' VOLGARE E SESSISTA, NE CONTIENE UN'ALTRA CHE LO E' ANCORA DI PIU' : NOTIZIONE PERCHE' UNA DONNA MATURA SOFFIA IL TITOLO AD UNA VENTENNE) DISPIACE SOPRATTUTTO IL FATTO CHE INFORMAZIONI COME QUESTE CONTRIBUISCANO A DELEGITTIMARE IL NOSTRO RUOLO COME SERVIZIO PUBBLICO. UNA NOTIZIA MASCHILISTA E INUTILE AL POSTO DI TANTE, VERE NOTIZIE CHE SI POTREBBERO DARE. E CHE QUESTO VENGA FATTO ANCORA UNA VOLTA RIDICOLIZZANDO IL RUOLO DELLE DONNE. CREDO CHE LE NOSTRE BATTAGLIE OLTRE CHE NELLE ASSEMBLEE DEBBANO AVVENIRE SOPRATTUTTO DURANTE LE RIUNIONI DI SOMMARIO. A PRESTO E GRAZIE A TUTTE FRANCESCA CAPOVANI TG3"

sabato 11 giugno 2011

MARIA GRAZIA MAZZOLA: QUANDO L'AUTONOMIA BLOCCA LE CARRIERE. TUTTE INSIEME COSTRUIAMO UN OSSERVATORIO

GIORNALISTE VECCHIE E GIORNALISTE GIOVANI, ANZIANE SIGNORE ATTACCATE ALLA POLTRONA DI CONDUTTRICI E AITANTI CRONISTE PRONTE A TUTTO PER SOSTITUIRLE, INVIATE SPECIALI ANTICHE COME MOBILI D'EPOCA CHE CREDONO ANCORA CHE ESISTE LA MAFIA ANCHE TRA I COLLETTI BIANCHI. INVECE, COME SAPETE, I MAFIOSI ABITANO LE STALLE E IL GOVERNO HA CATTURATO I PIU' PERICOLOSI E SEMPRE IL GOVERNO HA SEQUESTRATO LORO I BENI, COSI' DICONO ALCUNI NOTI TG. E NEOINVIATE SPECIALI CHE CI HANNO MOSTRATO NUMEROSI SERVIZI SU QUANTO SONO BRUTTI E CATTIVI I MAGISTRATI, QUANTI ERRORI FANNO, QUANTO E' VANTAGGIOSA LA NUOVA RIFORMA SULLA GIUSTIZIA, OPPURE QUANTO E' BRAVO E BUONO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CHE REGALA DENTIERE GRATIS ALLE NONNINE POVERE DEL TERREMOTO DELL'AQUILA PUNTANDO LA TELECAMERA DENTRO LA LORO BOCCA. C'E' IL LIBRO BIANCO SCRITTO DAI COLLEGHI DEL CDR DEL TG1, ELOQUENTE E PRECISO SU UN LUNGO ELENCO. UN TG1 CON ASCOLTI CROLLATI, EVIDENTE PERDITA DI CREDIBILITA', ORMAI RIMORCHIO CIECO DELLA MAGGIORANZA.
INSOMMA, NELL'EPOCA BERLUSCONIANA CIO' CHE CONTA NELL'INFORMAZIONE, SE SEI DONNA, E' QUANTI ANNI HAI, NON SE SEI AUTOREVOLE E STIMATA E, AGGIUNGO, SE TI FAI FARE I COMPITINI DAI TUOI SUPERIORI E SE, DA BRAVA SENZA FARE CAPRICCI, COPI DAI GIORNALI, SE TE LO CHIEDONO.

COM'E' NOTO ABBIAMO SCRITTO - ALCUNE GIORNALISTE DEL TG1 - E FIRMATO UNA LETTERA A PROPOSITO DELLA DIVISIONE TRA VECCHIE E GIOVANI STIGMATIZZATA DA MINZOLINI, IN SOLIDARIETA' CON LA COLLEGA TIZIANA FERRARIO E A TUTELA DI CHI NON SI FA STRUMENTALIZZARE DALL'APPARENTE DIVISIONE. MA SI SA CHE DEITRO C'E' ALTRO. LE VECCHIE CHE TOLGONO POSTI ALLE GIOVANI: MA CHE FAVOLETTA! ABBIAMO TUTTI MODO DI VEDERE I TG EUROPEI E DEL NORDAMERICA: VANNO IN ONDA ANCHE A 60 ANNI SE SONO BRAVE E AUTOREVOLI, E ANCHE I CONDUTTORI,VECCHI E GOBBI. E NON SI E' MAI LAMENTATO NESSUNO.
NELL'EPOCA DEL RUBYGATE MAI RACCONTATO DA MOLTE TV, ANCHE NELL'INFORMAZIONE, MAI COME OGGI, CONTA L'AVVENENZA E DUNQUE SOPRATTUTTO LA GIOVANE ETA'. MA E' SOLO QUESTIONE DI APPANNAGGIO. IL PUNTO E' L'AUTONOMIA PROFESSIONALE, LA VALUTAZIONE CRITICA, LA FORZA DELLE DOMANDE SCOMODE, LA CAPACITA' DI INDAGARE CON LA TELECAMERA E DI NON LASCIARSI INGANNARE DALL'APPARENZA.

IN QUESTI ANNI IL MONDO DELL'INFORMAZIONE E' STATO CAPOVOLTO. UN ESEMPIO PER TUTTI: UN TERMINE DI MODA OGGI MA ABUSATO NELLE REDAZIONI 'CLANDESTINO'. I TG SONO PIENI DI SERVIZI SUI CLANDESTINI. MA CLANDESTINO DI CHE? CHIAMIAMO TUTTI CLANDESTINO: IL DISPERATO CHE FUGGE DA UN PAESE EXTRAEUROPEO IN CERCA DI PANE E DI PACE FUGGENDO SU BARCONI INSICURI, SFIDANDO IL MARE E LA SORTE, PORTANDO CON SE' I PROPRI BAMBINI CHE SPESSO ANNEGANO FRA LE ONDE!!! CLANDESTINO DI CHE? DOBBIAMO RIPENSARE A CIO' CHE CI CHIEDONO DI SCRIVERE E DI DIRE...

ORMAI PER I PERCORSI PROFESSIONALI IN TV, PER LA PROGRESSIONE DI CARRIERA ASSISTIAMO SEMPRE PIU' ALLA CAMPAGNA DEI 'MIRACOLI': SI. CHI ERA ZOPPO IERI, OGGI HA LASCIATO LE STAMPELLE E CORRE FINO A SALTARE GLI OSTACOLI. CHI NON AVEVA UNA STORIA PROFESSIONALE, ALL'IMPROVVISO, COMANDA. E VIA DICENDO... DI CONTRO, CHI AVEVA ACCUMULATO TANTI MERITI PROFESSIONALI, IL MIRACOLO AL CONTRARIO, E' SCOMPARSO DAL VIDEO PER MAGIA, OPPURE SE VA IN ONDA A FORZA NON PUO' RACCONTARE ARGOMENTI RITENUTI SCOMODI PER IL GOVERNO PERCHE' NON GLIELI AFFIDANO. SONO PROMOSSI CONTINUAMENTE SEMPRE GLI STESSI: PUOI ACCUMULARE MERITI, ESPERIENZA, ANZIANITA'. NON SERVE A NIENTE: FERMA AL PALO PER 15,16 17 ANNI...
SE NON SEI OMOLOGATA, ALLORA SEI UNA SCANSAFATICHE COM'E' NOTO: REMI CONTRO E NON TI VA DI SUDARE E DI METTERTI A LAVORARE. O LAVORI PER LORO, PER I POTENTI.SE PROTESTI ALLORA FAI I CAPRICCI, SEI UNA NOTA DISFATTISTA E ROMPISCATOLE. TI METTI PER TRAVERSO. SE HAI RACCONTATO IL TRACOLLO ECONOMICO E COMMERCIALE DELL'ABRUZZO DOPO TERREMOTO, IL SERVIZIO E' RIMASTO LI', CIO' CHE HAI VISTO NON VIENE MESSO IN ONDA PERCHE' CONTRASTA CON LA CAMPAGNA MIRACOLISTICA DEL PRESIDENTE. ALLORA IL DIRETTORE ERA RIOTTA.
HAI MOLTE PROBABILITA' DI ESSERE DEQUALIFICATA DA CRONISTA DI GIUDIZIARIA AD ESPERTA DEI BAMBINI SCOMPARSI, DROGATI, ALLUVIONI, ALIANTI E QAUILONI CHE CADONO O NATANTI CHE ANNEGANO O INCIDENTI STRADALI.
QUANTE COLLEGHE NE SANNO QUALCOSA? QUANTE SONO ANDATE IN PARITETICA? QUANTE HANNO FATTO CAUSA? CI SONO COLLEGHE CHE HANNO TOLTO LA FACCIA DAL TG PER PROTESTA, PAGANDO UN PREZZO ALTO, E MENOMALE CHE QUESTE COLLEGHE CI SONO, CI SONO QUELLE CHE SI SONO RIFIUTATE DI FARE CERTI SERVIZI, POCHE...

SE UNA GIORNALISTA DOPO PIU' DI VENTI ANNI SI E' QUALIFICATA CON NOTI RISULTATI, SE HA FATTO LA QUALITA' E LA QUANTITA' INCISA NEGLI ARCHIVI RAI, A CINQUANT'ANNI - SCUSATE - NON E' CONSENTITO A NESSUNO BUTTARE A TERRA LA SUA VITA PROFESSIONALE CON LA PRETESA CHE DEBBA RICOMINCIARE SEMPRE DACCAPO COME SE PRIMA NON C'E' STATO NULLA, COME SE DEVI SEMPRE DIMOSTRARE QUALCOSA, TRATTATA COME TAPPABUCHI O BUONA PER LA CRONACA MINORE... E PERDIPIU' TI VENGONO NEGATI OVUNQUE LE PROGRESSIONI DI CARRIERA.
E' ANTICOSTITUZIONALE.
IL SINDACATO NEL QUALE CREDO DEVE AIUTARCI A TROVARE SOLUZIONI PER ARGINARE I DANNI PROFESSIONALI, PER FERMARE QUESTA DEGENERAZIONE.
IL PROBLEMA, COLLEGHE, E' CHE IN TV C'E' L'ASSOLUTA ANARCHIA ,ASSENZA DI REGOLE , C'E' IL FARWEST ....SBARRAMENTI DI CARRIERA PERCHE' NON APPARTIENI A QUESTO O A QUELLO O PERCHE' HAI LAVORATO CON FEDELTA' AL SERVIZIO DEL CITTADINO O PERCHE' NON SEI SIMPATICA. TI SCALZANO ANCHE PERCHE' SOLO SERVE IL POSTO CHE OCCUPI ,GLI SERVE IL NUMERO E VOGLIONO TUTTO.

QUALE PERCORSO PROFESSIONALE PUO' SPERARE CHI NON ACCETTA L'OMOLOGAZIONE ? CHI PENSA CON LA PROPRIA TESTA ? CHI NON ACCETTA DI FARE LA VELINA DELL'INFORMAZIONE, QUANTE SPERANZE HA DI COSTRUIRE UN PERCORSO PROFESSIONALE ? QUANTE PROBABILITA' INVECE DI FINIRE DEQUALIFICATA ? E COME HA DETTO BENE ENZO BIAGI ,PRIMA DI MORIRE ,DOPO AVERE SUBITO L'EDITTO BULGARO : NESSUNO POTRA' RESTITUIRMI GLI ANNI CHE MI SONO STATI TOLTI QUANDO HANNO CANCELLATO LA POSSIBILITA' DI FARE IL MIO MESTIERE.

CREDO CHE TUTTE INSIEME DOBBIAMO REAGIRE PRIMA DI TUTTO CON LA SOLIDARIETA' ORGANIZZATA E CONCRETA . UNA COLLEGA CHE SI ESPONE NON DEVE POI ESSERE LASCIATA AL MOBBING DEI SUPERIORI O A PUNIZIONI CELATE. CHI LA SOSTIENE? CREDO CHE BISOGNA TUTELARE LE COLLEGHE PESANTEMENTE PENALIZZATE, CHI E' STATA SPAZZATA CON PREPOTENZA DAL VIDEO, CHI E' STATA DEQUALIFICATA ,CHI E' PENALIZZATA PER LA MATERNITA', CHI HA DENUNCIATO E DENUNCIA, CHI NON SI ADEGUA, CHI ANCORA OGGI NONOSTANTE TUTTO CREDE ANCORA NEL SERVIZIO PUBBLICO E IN UNA TV PRESENTE ANCHE PER I DEBOLI E PER GLI ULTIMI, PER CHI NON ARRIVA ALLA FINE DEL MESE ,PER I GIOVANI SENZA FUTURO IN UN PAESE DICHIARATAMENTE NEPOTISTA.

PROPONGO UN OSSERVATORIO UFFICIALE E PUBBLICO NELL'AMBITO USIGRAI,CON NOMI E COGNOMI, CON CASI CONCRETI DI DEQUALIFICAZIONI, PENALIZZAZIONI E VIOLAZIONI DEI DIRITTI, UN OSSERVATORIO SOSTENUTO DA UN'EQUIPE DI LEGALI .
E' ORA DI DIRE BASTA ALLE PROFESSIONALITA' MESSE ALLA BERLINA.

MARIA GRAZIA MAZZOLA, INVIATO SPECIALE TG1 -
INTERVENTO LETTO ALL'ASSEMBLEA DELLE GIORNALISTE RAI IL 6 GIUGNO 2011 ,SAXA RUBRA , INDETTA DALLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA' DELL'USIGRAI

ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA: DONNE DELL'ANTIMAFIA

DONNE DELL’ANTIMAFIA

La cultura della Legalità e delle Regole declinata al femminile, perché le donne hanno coraggio, intelligenza, veridicità, capacità professionali e organizzative; le donne esprimono con forza un valore aggiunto che si affina nella lotta quotidiana alle mafie, ma che specularmente viene utilizzato con successo dalle stesse mafie nella loro organizzazione di potere piramidale. Donne “contro” le mafie oggi fa rima anche con donne “dentro” le mafie.

Questo il quadro emerso dalla giornata di riflessione sul tema, organizzata dall’ASR presso la FNSI per accendere i riflettori sul problema nel Lazio. Un parterre qualificato coordinato dalla Presidente Asr Rita Mattei e dal segretario Paolo Butturini, che ha dedicato i lavori alla memoria del collega Roberto Morrione, una vita professionale spesa a cercare di essere con onestà intellettuale un riferimento credibile sul problema della mafia.

Un videomessaggio di Rita Borsellino ed un saluto di Don Luigi Ciotti hanno introdotto i contributi di Barbara Sargenti, Gabriella Stramaccioni, Anna Maria Giorgione Imposimato (che ha voluto ricordare la vendetta trasversale della mafia con l’uccisione del cognato, Franco Imposimato), Francesca Monaldi, Rita Di Giovacchino, Angela Napoli, Nadia Cersosimo, Bianca Stancanelli, Lucia Brandi, Pino e Marisa Masciari, Alessia Marani e Maria Sole Galeazzi. Esperienze professionali e personali diverse, sotto il denominatore della “lotta alla mafia”; magistratura, forze dell’ordine, politica e associazionismo, testimoni di giustizia, scrittrici e giornaliste che, scegliendo di occuparsi di criminalità organizzata, hanno imboccato una strada dalle conseguenze spesso irreversibili.

Cosa Nostra, dunque, non è più cosa da “uomini”, ha ricordato Mattei, perché oggi è superato anche l’antico ruolo “ancillare” (Sargenti) che vedeva le donne relegate a mero sostegno del “guerriero”, magari latitante, o come soggetti di potere “obliquo”. Oggi nei clan il potere le donne lo esercitano anche in maniera diretta, così come dai clan escono con coraggio figure di donna come Rita Atria e Felicia Impastato, che hanno fatto della responsabilità civile il loro tratto distintivo (Giorgione Imposimato e Stramaccioni). Per Angela Napoli sempre più donne delle istituzioni sono sintonizzate su questa realtà, ma poco incoraggiate nonostante le grandi capacità; un suo disegno di legge sulla corruzione giace ignorato da tutti, perché chiede l’acquisizione allo Stato dei patrimoni mafiosi dei politici. E la corruzione è il primo gradino nello scivolamento verso la contaminazione mafiosa (Giorgione Imposimato), così come i comitati di interesse (Marani), un fenomeno che riguarda tutto il Paese, e a cui le banche non restano estranee (Brandi). Secondo il Censis il 22% degli italiani vive in territori sotto il dominio “militare” della mafia, ma Ilda Boccassini denuncia che a Milano ci sono livelli di omertà più alti che in Sicilia (Stancanelli); mafia e politica hanno interesse alla conservazione dello status quo, il nemico principale di questo Paese, e a mantenere l’atavica “distrazione” della società civile. Non basta denunciare (si rischia in prima persona, come Galeazzi, cronista di provincia) ma serve una rete di protezione per arginare il potere crescente di quella che viene definita la “quinta mafia”, un misto di politica, affari e lobbismo cresciuto nel Lazio sotto la scuola dei clan infiltrati e dei domicili coatti.

Poi c’è anche chi denuncia il racket (coniugi Masciari) e vede stravolta la propria vita e quella dei familiari. Il coraggio significa anche volere continuare a sentirsi uomini e donne “liberi e responsabili”.

9 GIUGNO 2011

mercoledì 8 giugno 2011

QUESTIONARIO SULLA REALTÀ DEI GIORNALISTI IN RAI PROMOSSO DALLA CPO USIGRAI

SESSO ☐Maschio ☐Femmina

LA TUA ETA' E' COMPRESA TRA ☐30-40 anni ☐40-50 ☐50-60 ☐Oltre

QUAL E' ATTUALMENTE LA TUA SITUAZIONE LAVORATIVA?
☐Precario/a ☐Assunto/a

QUAL E' LA TUA QUALIFICA PROFESSIONALE?
☐Redattore ☐Caposervizio ☐Inviato ☐Vice caporedattore
☐Caporedattore ☐Corrispondente ☐Vice direttore ☐Altro

HAI FIGLI?
☐Sì, uno ☐Sì, più di uno ☐Nessuno
In caso di risposta affermativa
☐da 0 a 3 anni ☐da 4 a 10 anni
☐da 11 a 17 anni☐maggiorenne

TI RITIENI SODDISFATTO DEI SEGUENTI ASPETTI DELLA TUA PROFESSIONE?
Orario
☐Molto ☐Abbastanza ☐Poco ☐Per nulla
Retribuzione
☐Molto ☐Abbastanza ☐Poco ☐Per nulla
Prospettive
☐Molto ☐Abbastanza ☐Poco ☐Per nulla

RITIENI DI AVER SUBITO VIOLAZIONI CONTRATTUALI NEL CORSO DEL TUO ITER LAVORATIVO IN RAI?
☐Sì ☐No
In caso di risposta affermativa, hai preferito
☐Adire le vie legali ☐Chiedere tutela sindacale
☐Ignorare la violazione ☐Altro

QUALI SONO LE DIFFICOLTA' CHE RISCONTRI PIU' FREQUENTEMENTE NELLA TUA REALTA' LAVORATIVA?
☐Tensioni con i colleghi ☐Scarso dialogo con i superiori
di grado
☐Demansionamento ☐Altro

ALL'INTERNO DELLA REDAZIONE TI RITIENI DISCRIMINATO?
☐Sì ☐Spesso ☐Qualche volta ☐Mai
In caso di risposta affermativa, precisane il motivo
☐Mobbing ☐Orientamento sessuale
☐Orientamento politico ☐Altro

RITIENI DI RICEVERE ADEGUATO RICONOSCIMENTO RELATIVAMENTE AL LAVORO CHE SVOLGI?
☐Sì ☐Qualche volta ☐No

RITIENI DI AVERE AUTONOMIA NELLO SVOLGIMENTO DELLE TUE MANSIONI?
☐Sì ☐Qualche volta ☐Quasi mai ☐No

VALUTA LA SALUBRITA' DEL TUO HABITAT LAVORATIVO E LE CONDIZIONI DI SICUREZZA
☐Insufficiente ☐Mediocre ☐Sufficiente ☐Buono ☐Ottimo

N.B. : Il questionario va redatto in maniera assolutamente anonima barrando, per ogni domanda, la casella prescelta.
I Cdr provvederanno a far recapitare i questionari compilati alla Cpo dell’Usigrai entro il 20 giugno 2011.
Grazie per aver collaborato.

IL VADEMECUM SULLA MATERNITA' REALIZZATO DALLA CPO USIGRAI

MATERNITA’

LE FONTI NORMATIVE
- Legge 30 dicembre 1971, n. 1204 - Tutela delle lavoratrici madri
- Legge 8 marzo 2000, n. 53 - Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città
- Decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 - Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternita' e della paternita', a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53. (GU n. 96 del 26-4-2001 - Suppl. Ordinario n.93)
- Legge 5 febbraio 1992, n. 104
Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate
- Contratto nazionale di lavoro giornalistico 2009-2013 - art. 24 matrimonio e maternità
- Accordo integrativo Rai-Usigrai 2010-2013 - art. 14 maternita’ – assegno di nunzialita’ – permessi per esami

MATERNITA’ VADEMECUM

QUANDO DEVO COMUNICARE ALL’AZIENDA DI ESSERE INCINTA?
La comunicazione deve essere tempestiva, proprio a tutela della saluta donna. La legge infatti prevede per la lavoratrice il diritto a un trattamento particolare: orari standard, no a turni disagiati, no a trasferte, a meno che non sia lei a decidere di farli. Anche il Cnlg sancisce, a particolare tutela della salute nella maternità, dall'inizio del periodo di gravidanza, il diritto della giornalista (con relativa certificazione ginecologica secondo le norme di legge) di essere adibita ad adeguate mansioni prive di fonti di rischio tecniche.

SI HA DIRITTO A PERMESSI RETRIBUITI DURANTE LA GESTAZIONE?
Le lavoratrici gestanti hanno diritto a permessi retribuiti per l'effettuazione di esami prenatali, accertamenti clinici ovvero visite mediche specialistiche, nel caso in cui questi debbono essere eseguiti durante l'orario di lavoro.
Per la fruizione dei permessi le lavoratrici presentano al datore di lavoro apposita istanza e successivamente la relativa documentazione degli esami.

QUANDO INIZIA E QUANTO DURA L’ASTENSIONE OBBLIGATORIA, OVVERO LA MATERNITA’?
La legge la definisce astensione obbligatoria; comprende i 2 mesi prima della data presunta del parto e i tre mesi successivi al parto.
L’accordo integrativo Rai-Usigrai 2010-2013 prevede un mese in più. L’azienda consente alle giornaliste di astenersi dal lavoro per maternità per un periodo di 4 mesi dopo il parto.
Per legge comunque l’astensione obbligatoria è flessibile.
Ferma restando la durata complessiva dell'astensione dal lavoro, le lavoratrici hanno la facoltà di astenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi successivi al parto, a condizione che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.

IN CASO DI PARTO PREMATURO?
Qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta, i giorni non goduti di astensione obbligatoria prima del parto vengono aggiunti al periodo di astensione obbligatoria dopo il parto. La lavoratrice è tenuta a presentare, entro trenta giorni, il certificato attestante la data del parto.

HANNO DIRITTO ALLA MATERNITA’ ANCHE LE GIORNALISTE A TEMPO DETERMINATO?
Sì. Le disposizioni di legge sono le stesse. Nel caso in cui la giornalista a tempo determinato entri in maternità fuori contratto a pagare l’indennità sarà l’Inpgi.

QUALE CERTIFICAZIONE PRESENTARE?
Prima dell'inizio dell'astensione obbligatoria dal lavoro le lavoratrici dovranno consegnare al datore di lavoro e all'istituto erogatore delle indennità giornaliere di maternità (Inpgi, se fuori contratto) il certificato medico indicante la data presunta del parto. La data indicata nel certificato fa stato, nonostante qualsiasi errore di previsione.

SE LA GESTAZIONE HA DELLE COMPLICAZIONI?
In tal caso l'ispettorato del lavoro può disporre, sulla base di accertamento medico, l'interdizione dal lavoro per uno o più periodi, la cui durata sarà determinata dall'ispettorato stesso.

QUAL E’ LA RETRIBUZIONE DURANTE LA MATERNITA’?
Il Cnlg all’art 24 prevede che durante il periodo di assenza obbligatoria dal lavoro per gravidanza e puerperio le giornaliste hanno diritto alla retribuzione intera.

LA MATERNITA’ VIENE COMPUTATA NELL’ANZIANITA’ DI SERVIZIO, FERIE E ALTRI ISTITUTI?
Durante l’astensione obbligatoria maturano normalmente i seguenti istituti: tredicesima mensilità,gratifica natalizia, ferie,permessi, redazionale, scatti di anzianità. Anche nel caso di giornaliste a tempo determinato, la maternità viene considerata nel computo dei giorni da maturare per i bacini.

C’E’ UN ORARIO RIDOTTO DURANTE IL PRIMO ANNO DI VITA DEL FIGLIO?
Sì. Si ha diritto al cosiddetto allattamento, ovvero due ore al giorno di permesso retribuito. In caso di parto plurimo i periodi di riposo sono raddoppiati.

OLTRE ALLA MATERNITA’ CI SONO ALTRI CONGEDI PREVISTI PER I FIGLI?
Sì. Si può ricorrere all’assenza facoltativa nei primi otto anni di vita del figlio; per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi. Va dato preavviso almeno 15 giorni prima.

QUAL E’ IL TRATTAMENTO ECONOMICO IN CASO DI ASSENZA FACOLTATIVA?
E’ pari ad un’indennità del 30% della retribuzione a carico dell’istitituto previdenziale. Non si maturano, ferie, gratiche, scatti di anzianità, tredicesima e redazionale.

IN CASO DI ADOZIONE E AFFIDO?
Le norme su assenza facoltativa sono le stesse illustrate sopra.

IN CASO DI FIGLI DISABILI, SI HA DIRITTO A PERMESSI SPECIALI?
Si. Sono permessi retribuiti e coperti da retribuzione figurativa. La materia è regolata dalla legge 104/92, e riguarda figli e familiari disabili in genere.
Nel caso di figlio nato con handicap, l’ assenza facoltativa retribuita al 30 % può essere prolungata fino a tre anni a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati.
Dopo il compimento del terzo anno di vita del figlio con handicap grave, la madre ha diritto a tre giorni di permesso mensile.
Dopo il compimento della maggiore età, la lavoratrice madre ha diritto ai tre giorni mensili a condizione che sussista convivenza con il figlio o, in assenza di convivenza, che l’assistenza al figlio sia continuativa ed esclusiva.

SE I FIGLI SI AMMALANO?
Entrambi i genitori, alternativamente, hanno diritto, altresí, di astenersi dal lavoro durante le malattie del bambino di età inferiore a otto anni. Ciascun genitore, alternativamente, ha altresi' diritto di astenersi dal lavoro, nel limite di cinque giorni lavorativi all'anno, per le malattie di ogni figlio di eta' compresa fra i tre egli otto anni. Per fruire dei congedi il genitore deve presentare il certificato di malattia rilasciato da un medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato. La malattia del bambino che dia luogo a ricovero ospedaliero interrompe, a richiesta del genitore, il decorso delle ferie. I periodi di congedo per la malattia del figlio sono computati nell'anzianita' di servizio, esclusi gli effetti relativi alle ferie e alla tredicesima mensilita' o alla gratifica. Il congedo per la malattia del bambino spetta anche per le adozioni e gli affidamenti.
Oltre a quanto previsto dalla legge l’integrativo Rai-Usigrai stabilisce che relativamente al congedo per malattia del figlio, l’Azienda inoltre - fatte salve particolari esigenze produttive – concederà ai giornalisti professionisti che ne facciano richiesta, uno o più periodi di permesso non retribuito, fino a un periodo temporale massimo di astensione di trenta giorni per anno solare, per comprovata grave malattia del figlio di età compresa tra i tre e i sei anni di età, che necessiti della presenza del genitore.
La concessione di tali permessi sarà, comunque, subordinata al presupposto che l’altro genitore non sia in astensione dal lavoro negli stessi giorni per malattia del bambino.
Il periodo temporale di astensione dal lavoro giustificato in base a tali permessi non potrà essere computato ad alcun fine nell’anzianità di servizio.

ESISTE IL CONGEDO DI PATERNITA’?
Sì ma in casi molto particolari. Il padre lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro per tutta la durata del congedo di maternita' o per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice, in caso di morte o di grave infermita' della madre ovvero di abbandono, nonche' in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre.

lunedì 6 giugno 2011

ASSEMBLEA GIORNALISTE A DG LEI: SU DONNE INVERTIRE LA ROTTA

RAI: GIORNALISTE A DG LEI, SU DONNE INVERTIRE LA ROTTA
DA ASSEMBLEA DOCUMENTO SU PARI OPPORTUNITA' E IMMAGINE FEMMINILE
(ANSA) - ROMA, 6 GIU - Rappresentano il 33,7% del personale
giornalistico della Rai a tempo indeterminato ma ricoprono solo
il 4% dei posti dirigenti. Questa e' la situazione delle
giornaliste Rai aggiornata al 31 dicembre 2010 in base ai dati
forniti alla Commissione pari opportunita' Usigrai dall'azienda
e che non comprende le tante precarie e con contratti
d'ingresso. E' quanto si legge nel documento dell'assemblea
delle giornaliste Rai che sara' consegnato domani al direttore
generale dell'azienda Lorenza Lei.
''Una condizione di evidente disparita' di genere a fronte di
una maggiore visibilita' limitata all'immagine, alle conduzioni
dei telegiornali, alle presenze nei programmi di informazione e
di intrattenimento: una ''vetrina'' senza potere - scrivono le
giornaliste - due soli direttori donna, 3 donne tra i
vicedirettori a fronte di 33 uomini, 63 donne capiredattori a
fronte di 236 uomini, 69 donne tra i vice caporedattori a fronte
di 118 uomini, 111 donne tra i capiservizio a fronte di 168.
Ancora una volta la Rai rispecchia i problemi della societa'
italiana. Chiediamo ai vertici dell'azienda di invertire la
rotta a partire dalla soluzione di problemi concreti: politiche
di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (part time e
diritto alla maternita') e, non ultimo, la realizzazione
dell'asilo nido aziendale''.
Nel documento, un capitolo riguarda la rappresentazione delle
donne nell'informazione Rai: ''le parole e le immagini con cui
raccontiamo il mondo femminile sono frutto di una cultura che
riduce le donna a oggetto da esibire o da usare. Trasparenti e
invisibili sono invece le donne reali con i loro successi e i
loro problemi nei diversi settori della vita del Paese. Anche
dalla societa' e' ormai pressante la richiesta al servizio
pubblico di un'adeguata e rispettosa rappresentazione
dell'immagine della donna. E' quindi ormai indifferibile una
risposta dell'azienda sul monitoraggio previsto dal nuovo
Contratto di servizio. L'assemblea delle giornaliste da' mandato
al sindacato, e possibilmente d'intesa con la Cpo aziendale, di
aprire un confronto con l'azienda''. Alla Cpo Usigrai si chiede
inoltre di proseguire con le iniziative gia' avviate (vademecum
sulla maternita', questionario sulla realta' di tutti i
giornalisti Rai, blog di informazione e discussione sul sito
Usigrai), di ampliare le tutele previste dal contratto
integrativo per i congedi familiari e di estenderle anche alle
colleghe precarie, di promuovere un Osservatorio sindacale sui
casi di dequalificazioni, penalizzazioni e violazioni dei
diritti.
''L'assemblea auspica che sempre, di fronte ad abusi
segnalati, o prese di posizione delle singole colleghe, si
attivi - conclude il documento - una solidarieta' collettiva, da
parte di tutte le donne e del sindacato''. (ANSA).

MA
06-GIU-11 19:02 NNNN

lunedì 30 maggio 2011

CPO USIGRAI: LUNEDI' 6 GIUGNO LA PRIMA ASSEMBLEA DELLE GIORNALISTE

Per la prima volta la Commissione Pari Opportunità dell'Usigrai indice l'assemblea delle giornaliste. Un momento di incontro con le colleghe, per informare delle attività fin qui svolte dalla Commissione Pari Opportunità dell’Usigrai e per confrontarci sui problemi che affrontiamo nelle redazioni.
Saranno forniti i dati aziendali sulla presenza delle donne giornaliste in Rai, sarà presentato un questionario che ha come obiettivo quello di "fotografare" più nel dettaglio la presenza femminile in azienda. Saranno affrontati i  problemi legati alla maternità, nel precariato e non,  i percorsi professionali per chi fa la conduttrice, o l’inviata o chi sta nelle trincee delle redazioni: spesso alle prese con demansionamenti , violazioni contrattuali e penalizzazioni anche legate all’età.
E poi  la necessità di una riflessione su come il servizio pubblico rappresenta l’immagine della donna nei programmi come nei telegiornali: l’assenza della donna reale e il perpetuarsi di stereotipi nocivi al rispetto della sua dignità.

"Dove siamo state"
Intervento introduttivo di Alessandra Mancuso

13 febbraio. "Se non ora quando". Un milione di donne nelle piazze d'Italia. Si è detto che era contro Berlusconi. Era invece la reazione corale a una questione nazionale ormai al limite di guardia: il rapporto tra sesso e potere, il rispetto della dignità delle donne. Come il potere usa e rappresenta le donne dell'immaginario maschile nel discorso pubblico (battute e barzellette), come da "cortigiane" le promuova a cariche e ruoli politici e istituzionali senza relazione con merito, capacità, esperienza. Lo spazio che abbiamo nella società: welfare carente, tanta fatica, pochi soldi e posizioni marginali nelle classi dirigenti del Paese. Il 13 febbraio ha dato voce ,e immagine, a un comune sentire.
Noi siamo due volte interpellate come giornaliste del servizio pubblico: lo siamo come donne (e in molte eravamo in piazza del Popolo) e al tempo stesso per il ruolo centrale che hanno i media nel discorso pubblico e nella cultura del Paese.
Con questa assemblea vogliamo rompere un silenzio. Non ci vediamo dal 2006. Molte ricordano: una raccolta di firme, il convegno a viale Mazzini con i vertici aziendali e della Vigilanza, il documento "Tante quanti", l'apertura della vertenza "tavolo rosa" in paritetica, l'incontro con il ministro Pollastrini … Chiedevamo "quote" nelle promozioni ma anche una politica di conciliazione dei tempi, di vita e di lavoro: il 2007 fu tutto dedicato dall'Usigrai alla realizzazione del nostro primo nido aziendale con la Cpo Rai.
Quel percorso si è interrotto, per l'assenza dell'azienda, per la sua deludente retromarcia sul nido che era ormai a portata di mano. Per le nostre difficoltà in Usigrai.
E oggi, se nel nuovo Contratto di servizio si chiede che la Rai si doti di un sistema di monitoraggio sull'immagine della donna, ciò è risultato dell'associazionismo delle donne che si è mobilitato chiedendolo. Movimento che non ha visto la nostra partecipazione, né quello delle altre lavoratrici Rai.
E' una questione più che matura, decotta. Abbiamo detto tutto, scritto tutto. Ora ci vogliono risposte, soluzioni, che siano resi effettivi gli strumenti. E' ora di tornare in campo come giornaliste Rai e chiedere all'azienda di decidere a chi affidare e come realizzare il monitoraggio. E sarà questo un interessante terreno di prova per il primo Direttore Generale donna Lorenza Lei.
La questione "quote", che pure non ci appassiona particolarmente, non è "obsoleta": basti pensare che il tema ha aperto il Festival dell'Economia a Trento. O alla legge appena approvata anche in Italia sulla presenza di genere nei Cosigli di amministrazione.
Inutile ricordare i dati della nostra irrilevanza ai vertici in questo Paese: si è calcolato che con gli attuali ritmi di crescita ci vorranno 70 anni per la parità. E anzichè agire per rimuovere le cause dell'ineguaglianza, si volatilizzano anche i 4 miliardi i 10 anni dall'innalzamento dell'età pensionistica che dovevano essere destinati alle politiche di conciliazione, alle donne!
Al vertice Rai c'è un Direttore Generale (finora solo due Presidenti) e ci sono solo due direttori di testata, (Teche e Tg3, al terzo direttore donna). Finora le top manager della Rai potevano ambire a posizioni giudicate "marginali" dal potere e dalla politica. La Direzione Generale è il cuore del potere. Un dato nuovo ancora da valutare alla prova dei fatti.
Non c'è differenza nell'esercizio del potere: ci si omologa a logiche e sistema dominante, un dato a lungo ragionato e ormai acquisito. (Ma siamo sempre pronte a ricrederci!). Dietro lamentazioni di "mobbing" ci accorgiamo che a volte ci sta un superiore donna, del resto.
E però, mi sembra giusto registrare, anche, che "Se non ora quando" è stata ben rappresentata nell'informazione Rai, oltre alla Radio e all'all news, solo grazie al Tg3. E magari in un tg, in redazioni dirette da donne, non si chiedono avvilenti servizi sulla prova costume e sulla cellulite.
E allora: differenza nel prodotto ma omologazione nelle dinamiche di potere autoritario? E' legittimo ragionarne, anche nel fare sindacato delle donne, naturalmente.
Dove siamo
L'agenda sindacale è fatta di problemi concreti. Qual è più in generale il nostro ruolo nelle redazioni.
Un risultato importante lo abbiamo ottenuto con la riforma dello Statuto Usigrai - aprile 2009: non solo perché la Cpo è diventata commissione statutaria elettiva (con meccanismi trasparenti di selezione, in congresso) ma perché, da "apripista" come spesso capita all'Usigrai, abbiamo introdotto le quote di genere nelle candidature (il 30 per cento). E molte colleghe sono state elette tra commissioni ed esecutivo. Il vicesegretario Usigrai è donna.
I dati che ci ha fornito l'azienda fotografano la nostra fatica ad avanzare nella carriera. Ma la fotografia non è fatta solo di dati.
La stabilizzazione dei precari ha immesso nelle redazioni moltissime colleghe. Le più "giovani" che devono far fronte a problemi di organizzazione familiare e di maternità in un ambito professionale che non è a "orari flessibili".
E l'ingresso così rilevante delle donne, più "giovani", dal precariato alle redazioni, genera - si fa sempre più marcato - anche un problema generazionale per le più "anziane" che si vedono "scalzare" (come inviate e conduttrici) senza che sia loro offerto il giusto riconoscimento di carriera, un ruolo direttivo come sarebbe naturale in virtù dell'esperienza, dell'anzianità aziendale. C'è il rischio di essere marginalizzate. E che aumentino i demansionamenti.
E' avvilente guardare, come riflessi allo specchio, i ruoli che ci sono riservati. Non guardiamo le poche che, non sempre per merito, arrivano a posizioni ambite. Qual è il posto che ci viene assegnato?
Nelle line entriamo tardi e poi restiamo a lungo, se non fino alla pensione, nelle posizioni intermedie e marginali. Guadagnando meno. Ci spingono al video, perché siamo "ornamentali". E c'è, è vero, una corsa anche delle colleghe al video. E' la cosa più a portata di mano. Ma poi ecco la differenza con gli uomini: le conduttrici devono essere giovani, "fresche", carine. Non: autorevoli e di spessore professionale. Nella testa dei direttori, spesso, e non in tutti per fortuna, c'è il modello velina o "segretaria". (Parlo del modello in testa agli uomini, non delle colleghe naturalmente)
C'è insofferenza per le conduttrici e le inviate più "navigate" che mostrano autonomia di critica e spirito dialettico. Il modello da imporre è un altro. E, mi dispiace dirlo, vedo poca consapevolezza nelle colleghe più giovani che arrivano al video o diventano inviate.
Fanno fuori le "vecchie" dicendo che fanno tappo alle "giovani". Se non riusciamo a costruire un tessuto unitario ci dividono, ci strumentalizzano. Un gruppo di colleghe del Tg1 lo ha detto con una lettera. E forse quella lettera avrebbe potuto suscitare altri interventi. Ci vorrebbero più iniziative, anche spontanee...
Non partiamo da zero. In questi anni abbiamo spazzato via luoghi comuni e ci siamo fatte pragmatiche. Abbiamo bisogno di maggiore partecipazione. Abbiamo tutte un comune senso di appartenenza al servizio pubblico, un'azienda in cui crediamo. E questo senso del valore del servizio pubblico e l'orgoglio di farne parte, ci dà delle responsabilità. Quest'assemblea serve anche a raccogliere energie e disponibilità a lavorare con la Cpo e a immaginare un percorso. Per poi magari ritrovarci e verificarlo.

CORRIERE DELLA SERA: IL LIBRO "MATERNITA' E LAVORO, LA PARITA' SERVE A TUTTI"

Il libro
«Maternità e lavoro,
la parità serve a tutti»
Analisi «bipartisan» di Perina (Pdl) e Mosca (Pd) su potere e diritti nel «Paese più maschilista d'Europa»
Il libro

«Maternità e lavoro,
la parità serve a tutti»

Analisi «bipartisan» di Perina (Pdl) e Mosca (Pd) su potere e diritti nel «Paese più maschilista d'Europa»

La maternità non è un affare solo da donne. E se è la politica a determinare le svolte sociali, sulle donne la destra e la sinistra parlano la stessa lingua. A farlo sono due «quote rosa». Alessia Mosca, deputata Pd, e Flavia Perina, parlamentare Fli. «Sono le donne a dovere prendere in mano il loro destino», dice Flavia Perina. «Riequilibrare la disparità sociale è una necessità economica, vanno ridisegnate alcune regole del vivere comune», le fa eco Alessia Mosca. Le loro voci si alternano in Senza una donna. Dialogo, come recita il sottotitolo su potere, famiglia, diritti nel Paese più maschilista d'Europa (in libreria da domani per la casa editrice add). Maschilista, l'urlo di Mosca e Perina non è contrapposizione tra i generi, ma conciliazione tra sessi, tempi e partiti. Una prova di conversazione in cui da opposte visioni fanno il ripasso della questione femminile attraverso l'analisi di maternità, quote, leadership, lavoro e media. Una frase sintetizza il sentire comune: «Mai più soggetti deboli, mai più minoranza politica e sociale, mai più bottino di guerra tra opposti machismi».
Comune è il terreno della critica: «In Italia non abbiamo "cose di destra" come il diritto all'asilo nido imposto alla Germania dal governo della signora Merkel», dice Flavia Perina, 53 anni, ex direttore del Secolo d'Italia «e nemmeno "cose di sinistra" come il riconoscimento delle coppie di fatto. Non abbiamo aiuti alla famiglia o garanzie sul lavoro». Incalza Alessia Mosca, 36 enne, co-promotrice della legge per le quote femminili nei Cda delle aziende quotate in borsa: «Che ne è del Piano nazionale degli asili del 2007, decurtato del 90% dalla Finanziaria? Che ne sarà del fondo derivato dal risparmio ottenuto dall'innalzamento dell'età pensionabile delle donne del pubblico impiego? Avevamo ottenuto che diventasse un fondo mirato alla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. È sparito dal Piano nazionale».


Univoca è l'accusa: una politica che non ha letto le trasformazioni, un sindacato e un'imprenditoria ferme al palo di diritti che non valgono più e interessi che cancellano le donne e fanno male all'economia. In sintonia è l'approccio alle strade da percorrere: «Il primo stereotipo da combattere è la sovrapposizione tra politica per la maternità e politica per la famiglia» è la ricetta di Flavia Perina. «Se le tutele alla maternità diventano una gabbia, meglio abbandonare le politiche del "risarcimento"», dice Alessia Mosca commentando gli ultimi dati Istat sull'abbandono del lavoro per le cure familiari (una su 5). «La sola esclusiva delle donne è il momento del parto. Nulla dice che è nel loro dna portare il figlio all'asilo e occuparsi dei genitori anziani. E allora più che elaborare strumenti di sostegno solo per le donne si tratta di portare gli uomini al centro delle dinamiche familiari. È una battaglia che le donne devono capire per prime». E anche l'istituto delle Pari Opportunità, sostengono entrambe, non ha colto, naufragando. «Meno ideologie e più atti esemplari», sostiene Alessia Mosca. E gli esempi ci sono. Consolidati in altri Paesi, avviati in qualche amministrazione locale, usati nelle aziende che hanno trasformato la «pari opportunità» in servizi, contratti, attenzione al merito.
Flessibilità degli orari, asili nido, 12 tra aziendali e in convenzione, assistenza sanitaria di prenotazione e rimborso direttamente dall'azienda sono parte della ricetta di Unicredit. «Parliamo ormai di prassi di "inclusione"», dice Ludovica Lardera, capo della Corporate Sustainability del gruppo bancario dove le donne sono il 42% , presenti tra manager (23%), dirigenti (14%) e Cda (9%). Qui si parla di «bilanciamenti di genere» e talenti per le carriere, e strumenti contrattuali e di servizi che non obblighino a scegliere tra figli e lavoro. La conciliazione entra nei due momenti cruciali delle famiglie: maternità e genitorialità. «I risultati sono che mansioni un tempo solo delle madri vengono svolte pure dai padri», dice Lardera. «Il bilancio è positivo anche per l'azienda. In Trentino, per esempio, dove il 23% dei dipendenti è a part-time, i clienti sono soddisfatti».


Le risposte di cui parlano Mosca e Perina, per dare qualche esempio, sono quelle applicate da Kraft food dove il numero di maternità è cresciuto da 5 a 23 in sei anni, con sostegni economici per padri e madri, anche adottivi, e una lista di servizi che arrivano a tintorie e spese con consegna in ufficio. Sono le buone prassi di Avon che offre il take away, con arrosti e lasagne da portare a casa. «Anche se restavo a casa con la bambina influenzata, grazie ai tempi non rigidi non ho mai perso un obiettivo», racconta Anna Segatti, entrata come correttrice di bozze, ora vicepresidente per l'Europa e per l'Africa.
E nel pubblico? «L'approccio tradizionale ostacola la visione della nuova famiglia. Non basta una sola politica, però, serve un'insieme di sinergie con uffici pubblici, aziende municipali e private», dice Eleonora Stenico, Consigliera di parità della Provincia di Trento. Nella regione dove nascono più bambini (10,7 per mille abitanti contro 9,3 nazionale) e l'occupazione femminile è del 57% (contro il 47% nazionale), la legge numero 1 del 2011 mette al centro il «benessere della famiglia e della natalità». Punta su un «Sistema integrato» con voucher e tempo pieno nelle scuole. Tra asili nido e tagesmutter (babysitter) si risponde al 70% del bisogno. In parallelo un progetto audit, iniziato a fine 2010, prevede flessibilità di orari, rientri delle maternità accompagnati, telelavoro. E servizi come l'albo delle co-manager grazie al quale parrucchiere, panettiere e artigiane si fanno sostituire da colleghe preparate a gestire la stessa attività. Con doppio risultato, mantenere e aumentare l'occupazione. «Questo sistema sta diventando un modello», dice la consigliera. «Ci hanno chiesto di esportarlo. Saremo i tutor alle regioni che lo applicheranno».
«Non rispondere solo ai bisogni delle donne, favorisce le donne», dice Alessia Mosca. «La politica nazionale deve tenerne conto per incentivare quella locale. È un bisogno del Paese. E visto che le donne sono nella peggiore delle condizioni, non ci sono alternative, parlarsi per fare».


Luisa Pronzato

IL CORRIERE DELLA SERA: DONNE MANAGER E DIRIGENTI LA CRESCITA SFIORA QUOTA ZERO

La ricerca I dati di Cerved Group sulle aziende con un fatturato oltre i 10 milioni
Donne manager e dirigenti La crescita sfiora quota zero
Nel 90% dei casi la scelta di un nuovo capo ricade su un uomo
La ricerca I dati di Cerved Group sulle aziende con un fatturato oltre i 10 milioni

Donne manager e dirigenti La crescita sfiora quota zero

Nel 90% dei casi la scelta di un nuovo capo ricade su un uomo

MILANO - Tanto rumore per nulla. Non si può definire altrimenti ciò che sta accadendo riguardo la presenza femminile ai vertici delle imprese italiane: niente. Spostamenti minimali da un anno all'altro, che mal si conciliano con le tante parole spese sull'argomento. È questa la conclusione cui arriva l'indagine di Cerved Group sulle aziende italiane con più di 10 milioni di fatturato, quotate e non quotate.
«Nonostante l'ampio dibattito sorto attorno al tema delle quote di genere nei consigli d'amministrazione, i dati evidenziano che la presenza delle donne al vertice delle società italiane tende ad aumentare molto lentamente», dice infatti Alessandra Romanò, direttore operativo di Databank, divisione Cerved Group, che ha realizzato l'analisi.
Alla fine del 2010, meno di una impresa su due aveva tra i propri amministratori una donna (46%): «Al ritmo osservato negli ultimi tre anni, bisogna aspettare fino al 2022 perché le imprese miste diventino la maggioranza tra quelle analizzate».
Ma la presenza di donne è solitamente «confinata» nelle aziende minori. Se, infatti, si considerano le imprese più grandi (con oltre 200 milioni di fatturato), solo il 36% ha almeno una donna nel consiglio di amministrazione (cda) e solo il 7,8% ha una presenza di donne che supera il 30%, la soglia cui si deve tendere secondo il progetto di legge in discussione in Parlamento. Complessivamente, ha cda al 30% femminili un quarto del totale delle imprese italiane.
Per le donne è ancor più difficile occupare la poltrona di comando: al 31 dicembre del 2010, solo il 9,3% degli amministratori delegati (o delle figure di vertice) delle imprese esaminate erano donne (+0,1% rispetto al 2009).
La bassa presenza femminile - sottolinea il Cerved - non è esclusivamente un'eredità del passato: anche se si ferma l'attenzione sulle sole aziende che hanno visto un cambio al vertice tra il 2009 e il 2010 (circa 4 mila), la scelta del nuovo capo è quasi sempre ricaduta su un uomo (nel 90% dei casi); in particolare, tra le società che erano a guida maschile, il timone è passato a una donna nel 7,9% dei casi. Solamente una parte del fenomeno è generazionale: tra le aziende che hanno cambiato amministratore delegato è meno frequente trovare una donna quando l'impresa ha puntato su un capo «esperto» (solo l'8% dei nuovi top manager che hanno superato i 45 anni sono donne). Ma anche quando il nuovo amministratore delegato è un «giovane» (meno di 35 anni) il gap rimane significativo: sono donne il 29% dei nuovi top manager under 35, nonostante le statistiche recenti evidenzino il maggior numero di laureati tra le 25-34enni piuttosto che tra i loro coetanei maschi.
Insomma, niente di nuovo. Ma il nodo dov'è? «È nel bacino cui si può attingere», spiega Romanò. Troppo poche donne lavorano e, tra coloro che lavorano, sono troppo poche quelle che riescono a raggiungere la cosiddetta «prima linea», il «serbatoio» del vertice di un'azienda. «Le dirigenti sono addirittura diminuite nel corso del 2010: erano 128 mila nel 2009 e un anno dopo erano 115 mila». Sono evidentemente scese più dei colleghi uomini, visto che il loro peso percentuale sul totale dirigenti si è ridotto dal 27,5 al 26,9%.
Le libere professioniste alla fine del 2010 erano il 29% del totale. In compenso le donne sono la maggioranza tra gli impiegati, dove sfiorano il 60%. Spesso, lì si fermano. Perché mettono su famiglia, perché diventano madri, perché i servizi che aiutano la conciliazione non ci sono, perché, come ha detto di recente l'Ocse nel suo rapporto sulle politiche familiari, «il problema dell'Italia è che il lavoro retribuito è in contrasto con l'avere figli, mentre il lavoro dei genitori è una chiave per ridurre la povertà», perché ci sono ancora molti stereotipi da superare. Ecco, il punto, dov'è.


Maria Silvia Sacchi
30 maggio 2011

UN COLLEGA DELLA SEDE DI CATANIA DENUNCIA

Da: Antonello Carbone
Data: 24 maggio 2011 14:51:41 GMT+02:00
A:
Oggetto: Increscioso atto nei confronti delle colleghe della redazione di Catania


Apprendo dalla mail del Direttore di Sede della decisione di dar seguito, con esposto alle autorità competenti, alla denuncia fatta dalle colleghe Basso e Gurrieri sull'increscioso episodio recentemente verificatosi nella sede della Rai di Catania, dove, presumibilmente con della colla nella serratura, è stato reso inaccessibile l'ingresso nel bagno delle donne, al primo piano dello stabile.
Con il Direttore Salvatore Cusimano, poco dopo l'accaduto, avevamo telefonicamente valutato l'ipotesi di una denuncia all'autorità giudiziaria, da vagliare successivamente ad un incontro che ci sarebbe stato con l'ing.Fabrizio Porrovecchio.
Alla luce dei fatti è quindi emerso che, dato il reiterarsi dell'episodio, appunto già verificatosi in passato, non può più essere evitata un'indagine su un atto che sa di pesante intimidazione e discriminazione e che perciò va stigmatizzato.
Ritengo doveroso un attestato di solidarietà alle colleghe da parte dell'intera redazione di Catania che nella qualità di fiduciario rappresento, ma pure per la parte di responsabilità che mi compete sul ruolo indicato -per la struttura- nel piano d'emergenza (dopo il pensionamento del collega Maenza) nei giorni scorsi confermatomi dallo stesso Direttore Cusimano.
Pur assente in questi giorni a causa di un infortunio, ritenetemi sempre a disposizione per discutere di questo caso (ed altre questioni) eventualmente in un'assemblea di redazione da convocare appositamente.
Cordialmente.
Antonello Carbone

mercoledì 4 maggio 2011

COMUNICATO STAMPA CPO USIGRAI: "LORENZA LEI DG, CONQUISTA PER TUTTE LE DONNE"

RAI: LEI; CPO USIGRAI, UNA CONQUISTA PER TUTTE LE DONNE

(ANSA) - ROMA, 4 MAG - ''In tanti anni di storia della Rai la
nomina di Lorenza Lei, nuovo direttore generale, rappresenta una
conquista per tutte le donne all'interno dell'azienda.
Professionalita' e impegno, che oggi tutti attribuiscono a
Lorenza Lei, con unanimi consensi, raramente vengono
riconosciuti come in questo caso''. Cosi' la commissione pari
opportunita' dell'Usigrai rivolge alla prima donna in un ruolo
di comando strategico per l'azienda i migliori auguri di buon
lavoro. ''Ed anche - sottolinea la commissione dell'Usigrai
''una speranza. Che l'immagine della donna rappresentata dal
servizio pubblico radiotelevisivo possa finalmente corrispondere
alla realta', lontana da vecchi stereotipi troppo spesso legati
a requisiti di eta' e bellezza. Per questo - conclude - e'
importante che la Rai realizzi al piu' presto quanto e' previsto
nel contratto di servizio: un monitoraggio costante e permanente
su come l'universo femminile sia rappresentato nei telegiornali
e nei programmi di intrattenimento''.
(ANSA).

TH
04-MAG-11 13:06 NNNN

martedì 3 maggio 2011

A LORENZA LEI GLI AUGURI DI BUON LAVORO DALLA CPO USIGRAI

CHI E' LORENZA LEI

(ANSA) - ROMA, 3 MAG - Designata oggi all'unanimita' dal
Consiglio di amministrazione della Rai, Lorenza Lei sara' la
prima donna direttore generale della piu' importante industria
culturale italiana.
Chi la conosce bene la descrive come una persona che da
sempre privilegia il fare piuttosto che l'apparire, riservata,
determinata, grande lavoratrice. Chi ha collaborato con lei ne
riconosce il temperamento e la passione per quello che fa. Nelle
rare interviste in cui appare, ricorre l'idea chiara della Rai
come azienda di servizio pubblico, capace di unire i grandi
numeri alla qualita' del prodotto. Capace di raccontare il
Paese, di proporre un'identita' valoriale comune, in grado di
intrattenere senza scadere nel cattivo gusto. Soprattutto una
Rai attenta ai giovani. Capace di cambiare, di rinnovarsi, senza
rinunciare alla sua tradizione aziendale.
Il suo curriculum descrive una carriera in cui alla passione
per l'arte si unisce una spiccata capacita' manageriale, dalla
ideazione e realizzazione di grandi eventi come Icone Russe in
Vaticano o Valentino 30 anni di magia al suo ingresso in Rai
International nel 1995, come consulente per la progettazione e
il finanziamento di programmi televisivi e multimediali
destinati al mercato internazionale. Valorizzata per primo da
Arbore, attraversa in continua crescita molti ambiti e ruoli
aziendali: dirigente nell'ambito della struttura Marketing e
Progetti Speciali e poi dirigente coordinatore della Produzione
Televisiva di Rai International (1995-'97), Rai Giubileo (2000),
Responsabile dell'unita' organizzativa Programmazione mezzi di
Produzione di Rai1 (2000-2002), direttore della Direzione Staff
del direttore generale (2002-2006), direttore delle Risorse
Televisive (dal 2009), vice direttore generale per l'Area
Produttiva e Gestionale, a cui riportano la direzione Produzione
Tv, la direzione Risorse Televisive (di cui conserva l'interim)
e la direzione Teche con il coordinamento funzionale della
direzione Pianificazione e Controllo.
Insignita della Medaglia d'oro del Presidente della
Repubblica nel 2010, dal febbraio 2011 e' docente presso
l'Universita' La Sapienza di Roma nel dipartimento di
Comunicazione e Ricerca Sociale. (ANSA).

TH
03-MAG-11 19:21 NNNN

E' LORENZA LEI IL NUOVO DG DELLA RAI

RAI: CDA DESIGNA LORENZA LEI NUOVO DG ALL'UNANIMITA' ++

(ANSA) - ROMA, 3 MAG - Lorenza Lei e' stata designata
all'unanimita' dal Consiglio di Amministrazione della Rai come
nuovo direttore generale al posto del dimissionario Mauro Masi,
a quanto si apprende da fonti dello stesso Cda.
Per domani alle 11 e' convocata l'assemblea totalitaria dei
soci, per raggiungere l'intesa sul nome del nuovo dg prevista
dalla legge. A seguire, alle 12, tornera' a riunirsi il cda per
la ratifica definitiva. (ANSA).

TH
03-MAG-11 18:51 NNNN

domenica 1 maggio 2011

CONTRATTO DI SERVIZIO RAI-MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO (testo integrale)

IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
VISTA la legge 14 aprile 1975, n. 103;

VISTO il decreto legge 6 dicembre 1984, n. 807, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 febbraio 1985, n. 10;

VISTA la legge 6 agosto 1990, n. 223;

VISTO il decreto legge 23 ottobre 1996, n. 545, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 dicembre 1996 n. 650;

VISTA la legge 31 luglio 1997, n. 249 e successive modificazioni;

VISTA la legge 30 aprile 1998, n. 122;

VISTA la legge 15 dicembre 1999, n. 482;

VISTO il Messaggio del Presidente della Repubblica alle Camere in data 23 luglio 2002;

VISTO il decreto del Ministro delle Comunicazioni in data 6 aprile 2007, pubblicato nella G.U. n. 123 del 29 maggio 2007, che ha approvato il Contratto di servizio tra il Ministero delle comunicazioni e la RAI- Radiotelevisione italiana s.p.a. per il periodo 2007-2009;

VISTO il decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 concernente il "Codice delle comunicazioni elettroniche";

VISTA la legge 3 maggio 2004 n. 112;

VISTO il decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, recante il "Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici" (di seguito denominato "Testo Unico");

VISTA la delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (di seguito denominata "Autorità") n. 614/09/CONS recante "approvazione delle linee-guida sul contenuto degli ulteriori obblighi del servizio pubblico generale radiotelevisivo ai sensi dell'articolo 17, comma 4, della legge 3 maggio 2004, n. 112 e dell'articolo 45, comma 4, del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 276 del 26 novembre 2009;

VISTO il parere espresso dal Consiglio superiore delle comunicazioni nella adunanza del 17 marzo 2010;

VISTO il parere della Commissione Parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi (di seguito denominata "Commissione Parlamentare") reso nella seduta del 9 giugno 2010.

DECRETA:

Articolo 1

1. È approvato l'annesso Contratto nazionale di servizio stipulato tra il Ministero dello Sviluppo Economico e la RAI - Radiotelevisione italiana s.p.a. per il periodo 1° gennaio 2010 - 31 dicembre 2012.


Il presente decreto sarà inviato alla Corte dei conti per la registrazione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.


Roma, ..



CONTRATTO NAZIONALE DI SERVIZIO TRA IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO E LA RAI - RADIOTELEVISIONE ITALIANA S.P.A.

VISTO l'articolo 49 del Testo Unico, emanato con decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 che affida alla RAI - Radiotelevisione italiana s.p.a. la concessione del servizio pubblico generale radiotelevisivo, fino al 6 maggio 2016;

VISTO l'articolo 45 del medesimo Testo Unico che prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo sia svolto dalla società concessionaria sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale, stipulato con il Ministero delle Comunicazioni, con il quale sono individuati i diritti e gli obblighi della società concessionaria;

ACCERTATO che la scadenza del Contratto di servizio, approvato con decreto del Ministro delle Comunicazioni del 6 aprile 2007, è fissata al 31 dicembre 2009;

RITENUTA, pertanto, la necessità di stipulare un Contratto nazionale di servizio (di seguito denominato "Contratto") tra il Ministero dello Sviluppo Economico (di seguito denominato "Ministero"), in persona del Direttore Generale per i servizi di comunicazione elettronica e di radiodiffusione Dott. Francesco Saverio Leone, e la RAI - Radiotelevisione italiana s.p.a., (di seguito denominata "Rai" o alternativamente "concessionaria"), con sede in Roma, legalmente rappresentata dal Presidente Dott. Paolo Garimberti, all'uopo delegato dal Consiglio di amministrazione.




CAPO I - PRINCIPI GENERALI


Articolo 1

Missione e ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo


1. La missione del servizio pubblico generale radiotelevisivo trova fondamento nei principi posti dalla Costituzione italiana e dall'Unione Europea con la Direttiva TV senza frontiere del 1989 e successive modifiche, il IX Protocollo sulla televisione pubblica allegato al Trattato di Amsterdam del 1993, la Comunicazione della Commissione europea relativa all'applicazione delle norme sugli aiuti di Stato al servizio pubblico di radiodiffusione. Tale missione è disciplinata dalla normativa nazionale legislativa e regolamentare in conformità ai predetti principi. In particolare gli obblighi di servizio pubblico risultano definiti per il triennio 2010-2012 dall'insieme di tali fonti, dalla legge 31 luglio 1997, n. 249, dalla legge 3 maggio 2004, n. 112, dal Testo Unico e dal presente Contratto, in coerenza con le Linee guida, emanate d'intesa con il Ministero, dall'Autorità con delibera 614/09/CONS.


2. La missione di servizio pubblico, più in particolare, consiste nel garantire all'universalità dell'utenza un'ampia gamma di programmazione e un'offerta di trasmissioni equilibrate e varie, di tutti i generi, al fine di soddisfare, con riferimento al contesto nazionale ed europeo, le esigenze democratiche, culturali e sociali della collettività, di assicurare qualità dell'informazione, pluralismo, inclusa la diversità culturale e linguistica intesa nel quadro della più ampia identità nazionale italiana e comunque ribadendo il valore indiscutibile della coesione nazionale. Parte integrante della missione del servizio pubblico è quella di valorizzare le esperienze provenienti dalla società civile in un'ottica di applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale. In particolare, verrà riservato adeguato spazio ad enti ed organizzazioni non profit. Il ruolo del servizio pubblico si estende alla fornitura di servizi audiovisivi su nuove piattaforme di distribuzione, rivolti al grande pubblico e intesi anche a soddisfare interessi speciali, purchè essi rispondano alle medesime esigenze democratiche, culturali e sociali della collettività e di coesione della comunità nazionale, senza comportare effetti sproporzionati sul mercato.


3. Il Contratto stabilisce un insieme di obiettivi, di indirizzi operativi, di parametri di qualità, di tipologie di programmi la cui realizzazione è affidata all'autonoma capacità editoriale della società concessionaria nel rispetto dei principi e delle normative di cui al precedente comma 1.


4. La Rai si impegna nella programmazione nazionale e regionale e in quella rivolta all'estero a valorizzare le specificità territoriali, sociali e culturali delle singole Regioni, in conformità con le norme in materia di riparto di competenze tra Stato e Regioni, nel rispetto dei contenuti propri delle trasmissioni delle emittenti locali, rilanciando e ribadendo contestualmente i valori irrinunciabili di unità e coesione nazionale.


5. Entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto la Rai informerà il Ministero relativamente allo stato delle negoziazioni avviate ai sensi delle disposizioni di cui all'articolo 46 del Testo Unico.


Articolo 2


Oggetto del Contratto nazionale di servizio


1. Il Contratto ha per oggetto l'attività che la società concessionaria svolge ai fini dell'espletamento del servizio pubblico radiotelevisivo, come definito nelle norme richiamate dall'articolo 1 e, in particolare, l'offerta televisiva, radiofonica e multimediale diffusa attraverso le diverse piattaforme, in tutte le modalità, la realizzazione dei contenuti editoriali, l'erogazione dei servizi tecnologici per la produzione e la trasmissione del segnale in tecnica analogica e digitale, la predisposizione e gestione dei sistemi di controllo e di monitoraggio.

2. La società concessionaria può avvalersi per lo svolgimento delle attività inerenti il servizio pubblico concesso di società da essa controllate, ai sensi dell'articolo 2359 c.c., nonchè, su autorizzazione del Ministero, da essa partecipate, purchè, in tale ultima ipotesi, siano stati convenuti adeguati strumenti negoziali che assicurino e garantiscano alla società concessionaria partecipante pieno titolo a disporre dei mezzi e delle risorse strumentali per l'espletamento delle prestazioni di servizio pubblico.


3. La concessionaria è tenuta a realizzare un'offerta complessiva di qualità, rispettosa dell'identità nazionale e dei valori e degli ideali diffusi nel Paese e nell'Unione Europea, che non siano in alcun modo contrari ai principi costituzionali, della sensibilità dei telespettatori e della tutela dei minori, rispettosa della figura femminile e della dignità umana, culturale e professionale della donna, caratterizzata da una ampia gamma di contenuti e da una efficienza produttiva, in grado di originare presso i cittadini una percezione positiva del servizio pubblico in relazione al costo sostenuto attraverso il canone di abbonamento nonchè sotto il profilo dell'adeguatezza dei contenuti della programmazione rispetto alla specificità della missione che è chiamata a svolgere. Per raggiungere tali obiettivi la Rai, nel rispetto delle previsioni dell'articolo 45 del Testo Unico, è tenuta ad improntare la propria offerta, tra gli altri, ai seguenti principi e criteri generali:

a) garantire il pluralismo, rispettando i principi di obiettività, completezza, imparzialità, lealtà dell'informazione, di apertura alle diverse opinioni e tendenze sociali e religiose, di salvaguardia della identità nazionale e della memoria storica del Paese e del patrimonio culturale europeo, di quelle locali e delle minoranze linguistiche, nonchè delle diversità etno-culturali;

b) valorizzare la rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità di ruoli del mondo femminile, anche nelle fasce di maggior ascolto, promuovendo - tra l'altro - seminari interni al fine di evitare una distorta rappresentazione della figura femminile, con risorse interne ed esterne, anche in base a indicazioni provenienti dalle categorie professionali interessate;

c) garantire la diffusione atta alla fruizione gratuita di contenuti di qualità, nell'ambito della programmazione del servizio pubblico;

d) assicurare un elevato livello qualitativo della programmazione informativa, ivi comprese le trasmissioni di informazione quotidiana e le trasmissioni di approfondimento, i cui tratti distintivi sono costituiti dall'orizzonte europeo ed internazionale, il pluralismo, la completezza, l'imparzialità, obiettività, il rispetto della dignità umana, la deontologia professionale e la garanzia di un contraddittorio adeguato, effettivo e leale, così da garantire l'informazione, l'apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati;

e) assicurare una gamma di programmi equilibrata e varia, in grado di garantire l'informazione e l'apprendimento; di sviluppare il senso critico civile ed etico della collettività nazionale; di mantenere un livello di ascolto idoneo per l'adempimento delle proprie funzioni e di rispondere alle esigenze democratiche, sociali e culturali della società nel suo insieme;

f) stimolare l'interesse per la cultura e la creatività, l'educazione e l'attitudine mentale all'apprendimento e alla valutazione e sviluppare il senso critico dei telespettatori;

g) valorizzare il patrimonio storico, artistico, linguistico e ambientale nazionale e locale, promuovere un'approfondita conoscenza dell'Italia nel mondo e del contesto europeo ed internazionale in Italia;

h) celebrare con opportune iniziative la ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, anche alla luce dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 24 aprile 2007 e 18 luglio 2008;

i) valorizzare le missioni e le azioni di pace italiane all'estero nonchè le iniziative di cooperazione internazionale;

j) rispettare la dignità e la privacy della persona e l'armonico sviluppo fisico, psichico e morale del minore, evitando scene ed espressioni volgari, violente o di cattivo gusto;

k) rispecchiare la diversità culturale e multietnica nell'ottica della integrazione e della coesione sociale e nazionale, tutelare e valorizzare la lingua italiana, tutelare le fasce deboli e anziane della popolazione;

l) promuovere il lavoro e le relative condizioni, i temi dei diritti civili, della solidarietà, della sussidiarietà, in particolar modo per la sua accezione orizzontale, ovvero di valorizzazione del ruolo della società e delle associazioni di categoria, dell'integrazione; la sicurezza dei cittadini; l'attenzione alla famiglia; la tutela dei minori e delle fasce deboli;

m) promuovere la diffusione dei vantaggi generati dalle nuove tecnologie e la relativa estensione alla collettività, in un contesto innovativo e concorrenziale;

n) sostenere la produzione audiovisiva italiana ed europea;

o) promuovere la diffusione dei principi costituzionali e la consapevolezza dei diritti di cittadinanza e la crescita del senso di appartenenza dei cittadini italiani all'Unione Europea;

p) promuovere e valorizzare un nuovo corso nell'impiego della figura femminile, nel pieno rispetto della dignità culturale e professionale delle donne, anche al fine di contribuire alla rimozione degli ostacoli che di fatto limitano le pari opportunità;

q) garantire, nel rispetto e nei limiti della normativa vigente, la continuità della programmazione per l'Accesso nelle sue diverse forme;

r) garantire la comunicazione sociale attraverso trasmissioni dedicate all'ambiente, alla salute, alla qualità della vita, ai diritti e ai doveri civili, allo sport sociale, alla disabilità e ai diritti, agli anziani, assegnando spazi adeguati alle associazioni rappresentative del settore.


4. La Rai è tenuta ad applicare nell'esercizio della propria attività i principi, i criteri e le regole di condotta contenuti nel Codice etico e nella Carta dei doveri degli operatori del servizio pubblico, inteso come l'insieme dei valori che Rai riconosce, accetta e condivide e l'insieme delle responsabilità che Rai assume verso l'interno e l'esterno, e conseguentemente a sanzionare, con le modalità ivi previste, ogni comportamento contrario alla lettera e allo spirito dei suddetti documenti. La Rai garantisce il rispetto effettivo e concreto del Codice etico da parte dei suoi destinatari anche attraverso un organismo di controllo interno previsto dal medesimo Codice.


5. La Rai è tenuta a recepire nel Codice etico, per la parte di competenza, e nella Carta dei doveri, il Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive, sottoscritto il 21 maggio 2009, il Codice di autoregolamentazione delle trasmissioni di commento degli avvenimenti sportivi, denominato "Codice media e sport", sottoscritto il 25 luglio 2007 e il Codice TV e minori di cui all'articolo 34 del Testo Unico, nonchè previsioni specifiche per i reality, da comunicare alla commissione paritetica di cui all'articolo 29 entro tre mesi dalla entrata in vigore del presente Contratto.


6. La Rai adotta un adeguato sistema di contrasto delle forme di pubblicità occulta. A tal fine monitora l'eventuale presenza, all'interno dei programmi televisivi e radiofonici, di riferimenti a specifici marchi o attività commerciali, nonchè di beni o servizi ad essi riconducibili, ed all'esito del monitoraggio assume le opportune iniziative aziendali, inclusa, ove del caso, l'irrogazione di sanzioni nei confronti dei responsabili dei programmi. La Rai è tenuta a trasmettere semestralmente al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare una relazione che evidenzi gli esiti del monitoraggio di cui sopra e le relative iniziative adottate.


7. La Rai opera un monitoraggio, con produzione di idonea reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità nonchè la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuoverne un'immagine reale e non stereotipata. I report devono essere trasmessi al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare.


Articolo 3

Qualità dell'offerta e valore pubblico


1. La Rai riconosce come fine strategico e tratto distintivo della missione del servizio pubblico la qualità dell'offerta, si impegna affinchè tale obiettivo sia perseguito anche nei generi a più ampia diffusione ed è tenuta a:

a) rafforzare il proprio marchio nel contesto nazionale attraverso una più evidente caratterizzazione qualitativa dell'offerta di servizio pubblico, favorendo, anche attraverso la predisposizione di un apposito piano strategico, la diffusione di tipologie di programmazione, generalmente non rientranti nell'offerta delle emittenti commerciali, compresi i documentari, il teatro e la musica classica, nonchè connotando anche i generi di più largo consumo, quali fiction ed intrattenimento, da caratteri di qualità, innovatività e originalità;

b) garantire la realizzazione di una programmazione articolata e innovativa in grado di qualificare il proprio marchio, anche nel contesto internazionale sulla base delle indicazioni di cui al successivo articolo 14;

c) assicurare la presenza in ogni momento della giornata, su almeno una delle tre reti generaliste, di programmi appartenenti ai generi predeterminati di servizio pubblico, garantendo agli utenti una scelta di qualità senza soluzioni di continuità;

d) improntare, nel rispetto della dignità della persona, i contenuti della propria programmazione a criteri di decoro, buon gusto, assenza di volgarità, anche di natura espressiva, assicurando, tra l'altro, una più moderna rappresentazione della donna nella società, valorizzandone il ruolo, e rispettando le limitazioni di orario previste a tutela dei minori dalla legislazione vigente. A tal fine la Rai è tenuta al rigoroso rispetto dei Codici di cui al comma 5 dell'articolo 2 nonchè di altri analoghi Codici che dovessero essere emanati nel triennio di vigenza del presente Contratto;

e) prevedere modalità di misurazione della qualità del servizio pubblico, basate su elementi di valutazione quantitativi e qualitativi, che consentano di verificare, anche attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie interattive, la reale percezione dell'intensità di servizio pubblico;

f) assicurare la realizzazione di trasmissioni dedicate ai temi dei bisogni della collettività, alle condizioni sanitarie e socio-assistenziali, alle iniziative delle associazioni della società civile, all'integrazione e al multiculturalismo, alle pari opportunità, alla cultura e al lavoro;

g) garantire la promozione, valorizzazione e tutela della lingua italiana privilegiando rispetto a neologismi e terminologie in lingue straniere l'utilizzo di termini evinti dalla nostra tradizione linguistica e quindi comprensibili e riconoscibili dai cittadini di ogni fascia o specificità culturale.


2. La Rai è tenuta a dotarsi di un sistema di analisi e monitoraggio della qualità dell'offerta e delle sue determinanti, tenendo conto delle esperienze esistenti anche a livello europeo ed internazionale, con l'obiettivo di poter disporre di elementi di valutazione per la definizione di una programmazione e di una condotta aziendale che corrisponda sempre più alle domande e alle attese del pubblico e realizzi la funzione di servizio pubblico come prescritto dal presente Contratto, coniugando audience e qualità.


3. Tale sistema è costituito da due distinti strumenti:

a) un monitoraggio e un'analisi della qualità della programmazione intesa come valore pubblico, in grado di verificare la percezione degli utenti del servizio pubblico in merito ai singoli elementi dell'offerta;

b) un monitoraggio della corporate reputation intesa come:

i) la capacità di competere sotto il profilo della sostenibilità economica, del coinvolgimento del personale e della flessibilità organizzativa;

ii) la capacità di innovare in termini di prodotto e di tecnologia;

iii) la capacità di incrementare il proprio valore di servizio pubblico, inteso anche in termini di presenza sul mercato internazionale e di supporto all'industria tecnologica e all'industria televisiva indipendente, nel rispetto dell'etica dell'impresa, della deontologia professionale, dei criteri di correttezza, di lealtà, quali emergono anche dal Codice etico e dalla Carta dei doveri e degli obblighi degli operatori del servizio pubblico.


4. Lo strumento di monitoraggio della corporate reputation dovrà:

a) rappresentare attraverso un adeguato disegno campionario l'intera popolazione italiana;

b) avere una periodicità di misurazione semestrale;

c) rilevare indicatori d'immagine, di posizionamento percepito della Rai, di senso di appartenenza, di ruolo formativo ed informativo, di capacità innovativa, di rispondenza al proprio ruolo di servizio pubblico;

d) divulgare l'intensità della corporate reputation che consenta un'analisi sull'intero arco dell'anno;

e) monitorare la possibilità effettiva di accesso alla programmazione delle persone con disabilità sensoriali o cognitive resa possibile da specifiche trasmissioni audiodescritte, trasmissioni in modalità telesoftware per le persone non vedenti. Il monitoraggio deve riguardare, altresì, la qualità delle modalità tecniche utilizzate per assicurare l'accesso effettivo alla programmazione delle persone con disabilità sensoriali, avendo particolare riguardo al monitoraggio della qualità della sottotitolatura in relazione alle tecniche utilizzate;

f) monitorare costantemente l'offerta di cui al Capo III del presente Contratto, nonchè tutte le tipologie di programma ed i singoli generi.


5. Il sistema di cui ai commi 2 e 3 dovrà essere realizzato sulla base di indicatori, che saranno definiti operativamente dalla commissione paritetica di cui all'articolo 29, tenendo conto dell'esigenza di:

a) rappresentare attraverso un adeguato disegno campionario l'intera popolazione italiana, anche con riferimento a determinate tipologie di utenza;

b) rilevare l'intensità di servizio pubblico mediante l'analisi della qualità percepita dagli utenti e della qualità attesa dall'intero campione;

c) utilizzare una pluralità di strumenti (indicatori commerciali, sondaggi, interviste, web service, analisi fandom, ecc..) al fine di migliorare la frequenza e la completezza delle rilevazioni;

d) garantire una periodicità di misurazione che consenta un'analisi sull'intero arco dell'anno.


6. La Rai è tenuta a monitorare l'offerta di cui al Capo III del presente Contratto, nonchè tutte le tipologie di programma ed i singoli generi. Il monitoraggio dovrà sviluppare idonea reportistica semestrale che indichi chiaramente per ogni singolo genere le tempistiche e le percentuali di occupazione video. Tali report devono essere trasmessi al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare.


7. Alla commissione paritetica spetta, tra l'altro, la definizione della periodicità di misurazione del sistema di cui al comma 4, oltrechè il controllo dei risultati dei monitoraggi e la valutazione del raggiungimento degli obiettivi, nonchè la definizione dei criteri più efficaci per la loro diffusione al pubblico.


8. Ai fini della determinazione degli indicatori di cui al comma 4 e allo svolgimento delle attività di cui al comma 5, la commissione paritetica potrà avvalersi dell'ausilio di personalità di indiscussa professionalità.


9. Il sistema di valutazione della qualità dell'offerta è sottoposto alla vigilanza di un Comitato, istituito presso il Ministero, composto da quattro esperti particolarmente qualificati nella materia, scelti rispettivamente due dall'Autorità e due dal Ministero e nominati dalla Rai entro tre mesi dalla entrata in vigore del presente Contratto. Il predetto Comitato garantisce la conformità al presente Contratto delle metodologie applicate in sede di attuazione del sistema di cui ai commi precedenti. Entro trenta giorni dalla sua costituzione, il Comitato approva uno specifico regolamento per il proprio funzionamento .


10. I risultati delle rilevazioni periodiche relativi al sistema di cui ai commi precedenti dovranno essere resi pubblici, con cadenza regolare, dalla concessionaria attraverso pubblicazioni sul proprio portale web e comunque attraverso modalità che garantiscano la diffusione di tali dati all'universalità dell'utenza. La Rai consulterà periodicamente le associazioni dei consumatori sul grado di soddisfazione degli utenti .


11. L'assegnazione delle attività operative per la realizzazione del sistema di cui al presente articolo è decisa dalla concessionaria in piena autonomia secondo criteri di apertura e trasparenza .


12. La Rai riferisce trimestralmente al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare sullo sviluppo del sistema di valutazione della qualità dell'offerta e sui risultati conseguiti.

Articolo 4

Qualità dell'informazione


1. La Rai assicura la qualità dell'informazione quale imprescindibile presidio di pluralismo, completezza e obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse forze politiche nel sistema radiotelevisivo, nonchè la tutela delle pari opportunità tra uomini e donne, e garantisce un rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità nel rispetto della dignità della persona, contribuendo in tal modo a garantire la qualità dell'informazione della concessionaria.

2. La Rai è tenuta all'equo bilanciamento delle trasmissioni di approfondimento informativo su tutte le tre reti generaliste, assicurando che le stesse siano caratterizzate da canoni di pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse forze politiche e sociali nel sistema radiotelevisivo, nonchè dai princìpi di correttezza, lealtà e buona fede dell'informazione e rispettose della identità valoriale e ideale del Paese e della sensibilità dei telespettatori, adeguate ai livelli di responsabilità che competono al servizio pubblico radiotelevisivo.

3. La Rai favorisce, anche attraverso l'informazione giornalistica, lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati.

4. La Rai è tenuta ad improntare la propria programmazione di informazione e approfondimento generale ai principi di imparzialità, completezza e correttezza, nel rispetto della dignità e della privacy delle persone e ad assicurare comunque un contraddittorio adeguato, effettivo e leale.

5. La Rai si impegna a favorire un processo complessivo di qualificazione della propria articolazione regionale, verificando le possibili opportunità di sviluppo di un'offerta ideata e prodotta dalle varie sedi regionali. In tale quadro la Rai, inoltre, si impegna a definire misure finalizzate al potenziamento della collaborazione con gli altri operatori europei finalizzata - tra l'altro - alla produzione di audiovisivi su temi e aspetti di interesse sovranazionale.

6. La Rai riserva un canale tematico al genere informazione e approfondimento generale di cui all'art. 9, comma 2, lettera a).


CAPO II - TRANSIZIONE ALLA TELEVISIONE DIGITALE


Articolo 5

L'offerta digitale


1. La Rai realizza canali generalisti, semigeneralisti e tematici per assolvere alla missione di servizio pubblico; in tale quadro, la Rai sviluppa ed articola l'offerta dei nuovi canali con l'obiettivo di raggiungere la totalità del pubblico con una programmazione aperta all'innovazione e dispiegata in funzione della crescente complessità della platea televisiva.


2. La Rai estende progressivamente l'impiego del formato video wide screen (16:9) e dell'audio multicanale e si impegna ad avviare trasmissioni in alta definizione.


3. La Rai assicura adeguata promozione all'offerta digitale, così come la promozione del digitale terrestre inteso come nuova piattaforma universale.



Articolo 6

Realizzazione delle reti di radiodiffusione televisiva in tecnica digitale


1. La Rai si impegna ad attuare il processo di conversione delle reti alla tecnologia digitale secondo i tempi e le modalità indicate dal Ministero nonchè secondo il Master Plan delle attività di conversione che il Ministero stesso elabora per ciascuna delle aree tecniche individuate. Il Ministero, nel contesto della pianificazione delle frequenze definita dall'Autorità con delibera 300/10/CONS, assegna alla concessionaria diritti d'uso temporaneo di risorse frequenziali coerenti per numero e caratteristiche con le finalità del presente Contratto. L'assegnazione delle frequenze in ciascuna area precede lo switch off di un periodo sufficiente alla progettazione e realizzazione delle reti.


2. Nelle aree tecniche indicate al comma 1, o su parte del territorio di ciascuna di esse, la Rai può anticipare, d'intesa con il Ministero, con le Regioni e le Province autonome interessate, la cessazione della diffusione in tecnica analogica di un canale generalista e la conversione in tecnica digitale dei relativi impianti.


3. In funzione della propria strategia editoriale, la Rai si dota di capacità diffusiva adeguata alla distribuzione della propria offerta televisiva con elevata qualità dell'immagine e del suono, allo sviluppo dell'alta definizione e all'assolvimento dei propri compiti di sperimentazione ed innovazione. A tal fine, previa assegnazione delle necessarie frequenze, è tenuta a:

a) realizzare una rete nazionale per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale anche ad articolazione regionale in modalità MFN (Multi Frequency Network) o k-SFN (Single Frequency Network) con copertura in ciascuna area tecnica al momento dello switch off non inferiore a quella precedentemente assicurata dagli impianti eserciti per la rete analogica di maggior copertura insistenti nell'area tecnica stessa;

b) realizzare tre ulteriori reti nazionali in modalità SFN con copertura a conclusione del periodo di vigenza del presente Contratto non inferiore al 90% della popolazione nazionale per due reti e non inferiore all'80% della popolazione nazionale per una rete;

c) concorrere all'assegnazione di ulteriori risorse frequenziali per la realizzazione di una rete nazionale in modalità SFN con copertura non inferiore all'80% della popolazione nazionale;

d) realizzare una ulteriore rete nazionale riservata alla sperimentazione di tecnologie trasmissive e servizi innovativi, con un grado di copertura non inferiore all'80% della popolazione nazionale a conclusione del periodo di vigenza del presente Contratto.


4. Nel periodo di attuazione del calendario di switch off di cui al comma 1, nelle aree non interessate allo switch off la Rai si impegna a mantenere in ciascuna area tecnica la percentuale di copertura della popolazione delle esistenti reti digitali ed analogiche come al 31 dicembre 2009.


5. Laddove emerga un interesse allo sviluppo delle reti di radiodiffusione in tecnica digitale oltre gli impegni di copertura di cui ai commi precedenti, la Rai si impegna a stipulare convenzioni o contratti con le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane o altri enti locali o consorzi, individuando le modalità di estensione del servizio anche per le finalità di cui all'articolo 17 del presente Contratto, secondo criteri di economicità degli investimenti, con particolare riguardo agli aspetti relativi alla salvaguardia della salute umana ed alla tutela del paesaggio.


6. Laddove emerga un interesse alla diffusione di canali esteri in funzione delle minoranze linguistiche, la Rai può stipulare convenzioni o contratti con le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, individuando le modalità di erogazione del servizio, secondo criteri di economicità degli investimenti e con eventuali oneri relativi ai diritti a carico delle Regioni o Province autonome, previa - se prevista la realizzazione di rete di radiodiffusione dedicata - assegnazione da parte del Ministero delle necessarie risorse frequenziali.



Articolo 7

Autorizzazione all'esercizio degli impianti


1. Per ciascuna area tecnica, il Master Plan di cui all'articolo 6, comma 1, pianifica la conversione degli impianti già eserciti da Rai, autorizzandone l'esercizio. Per ciascuna area tecnica, la Rai presenta inoltre al Ministero un piano di estensione delle reti digitali, secondo l'articolazione indicata all'articolo 6, comma 3, e tenendo conto dei vincoli interferenziali ai confini nazionali, ai fini dell'autorizzazione all'attivazione degli impianti necessari all'estensione stessa, per i quali entro trenta giorni dallo switch off si intende - salvo diversa notifica del Ministero - concessa autorizzazione provvisoria all'esercizio.


2. Per ogni altra realizzazione o modifica di impianti, la Rai presenta un piano esecutivo per ciascun impianto da realizzare o modificare, contenente i seguenti elementi: caratteristiche radioelettriche, area di servizio, destinazione delle opere, natura e caratteristiche del tipo di distribuzione adottata. Il Ministero, entro novanta giorni dal ricevimento del piano esecutivo, si pronuncia sulla richiesta. Nel caso di accoglimento rilascia un'autorizzazione sperimentale all'esercizio dell'impianto.


3. Il periodo di sperimentazione, necessario per la verifica della compatibilità radioelettrica dell'impianto con quelli delle emittenti radiotelevisive legittimamente operanti ai sensi della normativa vigente, è di due mesi dalla data di comunicazione dell'attivazione dell'impianto da parte della concessionaria. Se l'impianto non viene attivato entro i sei mesi successivi al rilascio dell'autorizzazione, la Rai ne comunica le ragioni al Ministero. Dopo un periodo di sei mesi dall'avvenuta comunicazione dell'attivazione dell'impianto sperimentale, senza che siano avvenuti rilievi da parte dell'Amministrazione, l'autorizzazione si riterrà definitiva.


4. La Rai può utilizzare gli impianti, secondo la disciplina vigente, previa autorizzazione del Ministero, anche in comune con altri operatori. Tale uso comune deve tendere ad una ottimizzazione generale degli impianti, anche ai fini ambientali, purchè ciò non risulti di pregiudizio al migliore svolgimento del servizio pubblico concesso e concorra alla equilibrata gestione aziendale.



Articolo 8

Informazione al pubblico in rapporto allo sviluppo della televisione digitale


1. La Rai garantisce l'informazione al pubblico in ciascuna area tecnica in occasione dei successivi passaggi della transizione alla televisione digitale terrestre, utilizzando le emissioni televisive e radiofoniche e il web. Tale informazione dovrà essere fornita senza interruzioni fino a quando la transizione non sarà ultimata su tutto il territorio nazionale.


2. La Rai informa i soggetti residenti nelle zone di volta in volta interessate dalla transizione fornendo ogni opportuna conoscenza sulle modalità del processo in atto e sugli eventuali, momentanei disservizi ed è tenuta ad attivare servizi di call center e numeri verdi gratuiti al fine di dare riscontro alle richieste dei medesimi.


3. La Rai si impegna a fornire informazioni sulle iniziative che le associazioni degli operatori di rete propongono ai produttori di apparati al fine di garantire adeguati livelli qualitativi.


4. La Rai si impegna a sviluppare, direttamente o attraverso le più opportune forme di cooperazione, associazione o intesa, anche attraverso partecipazione a società o consorzi, i servizi più utili al buon funzionamento della televisione digitale terrestre.




CAPO III - OFFERTA


Articolo 9

L'offerta televisiva


1. La Rai riserva una predominante quota della programmazione annuale di servizio pubblico delle reti generaliste, semigeneraliste e tematiche terrestri, distribuite sulle diverse piattaforme, a generi predeterminati come di seguito specificati. Le reti generaliste terrestri (Raiuno, Raidue, Raitre) riserveranno, tra le ore 6 e le ore 24, non meno del 70 per cento della programmazione annuale ai generi indicati nel successivo comma 2 e la terza rete non meno dell'80 per cento. Tale programmazione, nel rispetto più rigoroso possibile degli orari di trasmissione, deve essere diffusa in modo equilibrato in tutti i periodi dell'anno, in tutte le fasce orarie (compresa quella di prime time )e in tutte le reti televisive. Le reti semigeneraliste e tematiche riserveranno almeno il 70 per cento della loro complessiva programmazione annuale ai generi predeterminati di cui al successivo comma 2 .

2. Si intendono per generi predeterminati di servizio pubblico:

a) Informazione e approfondimento generale;

b) Programmi e rubriche di servizio;

c) Programmi e rubriche di promozione culturale;

d) Informazione e programmi sportivi;

e) Programmi per minori;

f) Produzioni audiovisive italiane ed europee.

a) Informazione e approfondimento generale: notiziari nazionali e regionali con programmazione quotidiana o straordinaria; informazione istituzionale e parlamentare nazionale ed europea; rubriche tematiche, inchieste e dibattiti di rete o di testata, attinenti ai temi dell'attualità interna, ai fenomeni sociali, alle diverse religioni, alle condizioni della vita quotidiana del Paese (quali la salute, la giustizia, la sicurezza); confronti su temi politici, culturali e religiosi, sociali ed economici; informazione di carattere internazionale accompagnata da un approfondimento qualificato dei temi trattati; informazione sulle attività e il funzionamento dell'Unione Europea;

b) Programmi e rubriche di servizio: trasmissioni prevalentemente incentrate sui bisogni della collettività in cui saranno valorizzate le opportunità europee; trasmissioni a carattere sociale, anche incentrate su specifiche fasce deboli; programmi legati ai temi del lavoro, ai bisogni della collettività (quali le condizioni delle strutture sanitarie, assistenziali e previdenziali), all'ambiente e alla qualità della vita, alla normativa e alle opportunità comunitarie, alle iniziative delle associazioni della società civile; celebrazioni liturgiche; trasmissioni idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale, economica del Paese, nelle istituzioni e nella famiglia, valorizzandone le opportunità, l'impegno ed i successi conseguiti nei diversi settori, in adempimento ai principi costituzionali; comunicazioni relative ai servizi di pubblica utilità in ambito nazionale e regionale; trasmissioni che consentano adeguati spazi alle associazioni e ai movimenti della società civile, ai gruppi etno-culturali e linguistici presenti in Italia e specifiche trasmissioni per l'informazione dei consumatori; trasmissioni che contribuiscano alla conoscenza della lingua italiana e delle lingue straniere e alla alfabetizzazione informatica; trasmissioni finalizzate alla preservazione e valorizzazione della coesione e dell'unità nazionale; trasmissioni finalizzate a promuovere la conoscenza dell'Unione Europea;

c) Programmi e rubriche di promozione culturale: trasmissioni a carattere culturale con particolare attenzione alle forme artistiche dal vivo (quali teatro, danza, lirica, prosa e musica in tutti i suoi generi); trasmissioni finalizzate a promuovere e valorizzare la lingua nazionale, la storia, le tradizioni, i costumi, il patrimonio storico-culturale del Paese e diffonderne la conoscenza; trasmissioni volte a far partecipare la società italiana alla tutela del patrimonio artistico e ambientale del Paese; trasmissioni e documentari a contenuto educativo, storico, artistico, letterario e scientifico e trasmissioni finalizzate alla promozione dell'industria musicale italiana, con particolare attenzione agli artisti emergenti; programmi per la valorizzazione del turismo e del made in Italy nel mondo; trasmissioni volte a valorizzare la presenza sul territorio di enti ed organizzazioni non profit, con particolare riguardo all'attività sociale, formativa ed educativa in genere; programmi di approfondimento della cultura e della storia europea;

d) Informazione e programmi sportivi: eventi sportivi nazionali e internazionali trasmessi in diretta o registrati; notiziari; rubriche di approfondimento;

e) Programmi per minori: programmi di tutti i generi televisivi dedicati ai bambini, delle diverse fasce di età, compresa quella inferiore ai 3 anni, agli adolescenti e ai giovani, che abbiano finalità formativa, informativa o di intrattenimento, nel rispetto del diritto dei minori alla tutela della loro dignità e del loro sviluppo fisico, psichico ed etico; trasmissioni finalizzate a promuovere la conoscenza dell'Unione Europea;

f) Produzioni audiovisive italiane ed europee: prodotti cinematografici, fiction, film e serie televisive in animazione, cartoni, documentari, di origine italiana o europea; programmi per la valorizzazione dell'audiovisivo in generale.

3. La Rai effettua annualmente iniziative di innovazione e sperimentazione, in tutte le fasce orarie e su tutte le reti generaliste, per una quota non inferiore al 30% della programmazione complessiva, assicurando una distribuzione uniforme di tali iniziative nell'arco di vigenza del presente Contratto. La sperimentazione riguarderà linguaggi e formati televisivi con particolare attenzione alla valorizzazione della produzione ed ideazione interna ed alla originalità dei contenuti.


4. Sulle reti generaliste la Rai assicura un'offerta quotidiana articolata e diversificata per rete, tale da garantire effettive opzioni di scelta nelle diverse trasmissioni riferite ai generi di cui al precedente comma 2; a tal fine la Rai predispone i palinsesti quotidiani assicurando complessivamente una equilibrata distribuzione di tale programmazione, sulle diverse reti e fasce orarie. La Rai assicurerà inoltre la presenza in ogni momento della giornata, su almeno una delle tre reti generaliste, di programmi ricompresi nei generi di cui al precedente comma 2, garantendo agli utenti una scelta di qualità senza soluzioni di continuità.

5. La Rai si impegna, per gli obiettivi del presente articolo, a valorizzare i propri centri di produzione compatibilmente con le disposizioni di cui al successivo Capo V relativamente a "Finanziamento e gestione economico-finanziaria".

6. La Rai trasmette al Ministero, all'Autorità e alla Commissione parlamentare, per ciascun semestre, entro i successivi tre mesi, una relazione contenente una dettagliata informativa sul volume dell'offerta classificata secondo i generi di cui al comma 2; tale informativa dovrà altresì contenere tutti i titoli dei programmi classificati in base ai generi di cui al comma 2, con indicazione della loro collocazione oraria, nonchè quelli ricadenti nella tipologia di cui al comma 3, e i tempi e le percentuali di occupazione video di ogni singolo genere previsto, al fine di determinare quanto richiesto al comma 1 del presente articolo. Tale documento deve essere pubblicato sul sito web della Rai alla voce "Programmi televisivi di servizio pubblico finanziati dalle risorse provenienti dal canone di abbonamento".

7. La Rai realizza una idonea promozione della propria programmazione valutandone costantemente l'efficacia ed utilizzando a tal fine anche il servizio Televideo ed il portale internet.

8. La Rai si impegna ad analizzare la fattibilità dell'introduzione di adeguati segnali visivi per rendere riconoscibili agli utenti i programmi riconducibili ai generi di cui al comma 1 del presente articolo.


Articolo 10

L'offerta radiofonica


1. La Rai si impegna a garantire un'ampia e variegata gamma di programmazione, con l'obiettivo di raggiungere un pubblico il più ampio possibile, ed a favorire lo sviluppo di specifiche iniziative finalizzate ad aggiornare costantemente l'offerta sulla base delle esigenze del pubblico, tenendo conto dei nuovi modelli di consumo.


2. La Rai è tenuta a destinare ai generi predeterminati di seguito indicati non meno del 70 per cento dell'offerta annuale di programmazione dei canali nazionali Radio Uno e Radio Due e non meno del 90 per cento di Radio Tre:

a) Notiziari : giornali radio, anche sportivi o tematici, di formato, stile e contenuto diversificato secondo il canale;

b) Informazione : programmi o rubriche di approfondimento, inchieste, reportage; dibattiti e fili diretti, anche in formato di flusso; radiocronache, programmi e rubriche dedicati alle varie discipline sportive;

c) Cultura : programmi di attualità scientifica, umanistica e tecnologica, anche con carattere di intrattenimento; fiction radiofonica; teatro (riprese o prodotto in studio); documentari e rievocazioni storiche anche basati su elaborazioni di materiali di archivio;

d) Società : programmi, rubriche e talk show su temi sociali e di costume, anche rivolti al mondo dei giovani o realizzati in formati innovativi, capaci di rappresentare la vita comunitaria e del territorio, e di ampliare il dibattito sull'evoluzione civile del Paese, rubriche dedicate al tema delle pari opportunità e al ruolo che le donne svolgono nella società ;

e) Musica : programmi dedicati a tutti i generi e sottogeneri di musica classica e leggera; programmi e contenitori prevalentemente musicali; riprese dal vivo o differite di eventi musicali; programmi di attualità sul mondo della musica nazionale e popolare; programmi e contenitori prevalentemente musicali dedicati in particolare alla musica italiana ed ai giovani artisti; programmi volti a favorire l'educazione musicale e la valorizzazione delle opere d'arte e dell'ingegno;

f) Servizio : rubriche e servizi sull'attività degli organi istituzionali nazionali ed europei; programmi, rubriche e radiocronache dedicati a celebrazioni liturgiche, a temi religiosi e al dialogo interreligioso; rubriche tematiche di particolare interesse sociale (lavoro, salute, previdenza) o rivolte a particolari target (minori, anziani, disabili, ecc.); programmazione per non vedenti; programmi volti alla tutela e alla valorizzazione della lingua italiana; trasmissioni finalizzate a promuovere la conoscenza dell'Unione Europea;

g) Pubblica utilità : notiziari e servizi sulla viabilità, la sicurezza stradale e le condizioni meteo, specialmente dedicati all'utenza mobile; bollettino del mare, della neve; messaggi di emergenza e di protezione civile; segnale orario.


3. La Rai si impegna ad effettuare annualmente iniziative di innovazione e sperimentazione, in tutte le fasce orarie e su tutte le reti generaliste, assicurando una distribuzione uniforme di tali iniziative nell'arco di vigenza del presente Contratto. La sperimentazione riguarderà linguaggi e formati radiofonici con particolare attenzione alla valorizzazione della produzione ed ideazione interna ed alla originalità dei contenuti.


4. Sulle reti generaliste la Rai assicura un'offerta quotidiana articolata e diversificata per rete, tale da garantire effettive opzioni di scelta delle diverse trasmissioni dei generi di cui al comma 2; a tal fine la Rai predispone i palinsesti quotidiani assicurando complessivamente una equilibrata distribuzione di tale programmazione sulle diverse reti e fasce orarie. La Rai assicurerà inoltre la presenza in ogni momento della giornata, su almeno una delle tre reti generaliste, di programmi ricompresi nei generi di cui al comma 2 garantendo agli utenti una scelta di qualità senza soluzioni di continuità.

5. La Rai è tenuta a trasmettere al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare, per ciascun semestre, entro i successivi tre mesi, una dettagliata informativa sul volume dell'offerta classificata secondo i generi indicati al comma 2.

Articolo 11

L'offerta multimediale

1. La Rai si impegna ad incrementare ed aggiornare il servizio offerto sui propri portali al fine di estendere, anche sviluppando e producendo contenuti ad hoc, l'attuale produzione di contenuti personalizzati per Internet. L'azienda si impegna altresì a dare crescente visibilità all'offerta di specifici contenuti, con particolare riferimento a quelli radiotelevisivi.

2. La Rai si impegna a dare univocità di indirizzo editoriale e tecnologico all'offerta multimediale, anche ad accesso condizionato, sui propri portali, incentrando la propria attività sulle seguenti linee direttrici:

a) stabilire linee guida di pubblicazione in modo da facilitare e rendere coerente la navigazione dell'utenza e agevolare l'accesso ai contenuti, facendo ricorso a criteri ampiamente diffusi in ambito comunitario e internazionale;

b) rendere disponibili, nella maniera più agevole e sfruttando le più moderne tecnologie, compatibilmente con il rispetto dei diritti dei terzi ed escludendo ogni sfruttamento a fini commerciali da parte di terzi, i contenuti radiotelevisivi trasmessi nell'ambito dell'offerta televisiva e radiofonica (analogica e digitale, terrestre e satellitare) di cui all'articolo 9, comma 1, e all'articolo 10, direttamente dai propri portali in simulcast agli utenti che si collegano attraverso internet dal territorio nazionale, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica;

c) rendere progressivamente disponibili contenuti radiotelevisivi, anche di particolare valore, provenienti dagli archivi Rai, per scopi educativi, formativi e di promozione culturale. A tal fine la Rai dovrà garantire modalità agevoli di ricerca e di recupero dei contenuti degli archivi verso le piattaforme IP e in modo particolare web;

d) ampliare l'acquisizione di diritti per la diffusione su protocollo IP di contenuti tratti dall'offerta radiotelevisiva della Rai, con l'impiego delle più opportune tecnologie al fine di evitare indebiti utilizzi da parte degli utenti, fatto salvo il principio della neutralità tecnologica;

e) accrescere progressivamente l'offerta di contenuti e format appositamente pensati e prodotti per i nuovi media, offrendo crescenti capacità di partecipazione interattiva al pubblico dei media digitali, nel rispetto della qualità dell'informazione e del pluralismo; sperimentare, inoltre, nel rispetto dei diritti dei terzi, la possibilità per gli utenti di scaricare, modificare e ridistribuire una adeguata selezione di contenuti radiotelevisivi trasmessi nell'ambito dell'offerta televisiva e radiofonica di cui all'articolo 9, comma 1, e all'articolo 10;

f) offrire agli utenti spazi di comunicazione e discussione, con adeguata visibilità, inclusa la possibilità di commentare l'intera programmazione radiotelevisiva Rai, anche attraverso la possibilità di pubblicazione, previa adozione di apposite linee guida, di contenuti autoprodotti dagli utenti stessi;

g) analizzare lo sviluppo di interfacce tecnologiche che consentano la diffusione dei contenuti sui principali dispositivi di fruizione audiovisiva di tempo in tempo disponibili sul mercato sviluppando strategie editoriali coerenti ai mezzi di distribuzione e progressivamente ottimizzate, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, per i diversi strumenti di fruizione;

h) favorire la distribuzione dei propri contenuti internet attraverso gli altri siti e portali operanti sul territorio nazionale sulla base di criteri equi e non discriminatori;

i) ampliare l'utilizzo di internet come piattaforma di comunicazione, realizzando contenuti e applicazioni dedicate all'ambiente internet e valorizzando le libraries esistenti, nonchè sviluppare un'offerta specifica tramite web tv.

3. La Rai è tenuta a trasmettere al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare, per ciascun esercizio, entro i successivi tre mesi, una dettagliata informativa circa il numero dei contenuti pubblicati e del traffico giornaliero generato dall'utenza, con riferimento particolare agli utenti unici, ai tempi medi di fruizione, alle tecnologie impiegate per accedere e alla provenienza degli utenti.

4. La Rai è tenuta a prevedere nel proprio portale una sezione dedicata alla raccolta dei reclami degli utenti al fine di migliorare il proprio servizio.



Articolo 12

La programmazione televisiva per i minori


1. La programmazione della Rai diffusa su qualsiasi piattaforma e con qualunque sistema di trasmissione è rigorosamente improntata al rispetto delle norme comunitarie e nazionali a tutela dei minori e in particolare a quanto previsto dall'articolo 34 del Testo Unico, ivi comprese le disposizioni stabilite dal Codice di autoregolamentazione TV e minori approvato il 29 novembre 2002 e successive modificazioni. La Rai si adegua alle risoluzioni del Comitato di applicazione del citato Codice e tiene nel massimo conto le raccomandazioni del Comitato stesso.


2. La Rai si impegna a realizzare due canali tematici dedicati ai minori, differenziando l'offerta in funzione del pubblico di riferimento e distinguendo, a tal fine, tra i minori in età pre-scolare e quelli in età scolare. Nell'arco di vigenza del presente Contratto, compatibilmente con le disposizioni di cui al successivo Capo V "Finanziamento e gestione economico-finanziaria" e con il Piano Industriale 2010-2012 della Rai, fatte salve diverse esigenze di carattere gestionale della concessionaria che dovessero sopravvenire, il centro di produzione di Torino è individuato come distretto produttivo Rai specializzato nell'offerta dedicata al pubblico dei bambini, senza pregiudizio per la normale produzione.


3. La Rai garantisce che le trasmissioni per i minori siano collocate nei palinsesti quotidiani dell'offerta generalista tenendo conto della distribuzione dell'audience relativa ai minori nelle diverse fasce orarie e destina tra le ore 16,00 e le ore 20,00 una quota specifica di programmazione di intrattenimento per i minori e di formazione ed informazione per l'infanzia e l'adolescenza non inferiore al 10 per cento della programmazione annuale tra le ore 7,00 e le ore 22,30. T ale quota potrà essere ridotta in funzione della progressiva diffusione del digitale terrestre, secondo tempi e modalità definite dalla commissione paritetica di cui all'art. 29. La Rai, con cadenza semestrale, comunica al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentarela quota di programmazione destinata ai minori.

4. La Rai si impegna affinchè la programmazione dedicata ai minori risponda ai seguenti criteri:

a) sia di buona qualità e di piacevole intrattenimento;

b) proponga valori positivi umani e civili ed assicuri il rispetto della dignità della persona;

c) promuova modelli di riferimento, femminili e maschili, egualitari e non stereotipati;

d) proponga alle nuove generazioni strumenti dedicati ed accessibili per accrescere la loro conoscenza e il senso di appartenenza all'Unione Europea;

e) accresca le capacità critiche dei minori in modo che sappiano fare migliore uso dei media, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, anche tenendo conto degli attuali e futuri sviluppi in chiave di interattività;

f) favorisca la partecipazione dei minori dando spazio ai loro problemi e alle loro esigenze, valorizzando le iniziative a loro rivolte sul territorio nonchè le opportunità offerte dai programmi europei rivolti ai giovani.


5. Fermi restando i divieti di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 e successive modificazioni, nella fascia oraria compresa tra le ore 7,00 e le 22,30, dedicata a una visione familiare, vanno realizzati programmi riguardanti tutti i generi televisivi, che tengano conto delle esigenze e della sensibilità dell'infanzia e dell'adolescenza, evitando la messa in onda di programmi che, anche in relazione all'orario di trasmissione, possano nuocere allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori o programmi che possano indurre ad una fuorviante percezione dell'immagine femminile e della violenza sulle donne . Rai si impegna anche ad adottare idonee cautele in modo da assicurare che la completezza informativa, in particolare nell'uso delle immagini o delle descrizioni, non comporti un danno delle esigenze e della sensibilità dell'infanzia e dell'adolescenza.


6. I programmi per bambini di durata inferiore ai 30 minuti e i cartoni animati non possono essere interrotti dalla pubblicità. Nella pubblicità diffusa prima e dopo i cartoni animati non possono comparire i personaggi dei medesimi. Nelle fasce orarie 7,00-9,00 e 16,00-19,00 sono vietati i trailer dei programmi consigliati alla visione del solo pubblico adulto secondo le modalità di cui al comma 9.


7. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 37 del Testo Unico e dal decreto ministeriale del 27 aprile 2006, n. 218, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 20 giugno 2006, n. 141, nella fascia oraria 16,00-19,00 e all'interno dei programmi direttamente rivolti ai minori, la Rai si impegna affinchè i messaggi pubblicitari, le promozioni e ogni altra forma di comunicazione commerciale rivolta ai minori siano preceduti, seguiti e caratterizzati da elementi di discontinuità ben riconoscibili e distinguibili dal programma, anche dai bambini che non sanno ancora leggere e da minori disabili. Nella stessa fascia oraria, all'interno degli stessi programmi e nelle interruzioni pubblicitarie immediatamente precedenti e successive ai programmi direttamente rivolti ai minori, la Rai si impegna ad evitare la pubblicità in favore di:

a) bevande superalcoliche e alcoliche;

b) servizi telefonici a valore aggiunto a carattere di intrattenimento così come definiti dalle leggi vigenti;

c) profilattici e contraccettivi, con esclusione delle campagne sociali.


8. La Rai è tenuta a dedicare appositi spazi e a realizzare programmi volti ad informare i minori e i genitori sull'uso corretto e appropriato delle trasmissioni televisive da parte dei minori, anche sperimentando accorgimenti tecnici di protezione.


9. La Rai, previa consultazione con l'Autorità e il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione Tv e minori, adotta entro sei mesi dalla entrata in vigore del presente Contratto un sistema di segnaletica della propria programmazione, di chiara riconoscibilità visiva, per evidenziare, con riferimento a film, fiction, e intrattenimento, quelli adatti ad una visione congiunta con un adulto e quelli adatti al solo pubblico adulto. Con riferimento a quest'ultima fattispecie la Rai evidenzia i sistemi di chiara riconoscibilità visiva per tutta la durata dei relativi programmi.


10. La Rai si impegna entro tre mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto a promuovere, procedendo ad idonei interventi anche di carattere organizzativo, azioni positive destinate a valorizzare, con specifici compiti affidati alle proprie strutture interne, il ruolo educativo, creativo e di intrattenimento del servizio pubblico e a valutarne l'effettiva realizzazione nell'ambito della programmazione. La Rai comunicherà trimestralmente al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare le iniziative assunte e segnalerà tempestivamente alla commissione paritetica eventuali problematiche connesse alla programmazione di cui al presente articolo.

11. La Rai, inoltre, promuove l'attività di informazione di detta programmazione anche su riviste, guide elettroniche e in particolare su Televideo.


12. Con riferimento al sistema di analisi e monitoraggio della qualità dell'offerta di cui all'articolo 3, si dovrà tener conto in particolare dei minori, quale specifica tipologia di utenza nell'ambito della rappresentazione di un adeguato disegno campionario dell'intera popolazione italiana, nonchè della programmazione televisiva dedicata.



Articolo 13

L'offerta dedicata alle persone con disabilità e programmazione sociale

1. La Rai, nel ribadire il proprio impegno di produzione e di programmazione nell'ambito e nel rigoroso rispetto delle normative antidiscriminatorie e impegnandosi a promuovere l'attuazione dei principi enunciati nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con legge 3 marzo 2009, n. 18, nel Trattato di Amsterdam e nelle risoluzioni del Forum Europeo delle persone disabili di Madrid, dedica particolare attenzione alla promozione culturale per l'integrazione delle persone disabili ed il superamento dell'handicap eliminando ogni discriminazione nella presenza delle persone disabili nei programmi di intrattenimento, di informazione, nelle fiction e nelle produzioni Rai.

2. Nel quadro di un'adeguata rispondenza del servizio pubblico al diritto all'informazione delle persone con disabilità e alla loro complessiva integrazione, la Rai è tenuta a:

a) sottotitolare almeno una edizione al giorno di Tg1, Tg2 e Tg3 e ad assicurare una ulteriore edizione giornaliera per ciascuna delle suddette testate nel periodo di vigenza del presente Contratto;

b) tradurre in lingua dei segni (LIS) almeno una edizione al giorno di Tg1, Tg2 e Tg3;

c) procedere, nel più breve tempo possibile, a sottotitolare almeno una edizione giornaliera di un notiziario di contenuto sportivo sulle reti generaliste e di un notiziario sul canale Rai News;

d) procedere, nel più breve tempo possibile, a sperimentare la sottotitolazione o la traduzione in LIS del TGR regionale.

3. La Rai garantisce l'accesso alla propria offerta multimediale e televisiva su analogico, digitale terrestre e satellite alle persone con disabilità sensoriali o cognitive anche tramite specifiche programmazioni audiodescritte e trasmissioni in modalità telesoftware per le persone non vedenti, sottotitolate anche con speciali pagine del Televideo, e del proprio portale internet e mediante la traduzione nella lingua italiana dei segni (LIS). La Rai individua opportune modalità e soluzioni tecniche affinchè nel passaggio al sistema digitale le persone con disabilità sensoriali possano continuare ad usufruire del servizio di sottotitolazione, di Televideo, traduzione LIS e telesoftware e non siano esclusi dagli eventuali servizi di televisione interattiva che dovessero essere implementati in futuro, garantendo l'accessibilità dei decoder, fin dal momento della progettazione.

4. La Rai:

a) incrementa progressivamente, nell'arco del triennio di vigenza del presente Contratto, il volume della programmazione sottotitolata fino al raggiungimento nel 2012 di una quota pari ad almeno il 70 per cento della programmazione complessiva delle reti generaliste tra le ore 6,00 e le ore 24,00, al netto dei messaggi pubblicitari e di servizio (annunci, sigle, ecc.);

b) amplia progressivamente la sottotitolazione ai diversi generi di programmazione inclusi i programmi culturali, di attualità, di approfondimento politico, di sport e di intrattenimento;

c) incrementa progressivamente l'offerta di programmazione audiodescritta, garantendo che la stessa, così come l'offerta in modalità telesoftware, possa essere effettivamente ricevuta su tutto il territorio nazionale;

d) promuove la ricerca tecnologica al fine di favorire l'accessibilità dell'offerta multimediale alle persone con disabilità e con ridotte capacità sensoriali e cognitive, in collaborazione con enti, istituzioni e associazioni del mondo delle persone con disabilità;

e) riferisce periodicamente al Ministero, all'Autorità, alla Commissione Parlamentare e alla Sede di confronto sulla programmazione sociale, in merito all'attività svolta, nonchè segnala tempestivamente alla commissione paritetica di cui all'articolo 29 eventuali problematiche connesse alla programmazione di cui al presente articolo.

5. La Rai è tenuta a mettere a punto un idoneo sistema di analisi e monitoraggio della qualità e della quantità delle offerte di cui ai commi 2 e 3 e a fornirne adeguata informativa al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare. Tale sistema, in particolare, dovrà essere realizzato in collaborazione con enti, istituzioni e associazioni del mondo delle persone con disabilità ed i relativi risultati dovranno essere comunicati alla Sede Permanente di cui all'articolo 30, anche al fine di favorire l'adozione di interventi finalizzati ad una maggiore fruizione della programmazione da parte delle persone con disabilità.

6. La Rai si impegna a collaborare, con le istituzioni preposte, alla ideazione, realizzazione e diffusione di programmi specifici diretti al contrasto e alla prevenzione della pedofilia, della violenza sui minori e alla prevenzione delle tossicodipendenze e alla conoscenza delle conseguenze prodotte dall'uso delle sostanze stupefacenti e psicotrope nonchè al costo sociale che tali fenomeni comportano per la collettività. La Rai si impegna altresì alla prevenzione e contrasto della violenza sulle donne collaborando con le istituzioni preposte per la realizzazione e diffusione, sulle diverse piattaforme di trasmissione, di specifici programmi.

7. Nel quadro degli indirizzi relativi alle trasmissioni dell'accesso al servizio pubblico della Commissione Parlamentare, la Rai assicura nei servizi di Televideo una particolare attenzione alle esperienze dell'associazionismo e del volontariato, sulla base del regolamento approvato dalla Commissione Parlamentare nella seduta del 29 aprile 1999.



Articolo 14

L'offerta per l'estero


1. La Rai si impegna ad adeguare la propria offerta destinata all'estero alle mutate condizioni dello scenario complessivo di riferimento; la Rai, in particolare, si impegna a ridefinire la nuova offerta in modo tale da rappresentare la complessiva realtà del Paese anche sotto il profilo economico, le dinamiche di sviluppo e le diverse prospettive culturali, istituzionali, imprenditoriali e sociali nella loro interezza nonchè a realizzare nuove forme di programmazione per l'estero che consentano di portare la cultura italiana, anche di carattere regionale, ad un più vasto pubblico internazionale. La Rai si impegna altresì a diffondere anche all'estero una programmazione che rispetti l'immagine femminile e la sua dignità culturale e professionale e rappresenti in modo realistico il ruolo delle donne nella società.

2. La Rai contribuisce a mantenere vivo il legame dei cittadini italiani residenti all'estero con il Paese e con la cultura di origine, fornendo una offerta che - oltre ad una informazione costante sullo sviluppo economico del Paese, sull'evoluzione della società italiana e della sua cultura connotata da caratteri di qualità e innovazione attraverso la promozione del Made in Italy nel mondo - preveda una particolare attenzione alla comunicazione politica nei periodi interessati da campagne elettorali e referendarie.

3. Al fine di conseguire gli obiettivi di cui al comma 1, la Rai definisce una adeguata programmazione nell'ambito sia delle convenzioni stipulate con la Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi della legge 14 aprile 1975, n. 103 che di altre specifiche convenzioni aggiuntive.

Articolo 15

Programmi dell'Accesso.


1. Fermi restando gli obblighi derivanti dall'articolo 6 della legge 14 aprile 1975, n. 103, la Rai è tenuta a riservare trasmissioni e spazi di accesso radiotelevisivo anche a tematiche sociali, con particolare attenzione alle esperienze dell'associazionismo e del volontariato.


2. Le trasmissioni di cui al comma 1, definite come programmi dell'Accesso, sono programmate su ciascun mezzo radiotelevisivo (televisivo, radiofonico, televideo) sulla base di calendari predisposti e resi pubblici dalla società concessionaria previa approvazione della Sottocommissione permanente per l'Accesso, costituita nell'ambito della Commissione Parlamentare.


3. I programmi dell'Accesso consistono anche nella programmazione di cicli di spot su tematiche sociali; tali spazi saranno assegnati ai soggetti ritenuti idonei a tali programmi. La società concessionaria istituisce apposite rubriche dedicate agli Enti, Istituti o Associazioni che presentano profili di interesse per i settori indicati. La predisposizione degli spot viene curata dalla società concessionaria in collaborazione con i soggetti richiedenti.


4. La decisione sulle domande di accesso, per ciascuno dei mezzi previsti ai commi 2 e 3, e sui soggetti richiedenti spetta alla Sottocommissione permanente per l'Accesso.



Articolo 16

Prodotti audiovisivi italiani ed europei

1. La Rai valorizza le capacità produttive, imprenditoriali e culturali del Paese al fine di favorire lo sviluppo dell'industria nazionale audiovisiva e contribuire alla crescita del sistema produttivo italiano ed europeo, privilegiando il rapporto tra qualità e mercato, l'efficienza e il pluralismo industriale e promuovendo la ricerca di nuovi modelli produttivi e di nuovi linguaggi anche multimediali.

2. La Rai è tenuta a destinare una quota minima del 15 per cento dei ricavi complessivi annui ad investimenti per le opere europee realizzate da produttori indipendenti; con riferimento a tale quota, inoltre, una percentuale non inferiore al 20 per cento dovrà essere dedicata ad opere cinematografiche di espressione originale italiana ovunque prodotte, una percentuale non inferiore al 4 per cento alla produzione e acquisto di documentari italiani ed europei, anche di produttori indipendenti, ed una percentuale non inferiore al 5 per cento ai prodotti di animazione appositamente realizzati per i minori.

3. Ai fini del presente articolo si intendono:

a) per ricavi complessivi annui il gettito derivante dagli abbonamenti destinati all'offerta radiotelevisiva nonchè i ricavi pubblicitari connessi alla stessa, al netto degli introiti derivanti da convenzioni con la Pubblica Amministrazione e dalla vendita di beni e servizi;

b) per investimenti, la configurazione di costo che comprende gli importi corrisposti a terzi per l'acquisto dei diritti e l'utilizzazione delle opere, i costi per la produzione interna ed esterna e gli specifici costi di promozione e distribuzione, nonchè quelli per l'edizione e le spese accessorie direttamente afferenti ai prodotti di cui sopra.

4. La Rai, indipendentemente dalla codifica delle trasmissioni, riserva una quota minima del 20 per cento del tempo di trasmissione alle opere europee degli ultimi cinque anni, incluse le opere cinematografiche di espressione originale italiana ovunque prodotte.

5. La concessionaria riserva inoltre ai prodotti audiovisivi (opere cinematografiche, prodotti di fiction, cartoni, documentari, trasmissioni per la promozione dell'audiovisivo, trasmissioni culturali relative allo spettacolo dal vivo) italiani ed europei una quota prevalente di trasmissione in un canale tematico appositamente dedicato ai suddetti generi, che privilegerà la loro trasmissione anche nella fasce di maggiore ascolto ivi compresa la cosiddetta prima serata, promuovendo lo sviluppo e la diffusione di contenuti "multipiattaforma".

6. Anche al fine di attribuire ai produttori indipendenti quote di diritti secondari di cui all'articolo 44 del Testo Unico, la Rai si impegna ad adottare modalità operative coerenti con quanto stabilito dall'Autorità in materia, e comunque compatibili con la conferente normativa comunitaria.


7. La Rai attua un sistema interno di monitoraggio per la verifica del rispetto delle quote di emissione e di investimento e rende noto, per ciascun anno di vigenza del presente Contratto, alla commissione paritetica di cui all'art. 29, al Ministero e all'Autorità, i dati di bilancio relativi agli investimenti in prodotti audiovisivi italiani ed europei, suddivisi e distinti per ciascuno dei generi individuati al comma 2 .


8. La commissione paritetica verificherà su base annua, anche sulla scorta dei dati di cui al comma 7, l'equilibrato rapporto degli investimenti tra i diversi generi e contenuti televisivi relativi ai prodotti audiovisivi italiani ed europei, con particolare riferimento ad un adeguato sostegno alla produzione e programmazione dei documentari e degli spettacoli dal vivo, secondo le indicazioni dell'articolo 44 del Testo Unico, nonchè ai cartoni animati. La Commissione, inoltre, verificherà ogni problematica applicativa e interpretativa del presente articolo.



Articolo 17

Iniziative specifiche per la valorizzazione delle istituzioni e delle culture locali


1. Nel quadro dell'unità politica, culturale e linguistica del Paese, e anche con riferimento alle disposizioni della legge 15 dicembre 1999, n. 482, la Rai valorizza e promuove, nell'ambito delle proprie trasmissioni, le culture regionali e locali in stretta collaborazione con le Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano, le Province, i Comuni, le Università e gli enti culturali, realizzando anche forme di coordinamento per una maggiore diffusione in ambito locale. A tal fine tra la concessionaria, le Regioni e le Province autonome possono essere stipulate specifiche convenzioni.


2. La Rai effettua, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sulla base di apposite convenzioni, servizi per le minoranze culturali e linguistiche, così come previsto dalla legge 14 aprile 1975, n. 103 e si impegna, comunque, ad assicurare una programmazione rispettosa dei diritti delle minoranze culturali e linguistiche nelle zone di appartenenza. Con riferimento alle convenzioni di cui sopra, la Rai si impegna in particolare ad effettuare trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua tedesca e ladina per la Provincia autonoma di Bolzano, in lingua ladina per la Provincia autonoma di Trento, in lingua francese per la Regione autonoma Valle d'Aosta e in lingua slovena per la Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia. Sulla base di apposita convenzione Rai si impegna ad effettuare trasmissioni radiofoniche in lingua friulana per la Regione autonoma Friuli-Venezia-Giulia.


3. Ai sensi dell'art. 12, comma 1 della legge 15 dicembre del 1999, n. 482 e dell'art. 11 del DPR 2 maggio 2001, n. 345, la Rai si impegna ad assicurare le condizioni per la tutela delle minoranze linguistiche riconosciute nelle zone di loro appartenenza, assumendo e promuovendo iniziative per la valorizzazione delle lingue minoritarie presenti sul territorio italiano anche in collaborazione con le competenti istituzioni locali e favorendo altresì iniziative di cooperazione transfrontaliera. La commissione paritetica di cui all'art. 29 definirà le più efficaci modalità operative per l'applicazione di tali disposizioni, tenendo conto in particolare della necessità di potenziamento delle strutture periferiche dei centri di produzione della concessionaria.



Articolo 18

Informazione istituzionale nazionale ed europea

1. La Rai, tenuto conto anche delle recenti risoluzioni del Parlamento europeo, si impegna a diffondere, promuovere e sviluppare l'informazione sulle istituzioni nazionali e dell'Unione Europea. Nel rispetto del pluralismo sociale, culturale e politico e utilizzando tutti i mezzi di comunicazione a sua disposizione e, in specie, le potenzialità della tecnologia digitale, la Rai assicura la formazione, la divulgazione e l'informazione sui temi del funzionamento delle istituzioni e della partecipazione alla vita politica.


2. La Rai è tenuta a presentare, entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto, un progetto di canale televisivo dedicato ai lavori parlamentari, dando anche adeguato rilievo all'attività svolta dalle Commissioni, da realizzare in stretta collaborazione tra la Rai e i due Rami del Parlamento. Nel palinsesto saranno riservati adeguati spazi all'informazione sulle attività delle istituzioni costituzionali, di rilievo costituzionale, di garanzia e controllo e dell'Unione Europea. La realizzazione delle attività del progetto verrà regolamentata sulla base di apposita convenzione nella quale dovranno essere definite, tra l'altro, le misure necessarie per la copertura dei costi a carico della concessionaria.


3. La Rai è tenuta all'esercizio della rete di cui all'art. 24 della legge 6 agosto 1990, n. 223, secondo le modalità della legge 11 luglio 1998, n. 224, mediante la rete di impianti di cui all'allegato 1 dedicata a tutte le attività delle istituzioni costituzionali, di rilievo costituzionale e di garanzia e controllo e dell'Unione Europea. Sulla base di piani esecutivi presentati al Ministero, e previa autorizzazione da parte di questo, la rete di cui al presente comma potrà essere soggetta ad interventi mirati alla razionalizzazione degli impianti, ottenuta con azioni di compatibilizzazione nell'uso delle frequenze e anche attraverso operazioni di accorpamento degli impianti della concessionaria; gli interventi dovranno essere attuati senza degradare la qualità del servizio offerto su base non interferenziale con altri legittimi utilizzatori dello spettro radioelettrico, e con particolare riguardo alla salvaguardia della salute umana e della tutela del paesaggio, e potranno comportare variazioni dell'area di servizio, nel rispetto delle norme di legge.


4. La Rai è impegnata a trasmettere, anche sui canali generalisti, l'informazione parlamentare, comunitaria e nazionale, e a pubblicizzare l'attività del canale televisivo dedicato anche attraverso le proprie reti radiofoniche, televisive generaliste e il proprio sito web, in particolare nell'ambito delle trasmissioni di informazione.


5. La Rai promuove la stipula di convenzioni con la Pubblica Ammin istrazione aventi ad oggetto l'ideazione, la realizzazione e la diffusione di iniziative di formazione, di comunicazione e/o di divulgazione su tutti i versanti distributivi in coerenza con l'evoluzione delle piattaforme tecnologiche, anche attraverso servizi interattivi, al fine di favorire il conseguimento degli scopi di utilità sociale e delle finalità istituzionali perseguite dagli enti interessati.



Articolo 19

Informazione relativa ai servizi di pubblica utilità

1. La Rai assicura spazi nella programmazione televisiva e radiofonica per la diffusione di informazioni riguardanti i servizi di pubblica utilità al cittadino, con particolare riferimento alle reti di viabilità e trasporti (stradali, aerei, ferroviari e marittimi), di erogazione e distribuzione dell'energia, dell'acqua, di telecomunicazione e comunque ad eventi ed avvenimenti, sia di origine antropica che naturale, che possano compromettere il regolare svolgimento della vita della popolazione. La Rai potrà avvalersi anche della collaborazione di emittenti locali.


2. La Rai, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione civile, entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto, anche in attuazione degli obiettivi di cui al comma 1, presenta al Ministero, sentiti i soggetti interessati, per la sua approvazione, un progetto di sviluppo dell'attuale canale Isoradio, mantenendone il carattere di servizio privo di pubblicità, incentrato sui seguenti aspetti:

a)ampliamento e tempestività dei contenuti informativi in diretta di pubblica utilità ai diversi segmenti di utenza, con l'eventuale coinvolgimento di soggetti ed enti operanti nei rispettivi settori;

b) estensione della copertura della diffusione del segnale previa assegnazione delle relative frequenze;

c)sperimentazione dell'utilizzo di nuove tecnologie con riferimento alla diffusione del segnale, al controllo del traffico sulle reti autostradali e sulle principali vie di comunicazione ed allo sviluppo di appositi spazi informativi sul traffico.


3. Il progetto di cui al comma 2 dovrà identificare gli interventi necessari alla realizzazione di spazi di programmazione dedicata ai servizi di pubblica utilità su base locale anche in collaborazione con le emittenti locali. La realizzazione delle attività del progetto verrà regolamentata sulla base di apposita convenzione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione civile, il Ministero e la concessionaria, nella quale dovranno essere definite, tra l'altro, le misure necessarie per la copertura dei costi a carico della concessionaria.



Articolo 20

Educazione finanziaria ed economica


1. La Rai assicura spazi nella programmazione televisiva e radiofonica per la diffusione dell'educazione finanziaria ed economica quale strumento di tutela del consumatore, attraverso iniziative di informazione ed educazione volte a diffondere la cultura finanziaria ed economica fra il pubblico.



Articolo 21

Audiovideoteche


1. La Rai prosegue il processo di catalogazione digitale dell'archivio storico televisivo comprensivo dei materiali registrati su pellicola, utilizzando le tecnologie più avanzate di archiviazione e catalogazione e sperimentando l'integrazione delle audiovideoteche nel processo produttivo digitale, e si impegna a definire e mettere in atto iniziative finalizzate alla conservazione della memoria audiovisiva del Paese .


2. L'archivio storico radiotelevisivo, già aperto per la consultazione al pubblico nelle sedi della Rai, dovrà essere reso progressivamente disponibile per fini culturali, didattici e di natura istituzionale. Tale obiettivo sarà realizzato attraverso specifiche convenzioni con università, scuole, enti pubblici e associazioni senza fini di lucro e con la realizzazione di produzioni antologiche e collaborazioni con gli altri principali detentori di archivi storici audiovisivi in progetti che coinvolgano le organizzazioni impegnate nella conservazione della memoria audiovisiva del Paese.


3. La Rai dispone una pubblicazione annuale, secondo le forme che saranno ritenute più appropriate, e comunque sul proprio sito internet, per pubblicizzare e rendere conoscibile il materiale del suo archivio e le modalità di fruizione.


CAPO IV - PIATTAFORME TECNOLOGICHE, QUALITA' DEL SERVIZIO, RICERCA E SPERIMENTAZIONE



Articolo 22

Neutralità tecnologica e competitiva


1. Con riferimento alla diffusione della programmazione televisiva, la Rai è tenuta a far sì che nella fase di passaggio dalle trasmissioni in tecnica analogica a quella digitale l'intera programmazione delle reti generaliste già irradiate sulla rete terrestre analogica sia visibile su tutte le piattaforme tecnologiche; a tal fine, fatti salvi i diritti dei terzi, assicura la diffusione attraverso almeno una piattaforma distributiva di ogni piattaforma tecnologica.


2. Al fine di assicurare una copertura integrale della popolazione, con tutte le possibilità offerte dalle varie piattaforme distributive, la Rai è tenuta ad adottare le più opportune politiche di criptaggio al fine di garantire in forma gratuita l'accesso all'intera programmazione diffusa dalle reti generaliste e trasmessa in simulcast via satellite, fatti salvi i diritti dei terzi.


3. La Rai, in conformità a quanto previsto al primo comma riguardo alla piattaforma tecnologica satellitare, si impegna a promuovere la diffusione di Tivùsat con particolare riguardo a quelle zone del territorio nazionale non raggiunte dal digitale terrestre e ad offrire agli utenti in regola con il pagamento del canone di abbonamento alla radiotelevisione, che ne facciano richiesta, la relativa smart card a fronte del rimborso dei costi a tal scopo sostenuti, quali i costi di acquisizione dagli aventi diritto, di transazione e di distribuzione.


4. L a Rai potrà consentire la messa a disposizione della propria programmazione di servizio pubblico a tutte le piattaforme commerciali che ne faranno richiesta nell'ambito di negoziazioni eque, trasparenti e non discriminatorie e sulla base di condizioni verificate dalle Autorità competenti.



Articolo 23

Qualità tecnica


1. La Rai individua nella qualità audiovisiva un tratto distintivo e irrinunciabile dell'offerta del servizio pubblico. La programmazione Rai è diffusa attraverso le reti di radiodiffusione terrestre in tecnica digitale ed analogica e via satellite con una elevata qualità di immagine e suono, dedicando ad ogni canale l'opportuna capacità trasmissiva. La Rai, al fine di assicurare la fornitura del servizio, esercisce gli impianti di cui all'allegato 1.

2. La Rai riconosce la qualità tecnica del servizio di radiodiffusione quale obiettivo strategico del servizio pubblico. A tal fine definisce indici e standard tecnici, anche in collaborazione con le competenti istituzioni, gli operatori di rete e l'industria; monitora costantemente la qualità tecnica del servizio ed esercita ogni azione preventiva e correttiva al fine di garantire il permanere di alti standard qualitativi; assicura un costante rapporto con l'utenza, per raccogliere segnalazioni di problematiche di qualità tecnica; collabora con istituti di ricerca; assicura una idonea informazione ai cittadini per la migliore fruizione dei servizi.

3. Nell'ambito della disponibilità delle frequenze e tenendo conto della specificità della missione del servizio pubblico generale radiotelevisivo, il Ministero assicura alla Rai tutte quelle necessarie per risolvere situazioni interferenziali, migliorare la qualità del servizio e sperimentare nuove tecnologie diffusive; la Rai, inoltre, può utilizzare, su base di non interferenza, i collegamenti mobili di comunicazione di cui al seguente art. 25, senza che tale utilizzo comporti il pagamento di ulteriori canoni o contributi oltre quello di concessione.

4. La Rai assicura un grado di qualità del servizio, salvo le implicazioni interferenziali non risolvibili con opere di compatibilizzazione radioelettrica, per quanto riguarda il servizio digitale corrispondente ad una "location probability" pari al 90% (Atti Finali RRC GE06 UIT-R) e per quanto riguarda il servizio analogico, non inferiore a 3, riferito ai livelli della scala UIT-R (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni - Radiocomunicazioni), salvo le implicazioni interferenziali non risolvibili con opere di compatibilizzazione radioelettrica.

5. La Rai fornisce con cadenza annuale al Ministero tutta la necessaria documentazione con riferimento al monitoraggio della qualità tecnica del servizio di radiodiffusione e alle elaborazioni statistiche, con indicazioni del grado di estensione dei servizi, della qualità di ricezione riferita ai livelli della scala di qualità UIT-R e dell'andamento delle situazioni interferenziali e dei disturbi dei servizi, nonchè i valori della disponibilità del servizio misurati utilizzando gli indicatori di qualità concordati con il Ministero. Ai fini della verifica degli adempimenti relativi alla copertura, la Rai fornisce annualmente al Ministero la rappresentazione cartografica su supporto magnetico delle aree di copertura dei servizi.

Articolo 24

Radiodiffusione sonora

1. La Rai deve assicurare un grado di copertura del servizio di radiodiffusione sonora per ciascuna delle tre reti radiofoniche in modulazione di frequenza (FM) non inferiore al 99 per cento della popolazione e di copertura del territorio non inferiore all'80 per cento, salvo le implicazioni interferenziali.

2. La Rai, ove occorra, migliora la qualità del segnale, previa assegnazione da parte del Ministero delle necessarie frequenze.

3. La Rai incrementa il servizio RDS (Radio Data System) sulle tre reti radiofoniche in FM mediante il sistema EON (Enhanced Other Network), conformemente alle norme ETSI (European Telecommunications Standards Institute) e potrà estendere la sperimentazione del servizio RDS-TMC (Traffic Message Channel).

4. Nel corso dell'attività di adeguamento della rete per garantire il grado di copertura con impianti che rispettino i valori della normativa vigente in materia di tetti elettromagnetici, è ammissibile una temporanea riduzione del grado di copertura di cui al comma 1.

5. La Rai, anche attraverso consorzi, è tenuta a sviluppare concretamente le trasmissioni radiofoniche in tecnica digitale secondo i nuovi standard trasmissivi che costituiscono l'evoluzione del DAB, nel rispetto della regolamentazione adottata dall'Autorità, cooperando attivamente per lo sviluppo del mercato della radio digitale nell'osservanza del principio di neutralità tecnologica e competitiva.

6. Il servizio di radiodiffusione sonora in modulazione di ampiezza viene svolto attraverso gli impianti ad onde medie di cui all'allegato 1. La Rai si impegna a presentare al Ministero, entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto, un progetto di razionalizzazione del servizio di radiodiffusione sonora in onde medie, finalizzato alla riduzione dei campi elettromagnetici irradiati, che garantisca al tempo stesso la copertura delle principali aree metropolitane e renda possibile la sperimentazione della modulazione digitale in standard DRM.



Articolo 25

Impiego dei collegamenti mobili

1. La Rai, per proprie esigenze o per conto di terzi, esercisce collegamenti mobili realizzati con mezzi del tipo trasportabile installati anche a bordo di automezzi in sosta o con mezzi in movimento, funzionanti su base non interferenziale con altri operatori. A consuntivo, con cadenza trimestrale ed a fini statistico-informativi, la concessionaria indicherà per ciascun collegamento la frequenza impegnata, la distanza delle tratte realizzate ove si impieghino mezzi non in movimento, la distanza media delle tratte ove si impieghino mezzi in movimento e la durata del servizio effettuato.


2. La Rai, per proprie esigenze o per conto di terzi, esercisce collegamenti simili a quelli precedenti per realizzare collegamenti temporanei tra punti fissi. Con cadenza trimestrale ed a fini statistico-informativi la concessionaria indicherà al Ministero i collegamenti eserciti ivi comprese le nuove attivazioni e le avvenute disattivazioni di tali collegamenti, indicando le frequenze impegnate e la distanza delle tratte realizzate.


3. La Rai, per proprie esigenze o per conto di terzi, esercisce radio camere operanti nella banda dei 2 GHz.


4. Nell'espletamento dei suddetti servizi, la Rai potrà utilizzare le frequenze assegnate anche con tecniche di modulazione digitale.

5. La Rai, ai fini della produzione e distribuzione dei propri servizi sul territorio, utilizza collegamenti mobili nelle bande in cui essi sono allocati, con particolare riguardo alla banda dei 6 GHz.



Articolo 26

Ricerca e Innovazione

1. Al fine di promuovere l'evoluzione tecnica e lo sviluppo industriale del Paese, la Rai avvia trasmissioni in alta definizione e sperimenta la diffusione di contenuti radiotelevisivi mediante l'uso di nuove tecnologie trasmissive quali l'evoluzione dello standard DVB-T, come il DVB-T2, il DVB-H, il DMB, il DRM, l'Alta Definizione, l'IPTV, il Wi-Max, la Web TV e di ogni altra tecnologia evolutiva a larga banda nel rispetto dei principi di parità di trattamento e non discriminazione, nonchè delle norme in materia di accesso alla capacità trasmissiva in digitale terrestre, previa assegnazione delle necessarie risorse frequenziali.




CAPO V - FINANZIAMENTO E GESTIONE ECONOMICO-FINANZIARIA


Articolo 27

Gestione economico-finanziaria e trasparenza nella comunicazione esterna
1. Nella gestione economico-finanziaria, la Rai è tenuta al rispetto di quanto previsto dall'articolo 7, comma 5, e dall'articolo 47 del Testo Unico in materia di finanziamento del servizio pubblico generale radiotelevisivo e delle conseguenti deliberazioni sulla contabilità separata adottate dall'Autorità. Il finanziamento di tali attività è assicurato con caratteri di certezza e congruità, per il triennio di durata del presente Contratto, attraverso il canone di abbonamento, i corrispettivi derivanti da contratti o convenzioni con pubbliche amministrazioni e le altre entrate consentite dalla legge.

2. La Rai è tenuta, altresì, ad adottare criteri tecnici ed economici di gestione idonei a consentire il raggiungimento di obiettivi di efficienza aziendale e di razionalizzazione del proprio assetto organizzativo. Nell'ottica di una gestione ispirata a criteri di efficienza, la Rai persegue altresì l'obiettivo di un adeguato ritorno sul capitale e sugli investimenti, tenendo conto anche delle condizioni del mercato di riferimento.

3. La Rai, in coerenza e nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 45, comma 5, del Testo Unico, può svolgere, nell'ambito del proprio mercato di riferimento, comprendente l'offerta televisiva, radiofonica e multimediale e le connesse attività strumentali e accessorie, attività commerciali inclusa l'offerta a pagamento in regime di concorrenza, assicurando che le stesse attività siano sviluppate direttamente o attraverso società controllate e comunque con modalità organizzative che evitino il finanziamento incrociato, anche parziale, di risorse pubbliche.

4. Al fine di fornire una completa informativa sulle dinamiche della gestione, entro il mese di giugno di ogni anno la Rai è tenuta a trasmettere al Ministero ed al Ministero dell'economia e delle finanze, all'Autorità ed alla Commissione Parlamentare una relazione sui risultati economico-finanziari dell'esercizio precedente che, utilizzando anche fonti non aziendali, conterrà informazioni anche in merito:

a) alla densità di iscritti a ruolo per le famiglie soggette al pagamento del canone di abbonamento, articolata per area geografica regionale, provinciale e comunale e riferita agli abbonamenti alla televisione per uso privato, a indicazioni statistiche analoghe, laddove disponibili, per gli abbonamenti speciali, nonchè ai ricavi da canone di abbonamento;

b) alla ripartizione del mercato pubblicitario, con evidenza della fonte di riferimento, per ciascun mezzo di comunicazione (quotidiani, periodici, televisione, radio, internet, ecc.);

c) ai ricavi pubblicitari della concessionaria per mezzo e per tipologia;

d) agli indici di affollamento pubblicitario per fascia oraria ed a livello complessivo.

5. La Rai è tenuta, altresì, a trasmettere al Ministero ed al Ministero dell'economia e delle finanze, entro 15 giorni dalla loro approvazione:

a) i piani industriali (economici, finanziari, di investimento e strategici);

b) le previsioni economiche e i bilanci consuntivi di esercizio e della contabilità separata;

c) i bilanci infrannuali al 30 giugno.

6. Al fine di migliorare la trasparenza nella gestione economico finanziaria del servizio pubblico, la Rai è tenuta a pubblicare sul proprio sito web il documento, comprensivo dei criteri metodologici, sui conti annuali separati certificati dalla società di revisione scelta, ai sensi dell'articolo 47, comma 2, del Testo Unico, dall'Autorità da cui risulti, sulla base dell'apposito schema approvato dalla medesima Autorità, la destinazione delle risorse pubbliche e, in particolare, a fornire adeguata comunicazione circa i costi afferenti la programmazione televisiva e la programmazione radiofonica rientranti nell'ambito delle attività di servizio pubblico. La Rai è tenuta, altresì, a pubblicare i dati riferiti agli investimenti destinati ai prodotti audiovisivi di cui all'articolo 16. A tal fine la Rai, nella presentazione dei palinsesti, è tenuta ad identificare la programmazione televisiva e radiofonica rientrante nell'ambito dell'attività di servizio pubblico con un colore diverso rispetto agli altri aggregati.


7. La Rai pubblica sul proprio sito web gli stipendi lordi percepiti dai dipendenti e collaboratori nonchè informazioni, anche tramite il mezzo televisivo , eventualmente con un rinvio allo stesso sito web nei titoli di coda, e radiofonico, sui costi della programmazione di servizio pubblico.


8. La fattibilità e le modalità di applicazione delle disposizioni previste dal comma precedente saranno stabilite nell'ambito della Commissione paritetica di cui all'art. 29 entro 90 giorni dall'entrata in vigore del presente contratto.

Articolo 28

Canone di abbonamento


1. Ai fini della determinazione dell'ammontare del canone di abbonamento ai sensi dell'articolo 47, comma 3, del Testo Unico, il Ministro dello Sviluppo Economico può avvalersi della commissione paritetica di cui all'art. 29, che provvederà a definire elementi di analisi in merito al rapporto anche prospettico tra i contenuti della missione di servizio pubblico, il loro adempimento da parte della concessionaria ed il relativo finanziamento.


2. Per la gestione e lo sviluppo degli abbonamenti, nonchè per la riscossione, ordinaria e coattiva degli stessi anche ai sensi dell'art. 6, comma 2, del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 237, la Rai metterà a disposizione del S.A.T. - Sportello Abbonamenti TV di Torino strutture, mezzi e personale dell'ente stesso, nonchè i locali occorrenti, con le modalità ed i costi stabiliti nella convenzione approvata con decreto del Ministro delle finanze in data 23 dicembre 1988, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 25 del 31 gennaio 1989, e dell'atto aggiuntivo approvato con decreto del Ministero delle finanze in data 23 luglio 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 3 dicembre 1999 e successive modificazioni, nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.


3. Le quote dei canoni di abbonamento spettanti alla concessionaria, corrispondenti al costo di fornitura del servizio pubblico risultante dalla contabilità separata, saranno corrisposte dall'Amministrazione finanziaria, sulla base delle previsioni complessive di entrata del Bilancio dello Stato e delle riscossioni effettuate, mediante acconti trimestrali posticipati e salvo conguaglio alla fine di ciascun anno finanziario. Il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento per le politiche fiscali provvederà ad emettere apposito ordine di pagare a favore della concessionaria, ai sensi dell'articolo 6 del D.P.R. 20 aprile 1994, n. 367, affinchè le suddette quote siano accreditate alla concessionaria entro la fine del trimestre.


4. Il Ministero si impegna ad individuare, anche con il coinvolgimento delle amministrazioni competenti, le più efficaci metodologie di contrasto all'evasione del canone di abbonamento, proponendo le opportune iniziative legislative e adottando le necessarie misure amministrative. A tal fine il Ministero si impegna ad istituire nel più breve tempo possibile uno specifico tavolo tecnico, cui parteciperà anche la concessionaria. Il Ministero e la Rai, con cadenza annuale, riferiscono alla Commissione Parlamentare i risultati delle azioni attuate per il contrasto all'evasione del canone di abbonamento e presenteranno una relazione sui lavori del tavolo tecnico.

CAPO VI - MONITORAGGIO, VIGILANZA E SANZIONI

Articolo 29

Commissione paritetica

1. Entro trenta giorni dall'entrata in vigore del presente Contratto, con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico è istituita, presso il Ministero, un'apposita commissione paritetica composta da otto membri, quattro designati dal Ministero e quattro designati dalla Rai, con l'obiettivo di definire - in coerenza con l'evoluzione dello scenario di riferimento - le più efficaci modalità operative di applicazione e di sviluppo delle attività e degli obblighi previsti nel presente Contratto, nonchè di valutarne il grado di compiutezza al fine di verificarne l'adempimento. La commissione potrà, su richiesta di una delle parti e tenendo conto di elementi oggettivamente riscontrabili:

a) definire gli opportuni interventi volti a superare le difficoltà di applicazione e di interpretazione eventualmente emergenti;

b) segnalare alle parti contraenti significative alterazioni del rapporto di proporzionalità e di adeguatezza tra missione e costi del servizio pubblico e relativo finanziamento, proponendo le misure idonee a ristabilirlo, secondo quanto previsto dal successivo articolo 32.

2. Le rispettive componenti della commissione potranno di volta in volta definire le eventuali integrazioni della commissione stessa in funzione degli argomenti trattati e delle questioni di carattere interpretativo e applicativo del presente Contratto. Entro trenta giorni dalla costituzione, la commissione approva uno specifico regolamento per il proprio funzionamento. La segreteria tecnico-organizzativa della commissione sarà curata dal Ministero.



Articolo 30

Sede permanente di confronto sulla programmazione sociale

1. Entro tre mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto viene istituita una Sede Permanente di confronto fra il Ministero e la Rai che - con carattere consultivo - esprime pareri ed avanza proposte in ordine alla programmazione e alle iniziative assunte dalla concessionaria ai sensi dell'articolo 13 del presente Contratto.

2. La Sede è composta da 12 membri, di cui 6 nominati dal Ministero, scelti tra i rappresentanti di Commissioni, Consulte e Organizzazioni senza scopo di lucro di rilievo nazionale, con competenza ed esperienza sui temi di cui all'articolo 13, e 6 nominati della Rai. La Sede svolge le sue funzioni esaminando con cadenza almeno annuale le comunicazioni specifiche che la Rai predisporrà sui temi di cui all'articolo 13, ed esprimendo su di esse un parere, anche in forma scritta. Tale parere verrà regolarmente inviato, e se del caso direttamente illustrato, dai coordinatori al Ministero, alla Rai, alla Commissione parlamentare, all'Autorità nonchè alle Istituzioni ed Enti che hanno competenza o sono coinvolte sui temi trattati. La Sede permanente istituisce anche un Gruppo di lavoro permanente sui temi dell'accessibilità e dell'usabilità, invitando a farne parte esperti nominati dalla Rai tra i suoi dirigenti e dal Ministero tra i rappresentanti delle organizzazioni nazionali di difesa dei diritti delle persone disabili. La Sede può altresì istituire ulteriori Gruppi di lavoro e chiedere l'audizione di singoli dirigenti e funzionari della Rai, oltre che di Istituzioni e Organizzazioni su specifiche questioni inerenti le sue attività. I Gruppi di lavoro svolgono la loro attività sulla base di quanto sarà stabilito nel Regolamento di funzionamento della sede di cui al successivo comma 3.

3. La Sede è coordinata pariteticamente da un rappresentante del Ministero ed uno della Rai e si avvale, per il suo funzionamento, del personale, dei mezzi e dei servizi messi a disposizione dalla stessa Rai. La Sede procede entro tre mesi dalla sua costituzione all'approvazione di un regolamento di funzionamento. Ai coordinatori spetta il ruolo di sovrintendere alla predisposizione degli strumenti e dei materiali necessari per i lavori della Sede, coordinare i lavori delle sessioni, tenere i contatti con Istituzioni, Enti e Associazioni. La Sede svolge le sue funzioni esaminando con cadenza annuale le comunicazioni specifiche che la Rai predisporrà sui temi di cui all'articolo 13, ed esprimendo su di esse un parere - anche in forma scritta - che verrà inviato al Ministero, alla Rai, alla Commissione Parlamentare, all'Autorità nonchè alle Istituzioni ed Enti che hanno competenza o sono coinvolte sui temi trattati.

4. I membri della Sede durano in carica per il periodo di vigenza del presente Contratto.


Articolo 31

Vigilanza, controllo e sanzioni

1. Fatto salvo quanto previsto dalle vigenti disposizioni e dalle linee guida di cui alla delibera dell'Autorità n. 614/09/CONS recante "approvazione delle linee-guida sul contenuto degli ulteriori obblighi del servizio pubblico generale radiotelevisivo ai sensi dell'articolo 17, comma 4, della legge 3 maggio 2004, n. 112 e dell'articolo 45, comma 4, del testo unico della radiotelevisione" il Ministero cura la corretta attuazione del presente Contratto, informando la Commissione Parlamentare degli atti eventualmente adottati in relazione all'attività svolta.

2. Il Ministero, nell'ambito dell'attività di cui al comma 1, ha la facoltà di disporre verifiche ed ispezioni e di richiedere, in qualsiasi momento, alla Rai informazioni, dati e documenti utili; i relativi oneri sono a carico della Rai.

3. La Rai è tenuta a trasmettere con cadenza semestrale al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare una relazione concernente gli adempimenti posti in essere per il rispetto degli obblighi di servizio pubblico generale radiotelevisivo e mette comunque a disposizione del Ministero e dell'Autorità ogni informazione ritenuta utile per l'espletamento delle attività anche di vigilanza di rispettiva competenza, in particolare con riferimento alla qualità della programmazione .

4. La Rai è tenuta a consentire ai funzionari del Ministero incaricati l'accesso agli impianti ed alle proprie sedi ed a prestare la necessaria collaborazione, anche con l'utilizzo di propri mezzi e personale, allo svolgimento dell'attività di cui al comma 1.

5. Le sanzioni irrogate dal Ministero e dall'Autorità nei confronti della Rai sono definite negli articoli 35, 48, 51 e 52 del Testo Unico, nonchè negli articoli 97 e 98, commi da 2 a 9 del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, cui il predetto articolo 52 rinvia.



CAPO VII - NORME FINALI


Articolo 32

Adeguamento del Contratto nazionale di servizio

1. Il Ministero e la Rai si impegnano a:

a) adeguare il presente Contratto alla normativa sopravvenuta nel corso del triennio di vigenza;

b) procedere nello stesso periodo, sulla base delle segnalazioni e delle proposte della commissione paritetica di cui all'articolo 29 o di evidenze desumibili dal bilancio di separazione contabile, alla revisione del presente Contratto, al fine di ripristinare le più corrette modalità di esercizio del servizio, laddove il rapporto di proporzionalità e di adeguatezza tra missione e costi del servizio pubblico e relativo finanziamento, quale risultante dal presente Contratto di servizio, risulti significativamente alterato.


Articolo 33

Canone di concessione


1. Il canone annuo di concessione, salvo normative sopravvenute nel corso del triennio di vigenza del presente Contratto, è disciplinato dall'art. 27, commi 9 e 10, della legge 23 dicembre 1999, n. 488 e dal decreto ministeriale 23 ottobre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 251 del 26 ottobre 2000.


Articolo 34

Deposito cauzionale


1. A garanzia degli obblighi assunti con il presente Contratto la Rai costituisce, alla data di entrata in vigore del Contratto medesimo, presso la Cassa depositi e prestiti, un deposito cauzionale di 1 milione di euro in numerario o in titoli di Stato o equiparati al valore nominale.

2. Gli interessi sulla somma depositata sono di spettanza della Rai.


3. Il Ministero dell'economia e delle finanze ha la facoltà di rivalersi dei propri crediti liquidi ed esigibili presso la Rai sul deposito cauzionale costituito ai sensi del presente articolo; in tal caso la concessionaria è tenuta a reintegrare il deposito stesso entro un mese dalla data di notificazione del prelievo.


Articolo 35

Collaborazione per interpellanze, interrogazioni e atti ispettivi parlamentari

1. La Rai fornisce la più ampia collaborazione al Ministero ai fini degli accertamenti resi necessari da interpellanze, interrogazioni ed atti ispettivi parlamentari.

2. La concessionaria cura di riscontrare le richieste ministeriali nel termine di giorni quindici, salvo riduzione nei casi di particolari urgenze.

Articolo 36

Entrata in vigore e scadenza


1. Il presente Contratto entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del decreto ministeriale che lo approva e scade il 31 dicembre 2012. Fino alla data di entrata in vigore del successivo Contratto, i rapporti tra la concessionaria e il Ministero restano regolati dalle disposizioni del presente Contratto.

2. Entro il 1° luglio 2012 le parti provvederanno ad avviare le trattative per la stipulazione del Contratto relativo al triennio 2013-2015.

3. Gli allegati che costituiscono parte integrante del Contratto non sono soggetti a pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Tali allegati sono depositati presso la Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica e di radiodiffusione del Ministero.

4. Il Ministero e la Rai si impegnano a dare la massima diffusione, attraverso ogni mezzo di comunicazione, al presente Contratto.