venerdì 9 marzo 2012

RAINFORMAZIONE - PROFESSIONE DONNA CONVEGNO 8 MARZO IN FNSI

INTRODUZIONE AL SONDAGGIO DELLA CPO USIGRAI
SULLA REALTA’ DEI GIORNALISTI IN RAI

Il sondaggio sulla realtà dei giornalisti in Rai proposto dalla Commissione Pari Opportunità dell’Usigrai è stato distribuito a tutta la popolazione giornalistica presente nelle testate, esclusi i direttori delle stesse e i corrispondenti. Al momento della consegna dei questionari, la stima della presenza dei giornalisti in Rai era, secondo l’Azienda, di 1670 unità e nel computo erano compresi i direttori e i corrispondenti nonché i colleghi impegnati nelle reti, che però non hanno partecipato all’indagine. Hanno risposto alle domande del sondaggio 900 unità, pari al 53.89%. Il campione su cui abbiamo lavorato è, pertanto, da considerarsi rappresentativo. Essendo stato garantito l’anonimato per tutti, al momento della consegna, per massima garanzia di privacy, i questionari sono stati fatti confluire in un unico sacco per disperderne la provenienza regionale. Ed è per questo che nello screening non verranno considerati i parametri di “sensibilità” statistica rapportati alle coordinate geografiche (es: più figli al Nord, meno al centro etc).
Riguardo alle qualifiche (redattore, caposervizio etc), alla voce “altro” hanno risposto prevalentemente i Tco (specificando il più delle volte di essere telecineoperatori giornalisti).
Tra gli obiettivi dell’indagine, lo status e l’individuazione di eventuali disagi o sofferenze su cui il sindacato si potrà impegnare con maggior forza.

SONDAGGIO SULLA REALTA’ DEI GIORNALISTI IN RAI
Realizzato dalla Commissione Pari Opportunità dell’Usigrai
RILEVAMENTO DATI SENSIBILI

Il 55.6% dei giornalisti che hanno scelto di rispondere al questionario della Cpo sono di sesso maschile, il 44.33% sono femmine.
Il dato sull’età rileva che la popolazione giornalistica presente in Rai sta invecchiando: il 40.55% è compresa nella fascia tra i 40 e i 50 anni. Il 36.44% tra i 50 e i 60 anni, il 6% oltre i 60 anni. Il 16.11% ha fra i 30 e i 40 anni, mentre solo uno sparuto 0.88% ha meno di 30 anni. Basti considerare che gli ultra sessantenni superano del 5.12% i giovani al di sotto dei 30 anni presenti nel nostro campione. Un altro indicatore è la somma dei giornalisti di età compresa tra i 40 e i 65 anni che corrisponde al 82.99% dell’intero campione, mentre quelli fra meno di 30 sino a 40 rappresentano complessivamente solo il 16.99%.
Diminuisce il numero dei precari, che costituiscono il 14% del campione. Alla percentuale del 55% che riguarda i redattori ordinari, si aggiunge il 3.88% dei Tco per un totale del 58.88%. Per quanto riguarda gli avanzamenti di carriera, il sondaggio ha rilevato le seguenti qualifiche: 17.66% caposervizio (dato emerso quasi ex aequo tra maschi e femmine, sebbene con lieve preponderanza maschile), 7.44% inviati (anche questi quasi ex aequo tra maschi e femmine, con lieve preponderanza maschile), 6.55% vicecaporedattori (con preponderanza maschile), 7.22% caporedattori (con preponderanza dell’80% di maschi), 2.22% vicedirettori (tutti maschi).
Un altro dato sensibile è la percentuale molto alta di giornalisti che non hanno figli (43.77%). Il 23% ha un solo figlio e il 30.11% più di uno. I figli maggiorenni sono ben il 25.22% e solo il 7.11% quelli al di sotto dei 3 anni. Quasi esclusivamente i colleghi maschi hanno dichiarato di avere più di un figlio spesso di età molto dissimile (anche uno fra zero e 3 anni e il resto della prole maggiorenne).
Alla domanda sui parametri di soddisfazione lavorativa, la stragrande maggioranza (72.54% complessiva) gradisce il proprio orario di servizio: il 13.77% si è dichiarato molto soddisfatto, il 58.44% abbastanza soddisfatto. Poco soddisfatto il 20.77%, per nulla il 5.66%. Gradita anche la retribuzione, che soddisfa il 74.32% del campione (molto soddisfatto il 20.88%, abbastanza il 53.44%). Si dichiara Poco soddisfatto il 20.77% e Per nulla il 6.22%. Indicatori in discesa libera per quanto riguarda, invece, le prospettive: ben il 71.77% è pessimista: il 41.55% dichiara infatti di avere poche prospettive e il 30.22% nessuna. C’è da aggiungere che ad avere “molte” prospettive è solo il 4% del campione (quasi tutti “graduati”), mentre la voce “abbastanza” risulta ripartita prevalentemente tra i più giovani e i graduati.
Un atro dato significativo riguarda le violazioni contrattuali: dichiara di averne subito il 55.88%, mentre il 44% risponde no. Abbiamo chiesto a chi ha risposto affermativamente come abbia preferito “affrontare” la violazione: il 20.77% ha deciso di “ignorare”, il 20.11% ha chiesto la tutela sindacale e il 9.11% ha adito le vie legali, ma quasi sempre dopo aver chiesto prima tutela sindacale. Il 6.55% ha risposto un neutro “altro”.
Alla domanda sulle difficoltà più frequenti sul posto di lavoro, il dato più rilevante è relativo al demansionamento, denunciato dal 31.77% del campione. Il 24.66% ha invece segnalato uno “scarso dialogo con i superiori di grado”, che spesso ha coinciso con il sentirsi anche demansionati (la sensibilità di questo dato deriva dal fatto che il più delle volte sono state barrate entrambe le caselle: Demansionamento e Scarso dialogo). Tra gli altri disagi, Tensioni tra i colleghi (18.44%) e Altro (25.11%), alla cui voce spesso sono state spontaneamente segnalati “disorganizzazione interna del lavoro”, “pettegolezzi”, “raccomandazioni”, etc.
Per individuare i disagi, una domanda riguardava le eventuali discriminazioni. Ha risposto Sì il 9.44% del campione, Spesso il 10.11% e Qualche volta il 42.11%, il che sta a significare che la voce discriminazione riguarda complessivamente il 61.66% del campione stesso. Non si sente invece discriminato il 38.33%. Per entrare nel dettaglio, il 17.66% ha dichiarato di subire mobbing, l’11% si sente discriminato per il proprio orientamento politico e il 3% per il proprio orientamento sessuale. Il 36.55% ha risposto “Altro”.
Un altro dato “sensibile” riguarda l’adeguato riconoscimento del lavoro svolto: il 44.88% risponde Qualche volta e il 30.33% dice No, quindi complessivamente oltre il 75% ritiene di non ricevere adeguato riconoscimento. A dichiararsi soddisfatto è invece il 24.77%.
Sull’autonomia il dato è invece soddisfacente: il 47.66% risponde Sì e il 36% Qualche volta. Risponde Quasi mai il 9.11% e No il 7% (per un complessivo 16.33% di insoddisfazione).
L’ultima domanda riguardava la salubrità dell’habitat lavorativo e le condizioni di sicurezza. Il 34.88% reputa insufficienti entrambi i parametri di riferimento e il 28.77% li reputa Mediocri, per un indice totale di insoddisfazione pari al 63.65%. L’habitat è definito Sufficiente dal 19.22%, Buono dal 15.66% e Ottimo solo dall’1.44%.

I DATI SULLE PRESENZE GIORNALISTICHE IN RAI
AL 31 DICEMBRE 2010 LE DONNE DIRIGENTI SONO IL 4%

DATI RELATIVI ALLE PRESENZE GIORNALISTICHE IN RAI
FORNITI DA RISORSE UMANE E AGGIORNATI AL 31 DICEMBRE 2010

Per dirigenti si intendono direttori, vicedirettori, capiredattori, capiredattori centrale e inviati con qualifica

In totale il personale giornalistico in Rai e’ di 1656 unita’: 1097 uomini e 559 donne (33,7%)
Dirigenti 280 uomini (17%) 67 donne (4%)

Tra i direttori 2 sole donne
Tra i vicedirettori 32 uomini e 3 donne
Tra i capiredattori 236 uomini e 63 donne
Tra i vicecapiredattori 118 uomini e 69 donne
Tra i capiservizio 168 uomini e 111 donne

Nel dettaglio:

TG 1 organico totale 141. Dirigenti 33 uomini, 6 donne
Capiredattori 29 uomini, 5 donne
Vicecapiredattori 12 uomini 6 donne
Capiservizio 7 uomini 17 donne
Inviati 6 uomini 6 donne
Redattori ordinari 12 uomini 20 donne

TG 2 organico totale 123. Dirigenti 19 uomini 6 donne
Capiredattori 15 uomini, 5 donne
Vicecapiredattori 11 uomini 9 donne
Capiservizio 6 uomini 7 donne
Inviati 4 uomini 3 donne
Redattori Ordinari 18 uomini 24 donne

TG 3 organico totale 98. Dirigenti 24 uomini 5 donne
Capiredattori 21 uomini, 4 donne
Vicecapiredattori 4 uomini 7 donne
Capiservizio 2 uomini 7 donne
Inviati 2 donne
Redattori Ordinari 17 uomini 15 donne

RAI NEWS 24 organico totale 95. Dirigenti 12 uomini 6 donne
Capiredattori 10 uomini, 6 donne
Vicecapiredattori 6 uomini 6 donne
Capiservizio 10 uomini 7 donne
Inviati 1 uomo 1 donne
Redattori ordinari 24 uomini 22 donne

TGR organico totale 657. Dirigenti 44 uomini 11 donne
Capiredattori 40 uomini, 11 donne
Vicecapiredattori 50 uomini 11 donne
Inviati 17 uomini 4 donne
Capiservizio 100 uomini 45 donne
Redattori ordinari 144 uomini 108 donne

RAI PARLAMENTO organico totale 27. Dirigenti 5 uomini 3 donne
Capiredattori 4 uomini, 3 donne
Vicecapiredattori 2 uomini 2 donne
Capiservizio 1 uomo 1 donne
Redattori ordinari 6 uomini 7 donne

RAI SPORT organico totale 94. Dirigenti 23 uomini 1 donna
Capiredattori 16 uomini, 1 donna
Vicecapiredattori 6 uomini 3 donne
Inviati 15 uomini 3 donne
Capiservizio 11 uomini 2 donne
Redattori Ordianri 20 uomini 6 donne

TELEVIDEO organico totale 50 Dirigenti 8 uomini 4 donne
Capiredattori 6 uomini, 4 donne
Vicecapiredattori 2 uomini 3 donne
Inviati 1 uomo 1 donna
Capiservizio 7 uomini 6 donne
Redattori ordinari 8 uomini 11 donne


RAI TECHE 1 dirigente donna

UFFICI DI CORRISPONDENZA ALL’ESTERO organico totale 27.
Dirigenti 13 uomini 1 donna
Capiredattori 11 uomini, 1 donna
Vicecapiredattori 1 uomo
Inviati 5 uomini 2 donne
Capiservizio 4 uomini

GR RADIO1 organico totale 161. Dirigenti 27 uomini 9 donne
Vicecapiredattori 16 uomini 17 donne
Capiservizio 14 uomini 11 donne
Inviati 7 uomini 3 donne
Redattori ordinari 26 uomini 30 donne

GR PARLAMENTO organico totale 17
Dirigenti 4 uomini
Capiredattori 3 uomini
Vicecapiredattori 2 uomini 1 donna
Capiservizio 1 uomo 2 donne
Redattori ordianri 4 uomini 3 donne

COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE
Organico totale 17 Dirigenti 3 uomini 3 donne
Capiredattori 2 uomini, 2 donne
Vicecapiredattori 1 uomo
Capiservizio 2 uomini 1 donna
Redattori Ordinari 2 uomini 4 donne

RETI (RETE 1, 2 e 3) organico totale 56 Dirigenti 28 uomini 5 donne
Capiredattori 21 uomini, 5 donne
Vicecapiredattori 1 uomo 1 donna
Inviati 2 uomini
Capiservizio 2 donne
Redattori ordinari 4 uomini 13 donne

RAI INTERNATIONAL organico totale 41 Dirigenti 12 uomini 2 donne
Capiredattori 10 uomini, 3 donne
Vicecaporedattori 3 uomini 1 donna
Capiservizio 2 uomini 1 donna
Redattori ordinari 7 uomini 12 donne

MATERNITA’

LE FONTI NORMATIVE

- Legge 30 dicembre 1971, n. 1204 - Tutela delle lavoratrici madri

- Legge 8 marzo 2000, n. 53 - Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città

- Decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 - Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternita' e della paternita', a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53. (GU n. 96 del 26-4-2001 - Suppl. Ordinario n.93)


- Contratto nazionale di lavoro giornalistico 2009-2013 - art. 24 matrimonio e maternità

- Accordo integrativo Rai-Usigrai 2010-2013 - art. 14 maternita’ – assegno di nunzialita’ – permessi per esami


VADEMECUM MATERNITA’
a cura della CPO Usigrai

QUANDO DEVO COMUNICARE ALL’AZIENDA DI ESSERE INCINTA?
La comunicazione deve essere tempestiva, proprio a tutela della saluta donna. La legge infatti prevede per la lavoratrice il diritto a un trattamento particolare: orari standard, no a turni disagiati, no a trasferte, a meno che non sia lei a decidere di farli. Anche il Cnlg sancisce, a particolare tutela della salute nella maternità, dall'inizio del periodo di gravidanza, il diritto della giornalista (con relativa certificazione ginecologica secondo le norme di legge) di essere adibita ad adeguate mansioni prive di fonti di rischio tecniche.

SI HA DIRITTO A PERMESSI RETRIBUITI DURANTE LA GESTAZIONE?

Le lavoratrici gestanti hanno diritto a permessi retribuiti per l'effettuazione di esami prenatali, accertamenti clinici, ovvero visite mediche specialistiche, nel caso in cui questi debbono essere eseguiti durante l'orario di lavoro.
Per la fruizione dei permessi le lavoratrici presentano al datore di lavoro apposita istanza e successivamente la relativa documentazione degli esami.

QUANDO INIZIA E QUANTO DURA L’ASTENSIONE OBBLIGATORIA, OVVERO LA MATERNITA’ ?

La legge la definisce astensione obbligatoria e comprende i due mesi prima della data presunta del parto e i tre mesi successivi al parto.
L’accordo integrativo Rai-Usigrai 2010-2013 prevede un mese in più. L’azienda consente alle giornaliste di astenersi dal lavoro per maternità per un periodo di quattro mesi dopo il parto.
Per legge comunque l’astensione obbligatoria è flessibile.
Ferma restando la durata complessiva dell'astensione dal lavoro, le lavoratrici hanno la facoltà di astenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi successivi al parto, a condizione che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.

IN CASO DI PARTO PREMATURO?
Qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta, i giorni non goduti di astensione obbligatoria prima del parto vengono aggiunti al periodo di astensione obbligatoria dopo il parto. La lavoratrice è tenuta a presentare, entro trenta giorni, il certificato attestante la data del parto.
HANNO DIRITTO ALLA MATERNITA’ ANCHE LE GIORNALISTE A TEMPO DETERMINATO?

Sì. Le disposizioni di legge sono le stesse. Nel caso in cui la giornalista a tempo determinato entri in maternità fuori contratto a pagare l’indennità sarà l’Inps.
QUALE CERTIFICAZIONE PRESENTARE?
Prima dell'inizio dell'astensione obbligatoria dal lavoro le lavoratrici dovranno consegnare al datore di lavoro e all'istituto erogatore delle indennità giornaliere di maternità (Inpgi, se fuori contratto) il certificato medico indicante la data presunta del parto. La data indicata nel certificato fa stato, nonostante qualsiasi errore di previsione.
SE LA GESTAZIONE HA DELLE COMPLICAZIONI?
In tal caso l'ispettorato del lavoro può disporre, sulla base di accertamento medico, l'interdizione dal lavoro per uno o più periodi, la cui durata sarà determinata dall'ispettorato stesso.
QUAL E’ LA RETRIBUZIONE DURANTE LA MATERNITA’ ?
Il Cnlg all’art 24 prevede che durante il periodo di assenza obbligatoria dal lavoro per gravidanza e puerperio le giornaliste hanno diritto alla retribuzione intera.
LA MATERNITA’ VIENE COMPUTATA NELL’ANZIANITA’ DI SERVIZIO, FERIE E ALTRI ISTITUTI?
Durante l’astensione obbligatoria maturano normalmente i seguenti istituti: tredicesima mensilità, gratifica natalizia, ferie, permessi, redazionale, scatti di anzianità. Anche nel caso di giornaliste a tempo determinato, che siano sotto contratto, la maternità viene considerata nel computo dei giorni da maturare per i bacini.
C’E’ UN ORARIO RIDOTTO DURANTE IL PRIMO ANNO DI VITA DEL FIGLIO?
Sì. Si ha diritto al cosiddetto allattamento, ovvero due ore al giorno di permesso retribuito. In caso di parto plurimo, i periodi di riposo sono raddoppiati.

OLTRE ALLA MATERNITA’ CI SONO ALTRI CONGEDI PREVISTI PER I FIGLI?
Sì. Si può ricorrere all’assenza facoltativa nei primi otto anni di vita del figlio; per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi. Va dato preavviso almeno 15 giorni prima.
QUAL E’ IL TRATTAMENTO ECONOMICO IN CASO DI ASSENZA FACOLTATIVA?
E’ pari ad un’indennità del 30% della retribuzione a carico dell’istituto previdenziale. Non si maturano, ferie, gratifiche, scatti di anzianità, tredicesima e redazionale.
IN CASO DI FIGLI NATI CON HANDICAP?
L’ assenza facoltativa retribuita al 30 % può essere prolungata fino a tre anni a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati.
IN CASO DI ADOZIONE E AFFIDO?
Le norme su assenza facoltativa sono le stesse illustrate sopra.
SE I FIGLI SI AMMALANO?
Entrambi i genitori, alternativamente, hanno diritto di astenersi dal lavoro durante le malattie del bambino. Fino a tre anni di età senza limiti temporali; fra i tre e gli otto anni, il limite è di cinque giorni lavorativi all'anno per ciascun genitore, dietro presentazione di certificato rilasciato da un medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato. Le assenze per malattie del figlio non sono retribuite.
La malattia del bambino che dia luogo a ricovero ospedaliero interrompe il decorso del periodo di ferie in godimento da parte del genitore.
I periodi di astensione dal lavoro per malattia del figlio sono computati nell'anzianità di servizio, esclusi gli effetti relativi alle ferie e alla tredicesima mensilità o alla gratifica natalizia.
Il congedo per la malattia del bambino spetta anche per le adozioni e gli affidamenti.
Oltre a quanto previsto dalla legge l’integrativo Rai-Usigrai stabilisce che relativamente al congedo per malattia del figlio, l’Azienda inoltre - fatte salve particolari esigenze produttive – concederà ai giornalisti professionisti che ne facciano richiesta, uno o più periodi di permesso non retribuito, fino a un periodo temporale massimo di astensione di trenta giorni per anno solare, per comprovata grave malattia del figlio di età compresa tra i tre e i sei anni di età, che necessiti della presenza del genitore.
La concessione di tali permessi sarà, comunque, subordinata al presupposto che l’altro genitore non sia in astensione dal lavoro negli stessi giorni per malattia del bambino.
Il periodo temporale di astensione dal lavoro giustificato in base a tali permessi non potrà essere computato ad alcun fine nell’anzianità di servizio.


ESISTE IL CONGEDO DI PATERNITA’?
Sì ma in casi molto particolari.
Il padre lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro per tutta la durata del congedo di maternita' o per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice, in caso di morte o di grave infermita' della madre ovvero di abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre.

NOVITA’ PER LA MATERNITA’ DELLE LAVORATRICI A T.D.
Le giornaliste a tempo determinato che, essendo state in astensione obbligatoria per maternità fuori contratto, hanno maturato minore anzianità al fine degli scorrimenti nelle fasce nel bacino del precariato, potranno richiedere alla commissione paritetica di esaminare le loro posizioni.

Sebbene nel nuovo accordo sui precari sia previsto che dopo 3 rifiuti di contratto il giornalista a tempo determinato perde i benefici dell'accordo, la mamma lavoratrice può - su sua richiesta preventiva - essere esonerata dal ricevere proposte di contratto nel primo anno di vita del figlio.

L'IMPEGNO DELLA CPO USIGRAI SULL’ASILO NIDO AZIENDALE

Nella nostra Rai, la piu’ grande azienda di informazione pubblica dai ritmi di lavoro a flusso continuo nei settori redazionali e produttivi e dalla forte presenza femminile si lamenta una grave lacuna:la mancanza di un asilo nido aziendale a disposizione di giornaliste , dirigenti, impiegate, montatrici, registe e così via. Grave lacuna se si considera che gran parte delle dipendenti lavora nei centri di produzione ed è turnista .L’asilo nido quindi sarebbe un utile mezzo per permettere una maggiore qualità di vita nella struttura lavorativa sia di turniste che anche delle impiegate amministrative e in direzione generale.
Molte grandi aziende di telecomunicazioni ed enti locali come Regione Lazio hanno da tempo inaugurato nuovi asili nido aziendali ,il cui funzionamento procede con soddisfazione.
La CPO USIGRAI già ha fatto qualche passo mirato alla realizzazione dell’asilo nido:
ad agosto 2010 la CPO ha avuto un incontro con l’arch. Patrizia Benedetti dell’ufficio della Presidenza della Regione Lazio per conoscere termini sui bandi regionali finalizzati alla realizzazione di strutture per l’infanzia.
Una volta individuata l’area per la realizzazione dell’asilo la professionista ha assicurato il coinvolgimento dell’Ordine degli Architetti per un progetto gratuito di fattibilità finalizzato al restauro dei locali , mentre di circa 1.000 euro al mq si aggira il costo della ristrutturazione.
Infine si sono messi a disposizione alcuni architetti dell’Ordine per un sopralluogo nella struttura individuata dalla Cpo e dall’azienda finalizzata al progetto di fattibilità;
Una volta realizzata la struttura, la gestione si sarebbe potuta effettuare con lo strumento del ’ progetto di finanza’;
Infine la Rai avrebbe potuto avanzare la sua candidatura per due bandi : Progetto pilota ’’nidi pubblica amministrazione’’ e quello della Regione Lazio al fine di ottenere i finanziamenti relativi;
Dopo l’estate 2010 si è fatta richiesta all’esecutivo per avere il nulla osta a procedere eppure, anche dopo un incontro con la CPO aziendale ,si è ancora in attesa; Nel frattempo ,nonostante la disponibilità dell’Assessorato al Lavoro e alla Formazione della Regione Lazio per finanziare la realizzazione di un asilo nido secondo legge o anche per fornire bonus per posti in diversi asili nido ,le risposte necessarie non sono arrivate e i termini del bando sono scaduti…

Il rischio è di trovarsi con un nulla di fatto : anche il sondaggio presentato dalla Cpo in questo convegno che rivela l’ aumento dell’età delle giornaliste e dei figli, puo’ fornire una valida scusa per giustificare il ‘ no all’asilo aziendale’ .Eppure da piu’ parti sono arrivate richieste di apertura di uno spazio che ospiti i piccoli :ci sono giovani colleghi a Saxa Rubra e nelle altre sedi Rai della capitale che hanno bimbi di pochi anni o che stanno per nascere e di sicuro nella nostra azienda tra qualche anno si assisterà ad uno svecchiamento delle redazioni per l’andata in pensione di molte nostre colleghe

Si attende il via libera a procedere per evitare problemi che hanno ostacolato, in passato , la realizzazione dell’asilo nido seppur si fosse raggiunto anche un finanziamento di ben 300mila euro. Questo obiettivo non deve essere una chimera ma si deve concretizzare per dare un esempio di civiltà.
La CPO propone anche una raccolta di firme tra le redazioni Rai della capitale per supportare la nascita di un asilo aziendale ….Guardiamo la vicina Germania :l’80 per cento delle donne giornaliste – secondo recenti dati - non ha figli un sacrificio da evitare per le giovani colleghe. Come ha dichiarato il vicedirettore della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola ‘ ci saranno sempre piu’ donne come me in carriera ….servono servizi, asili nido ed incentivi’.

Roma 8 marzo 2012

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